NOOO, DOPO AUGIAS CI SIAMO GIOCATI PURE GAD LERNER! A 'CIRCO MASSIMO': ''ANCHE A ME DA FASTIDIO L'ACCATTONE NERO DAVANTI AL SUPERMERCATO, SONO MENDICANTI ORGANIZZATI. SALVINI TIRA FUORI IN PUBBLICO CATTIVI SENTIMENTI, DISAGI, CHE ALBERGANO NELL'ANIMA DI CIASCUNO DI NOI'' - ''SU HEZBOLLAH È CADUTO NEL TRANELLO DI NETANYAHU, ISRAELE FA DA LAVATRICE, COME CON ORBAN E DUTERTE - I PROPAGANDISTI DELLE LEGGE RAZZIALI USAVANO STESSO LINGUAGGIO DI CRUCIANI, FELTRI, DEL DEBBIO, BELPIETRO, GIORDANO"
1. QUANDO L’IMMIGRATO UBRIACO ARRIVA SOTTO CASA DIVENTANO TUTTI LEGHISTI! - AUGIAS A ‘CIRCO MASSIMO’: "IMMIGRATI CHE CIONDOLANO UBRIACHI E FANNO PIPI' SULLE AIUOLE UNO SPETTACOLO CHE ALLARMA. AVEVA RAGIONE MINNITI''
2. GAD LERNER! 'ANCHE A ME DA FASTIDIO L'ACCATTONE NERO'
da Circo Massimo - Radio Capital
L'incidente di percorso sulla strada della legittimazione internazionale. Matteo Salvini ha accusato Hezbollah di terrorismo, dichiarazioni che il ministero della difesa ha subito definito "preoccupanti": "Salvini è diventato una star, è andato sulla copertina di TIME ed è diventato il punto di riferimento simbolico dei sovranisti europei, quindi è in cerca di consolidamento di questo suo profilo internazionale", commenta Gad Lerner a Circo Massimo, su Radio Capital.
GAD LERNER CONTRO LA VISITA DI SALVINI ALLO YAD VASHEM DI GERUSALEMME
"Ed è caduto in un trabocchetto dell'abilissimo Netanyahu, che aveva appena scoperto questi tunnel fra Israele e Libano e gli ha promesso uno scoop, portandolo a visitare questi tunnel per primo. E il nostro sciagurato ministro dell'interno si era completamente dimenticato che la missione UNIFIL è coordinata dagli italiani e si trova a neanche 10km da questi tunnel. I nostri militari guidano questa missione da 12 anni, e vanno in giro per i villaggi accompagnati da omoni in tuta mimetica dell'esercito libanese che sono degli hezbollah, riconosciuti come eroi di guerra e molto popolari, che garantiscono la mediazione. Si è dimenticato tutto questo congegno delicatissimo".
Secondo Lerner, "Salvini tira fuori in pubblico cattivi sentimenti, fastidi, disagi, che albergano nell'anima di ciascuno di noi. Anche a me dà fastidio l'accattone giovane nero africano davanti al supermercato quando vado a fare la spesa, ma adesso lo si può dire a voce alta, che sono dei palestrati, che la pacchia è finita, che la loro crociera nel Mediterraneo non possono più chiuderla nei nostri porti. C'è una legittimazione pubblica di sentimenti che prima dicevi sottovoce al bar, magari vergognandoti un po', e che adesso si sbandiera".
Sugli "accattoni neri", il giornalista specifica: "Non è affatto ironico. Penso ci siano sistemi di mendicità organizzata, che sono apprendistato del controllo del territorio, che ovviamente ci provocano disagio. Così come troviamo che sia un'ingiustizia che un ragazzo di vent'anni che potrebbe lavorare stia lì con il cappello in mano. Passare da qui alla rivendicazione dell''adesso ci vuole la cattiveria' e poi, dopo non aver detto una parola sul 1938 o sulle pietre d'inciampo, andare in Israele al museo della Shoah per farsi benedire come in una lavatrice, come sono già passati di lì Orban e Duterte, i peggiori figuri della nuova discriminazione che si macchia di razzismo oggi... questo è un grande dolore per un ebreo che pensa che Israele dovrebbe svolgere un'altra funzione".
MENDICANTI DAVANTI AL SUPERMERCATO
Parafrasando Piercamillo Davigo, si può dire che gli italiani non hanno smesso di essere razzisti ma solo di vergognarsene? "La storia italiana dimostra che hanno smesso con molta disinvoltura di vergognarsene", risponde l'ex direttore del TG1, "Tutti i teorici delle leggi razziali, propagandisti, brillantissimi giornalisti dell'epoca, i Telesio Interlandi e i Giorgio Almirante, che usavano la stessa satira irridente, lo stesso linguaggio dei Giuseppe Cruciani, Vittorio Feltri, Paolo Del Debbio, Maurizio Belpietro, Mario Giordano, se la sono cavata tutti alla grande nel dopoguerra, sono stati tutti perdonati perché non si guardava più volentieri a quella pagina imbarazzante".
Il ministro dell'interno ha descritto l'attentatore di Strasburgo, francese di origine marocchina, come se fosse arrivato con un barcone: "È il corto circuito della disinformazione su cui si alimenta tutta una politica che ci dice che se siamo più poveri e più insicuri è colpa dell'immigrazione", commenta Lerner.
E a chi, dai leghisti al presidente del Parlamento Europeo Tajani, chiede la predica in italiano nelle moschee, dice: "Succede in quasi tutte le moschee già oggi, è una vecchia regola condivisa dalle principali organizzazioni del culto islamico. E le biografie di questi attentatori non coincidono con il frequentatore abituale della moschea ma con il frequentatore abituale delle prigioni: è gente che beve alcool, contravvenendo alle regole del Corano, irregolari, drogati, rapinatori, che poi nella loro esasperazione e disagio psichiatrico si radicalizzano e trovano questo gran finale a vite disperate. Non credo che mettersi contro le comunità islamiche sia una mossa intelligente".