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DAGOREPORT - PESSIME NOTIZIE PER LA “BANDA BASSOTTI” DI FORZA ITALIA (TAJANI-BARELLI-GASPARRI-MARTUSCIELLO) - OLTRE AL VILE DENARO (I FIGLI DI BERLUSCONI HANNO EREDITATO ANCHE LE FIDEIUSSIONI PER CIRCA 100 MILIONI DI EURO), C’È UN’ALTRA QUESTIONE FONDAMENTALE: LA FAMIGLIA DI ARCORE POSSIEDE IL SIMBOLO DEL PARTITO. UN SIMBOLO NEL QUALE CAMPEGGIA, A CARATTERI CUBITALI, LA SCRITTA “BERLUSCONI” - A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA, IN CHE MISURA IL FANTASMA DEL CAV PESA SULLE PREFERENZE ELETTORALI? FONTI AUTOREVOLI HANNO SPIFFERATO A DAGOSPIA CHE LA PAROLA “BERLUSCONI” VALE IL 3,5% DEI VOTI. MICA BRUSCOLINI: SE SI TOGLIE AL 9,2% DI FORZA ITALIA (SONDAGGIO SWG) LA QUOTA “BERLUSCONI” (3,5%), COSA RESTA? UN PARTITO CHE POTREBBE FAR CONCORRENZA A VERDI & SINISTRA AL 6,5%
DAGOREPORT
Gli sganassoni di Marina Berlusconi alla linea trumpista di Giorgia Meloni e del suo alleato-vassallo Antonio Taiani, segretario di Forza Italia, rilasciate a “Il Foglio” anziché al quotidiano “Il Giornale”, di cui la Famiglia del Biscione ha in tasca il 30%, continuano a scombussolare il partito fondato in tre mesi dal Cav.
Interpellato dai cronisti alla Camera, Antonio Tajani, che nella lunghissima intervista di Marina non è mai citato, Forza Italia nemmeno, ha ovviamente smentito chi ha interpretato le parole della primogenita come un monito a Fi e agli alleati, Ducetta in testa.
''Marina Berlusconi è un’imprenditrice e può dire quel che le pare... Ogni sua intervista viene sempre vista in chiave politica: chissà cosa vuol dire, sconfessa questo, sconfessa quello... Non è così. E' un imprenditrice e dice giustamente quel che vuole. Non è che ogni volta deve essere interpretato quel che dice".
A chi gli ha fatto notare che però la presidente di Fininvest ha legami anche di carattere economico con Fi (i figli di Berlusconi hanno ereditato anche le fideiussioni per circa 100 milioni di euro a 'garanzia' della tenuta del partito), l’ex giornalista monarchico ha replicato: ''Cosa c'entra questo? Loro, la famiglia Berlusconi, non hanno mai fatto pesare questo, né noi ci siamo mai sentiti prigionieri di questo... “.
Scrive Giacomo Salvini sul “Fatto”: “Secondo due fonti azzurre a conoscenza della questione, il leader di Forza Italia si sta seriamente ponendo il problema di come liberarsi il più in fretta possibile del giogo della famiglia Berlusconi. E non solo sta provando a farlo da un punto di vista politico e comunicativo ripetendo che Forza Italia “non è più il partito di Berlusconi”.”
Essì, per rendersi autonomi dagli eredi Berlusconi, oltre al vile denaro, c’è un’altra questione fondamentale: la Famiglia di Arcore possiede il simbolo del partito. Un simbolo nel quale campeggia, in bella evidenza, la scritta “Berlusconi”.
Un brand che garantisce voti tra i nostalgici irriducibili del ventennio del Cav. A seguire, spunta la domanda dalle mille pistole: dopo oltre due anni dalla scomparsa (12 giugno 2023), in che misura il cognome del Cav pesa sulle preferenze elettorali di Forza Italia?
Fonti autorevoli hanno spifferato a Dagospia che secondo recenti rilevazioni (fatte per testare l’apprezzamento del simbolo di Forza Italia senza la parola “Berlusconi”), ha un valore elettorale quantificabile nel 3,5%.
Mica bruscolini, considerando gli ultimi sondaggi elettorali realizzati da SWG per TG La7, pubblicati il 24 febbraio 2025: mentre Fratelli d'Italia continua la sua crescita, attestandosi al 30,2% (+0,4% rispetto alla scorsa settimana), il Partito Democratico segue con il 22,2% (+0,2%), Forza Italia scende leggermente al 9,2% (-0,1%), mentre la Lega cala all’8,0% (-0,2%).
Quindi, se si toglie al 9,2% la quota “Berlusconi” (3,5%), cosa resta di Forza Italia? Un partito che potrebbe far concorrenza con Verdi e Sinistra (Avs) che si attestano al 6,5%.
Se l’irritazione di Marina è arrivata alle stelle (un sostituto di Tajani non si trova e il governo è sostanzialmente un monocolore di Meloni), tra i parlamentari di Forza Italia, ormai ridotti a spingere un tasto sullo scranno di Montecitorio e di Palazzo Madama, il malcontento si taglia a fette.
SILVIO BERLUSCONI FORZA ITALIA
Il partito, perso il consenso del Nord, si è via via trasformato in un feudo a trazione meridionale nelle mani del trio Martusciello (Campania), Schifani (Sicilia), Occhiuto (Calabria), dominato a Roma da un trio formato da Tajani-Barelli-Gasparri.
Da un pezzo, nei suoi incontri meneghini con Tajani, Marina gli “consiglia” di far fuori i due capigruppo di Forza Italia: l’abile Paolo Barelli alla Camera e il chiassoso Maurizio Gasparri al Senato. E lui, come risposta, nicchia, divaga, cambia discorso. Sa bene che non è cosa facile, soprattutto per il suo strettissimo rapporto con Barelli, suo prossimo consuocero.
IN FORZA ITALIA CRESCONO LE QUOTAZIONI DI BERTOLASO
Estratto dell’articolo di Luca Di Carmine per www.lettera43.it
Clima infuocato dentro Forza Italia. Non solo si racconta di un Antonio Tajani irritato (per usare un eufemismo) per essere stato messo in ombra da Giorgia Meloni al Forum Forum imprenditoriale Italia-Emirati Arabi Uniti, ma brucia ancora l’intervista “fogliante” a Marina Berlusconi.
Secondo il cerchio tragico romano targato Tajani-Barelli il competitor più pericoloso nel contendere la leadership del partito sarebbe Guido Bertolaso. «Puntano su di lui», si ripete nella Capitale.
Stimatissimo dal Cavaliere, l’assessore lombardo al Welfare si è recentemente schierato per il fine vita – tema caro alla primogenita di B – finendo nel mirino di FdI dopo il primo caso di suicidio assistito in regione. Bertolaso, che con le sue doti organizzative potrebbe guidare Forza Italia nella transizione verso un nuovo ‘ordine’ – il prossimo 20 marzo compirà 75 anni, ma non ha certo voglia di andare in pensione.