
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…
DAGOREPORT
Gong! E’ finito il primo round del risikone bancario. Il predominio della lista Mediobanca all’assemblea Generali di questa mattina era scontato (Donnet si aggiudica 10 posti in cda avendo ottenuto 52,38% del capitale presente), mentre la lista di minoranza di Caltagirone, arrivata al 36,8%, ha raccattato appena tre consiglieri.
Meno scontato, però, anzi piuttosto sorprendente, è come la lista Caltagirone ha ottenuto tale misero risultato.
Oltre all’imprenditore romano accreditato del 7% del capitale, hanno votato a suo favore il 9,9% di Delfin di Milleri, l’1,9% di Fondazione Crt e, sorpresona!, l’8% di Unicredit.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Intanto, rispetto alla precedente sconfitta, Caltariccone deve registrare un aumento del divario con la lista Mediobanca: se 3 anni fa era l’11%, oggi è salito al 16%. Secondo: se si è accomodato al suo fianco Unicredit, all’editore del “Messaggero” è mancato Edizione di Alessandro Benetton (4,8%), che tre anni fa aveva appoggiato la lista del gruppo romano e questa volta ha preferito astenersi.
Ha dato buca a Calta pure la Cassa Forense che con il suo 1% ha votato per Nagel-Donnet.
Calta era sicuro di avere 4 consiglieri, forse 5; e dopo tutto ‘sto casino che ha e sta combinando, cosa ha ottenuto? Resta con 3 consiglieri, come tre anni fa, contro i 10 di Mediobanca, fallendo così anche come opposizione in Cda alla governance futura di Donnet (comunque, ad affondare l’operazione Natixis ci penserà il governo Meloni a colpi di Golden Power).
Ma il risikone, l’abbiamo sottolineato più volte, si gioca su più piani. E le sconfitte di oggi saranno le vittorie di domani. Vedrete, le sorprese saranno varie e avariate.
Ad esempio: cosa frullava nella testa tirata a lucido di Orcel quando ha deciso la mossa, deliberata in un cda straordinario di Unicredit convocato ieri sera a mercati chiusi, facendo votare a favore della lista Calta?
Lì per lì, a molti ha dato l’idea che le “golden” manganellate romane sull’Ops di Unicredit a danno di Bpm, avessero ottenuto il loro scopo: quello di spettinaree piegare il banchiere al potere dei Palazzi romani.
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
Ma è una interpretazione che sottovaluta l’astuzia e l’abilità di Orcel nel campo M&A.
Più probabile che sia andata così: una volta che era sicura la vittoria della lista Nagel-Donnet anche senza l’apporto del voto di Unicredit, il banchiere ha pensato bene che era idiota sprecare il “pacchetto” Unicredit: mejo girarlo a favore della lista di Calta.
In cambio, l'astuto Orcel otterrà un proficuo bonus dall’editore del “Messaggero” per una futura partnership in Generali.
giancarlo giorgetti e matteo salvini ancona
L’altra supposizione che ipotizza un ''voto di scambio'' per ottenere dal governo Meloni un Golden power più morbido su Banco Bpm, non ottiene alcun gradimento davanti al muro di Golden Power eretto dalla Lega di Salvini & Giorgetti per salvare il soldato Giuseppe Castagna.
A un certo punto, avrà cogitato l’azzimato Orcel: sommando le partecipazioni in Generali che hanno votato per la lista Caltagirone, non si trova traccia di alcun fondo istituzionale (Blackrock, Vanguard, Norge, etc), né tantomeno di piccoli investitori. E te credo: al di fuori del Raccordo Anulare romano, chi lo conosce ‘sto Caltagirone?
SHARON STONE ALESSANDRO BENETTON
Bene, una volta espugnata Mediobanca e intascato il suo 13% di Generali, sbarcati a Trieste, l’82enne Calta col suo partner Milleri al guinzaglio, dove andranno a sbattere senza un partner finanziario-bancario, stimato e ben conosciuto dai fondi internazionali? Sembreranno Totò e Peppino flagellati dalla bora di Trieste.
La mossa a sorpresa di Unicredit si inserisce sicuramente in un piano futuro che va al di là della scalata di Mediobanca.
Come Orcel, anche Alessandro Benetton ha alzato il ditino e ha capito dove tira il vento: salutato Nagel, il suo 2,2% potrebbe aderire all’Ops di Siena, e Caltagirone dovrà aggiungere un altro posto alla tavola di Generali.
andrea orcel andrea ceccherini
Ovviamente, siamo nel campo delle ipotesi. Tanti ridono sotto i baffi a proposito dello sbocciare di una ‘’special relationship’’ triestina tra Calta e Orcel: ce lo vedete il malmostoso Francesco Gaetano che prende ordini da Andrea?
O viceversa: riuscite a immaginare il diabolico banchiere che si mette a pecoroni davanti all’ex palazzinaro de noantri?
Ma non è finita: c’è l’altro grande partito meneghino che alza il ditino e ammonisce: ma di cosa cianciate!
Non avete fatto i conti con i Grandi Vecchi della finanza, Guzzetti e Bazoli, santi protettori di Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo: che la prima banca italiana si lasci sorpassare da Unicredit non sta in cielo né in terra. Che poi permettano senza colpo ferire l’invasione del sancta santorum milanese da parte dei “caltagironesi” romani, è pura fantascienza…
ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE
INTERVENTO DI ANDREA ORCEL SUL FINANCIAL TIMES
andrea orcel
francesco gaetano caltagirone l urlo di munch - fotomontaggio lettera43