mario draghi - by istituto lupe

DRAGHI METTE IL TURBO – IL PREMIER È PREOCCUPATO DALLA TEMPESTA PERFETTA CHE SI ABBATTERÀ SULL’ITALIA IN AUTUNNO, E CHIEDE AI MINISTRI DI ARRIVARE AL 50% DEGLI OBIETTIVI DEL PNRR ENTRO OTTOBRE: “NON POSSIAMO STARE FERMI, DOBBIAMO ANDARE AVANTI” – “MARIOPIO” VUOLE ACCELERARE ANCHE SU DOSSIER DELICATI (E DIVISIVI) COME QUELLO SUI BALNEARI, CHE DOVRÀ ESSERE APPROVATO ENTRO SETTEMBRE…

1 - DRAGHI AI MINISTRI: ARRIVARE AL 50% DI OBIETTIVI PNRR ENTRO OTTOBRE

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

mario draghi al meeting di rimini 4

Qualche ministro ha lasciato la sedia vuota, altri hanno accolto l'ultima «lezione» del premier in silenzio e con lo sguardo basso. E Mario Draghi, senza curarsi dell'imbarazzo degli esponenti dei partiti che hanno tolto la fiducia al suo governo, ha spronato politici e tecnici a «continuare a lavorare sodo, per raggiungere quanti più risultati possibili nei prossimi due mesi». E per realizzare a settembre e ottobre il 50% dei traguardi del Pnrr in scadenza a fine anno.

 

«Clima surreale», racconterà un ministro, spiazzato dal tono severo con cui l'ex governatore della Bce ha chiesto alla squadra di centrare entro due mesi il traguardo di 20 obiettivi sui 55 concordati con l'Ue, che con quelli già realizzati porterebbe il totale a 29.

 

concessioni balneari

Nel cronoprogramma ci sono anche dossier delicati come scuola e concorrenza: il decreto delegato sui balneari dovrà essere approvato entro settembre, anche se ci sarebbe tempo fino a gennaio. Servirà «uno sforzo eccezionale» da parte delle amministrazioni coinvolte, ha detto nella sua relazione il sottosegretario Roberto Garofoli.

 

Perché questa accelerazione, da parte di un premier in carica per gli affari correnti?

Draghi è preoccupato e anche parecchio. Per la crisi internazionale innescata dalla guerra di Putin in Ucraina, per l'inflazione e i rincari choc dell'energia, ma anche per le conseguenze della campagna elettorale sui ritmi dell'esecutivo.

 

GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO

Il timore del presidente del Consiglio è che il fisiologico calo di tensione, che avviene quando cade un governo e le strutture amministrative si preparano all'arrivo del prossimo, fermi le macchine dei ministeri e metta a rischio gli obiettivi del Pnrr. «Non possiamo stare fermi, dobbiamo andare avanti e onorare fino in fondo l'impegno che abbiamo preso con il Paese e gli italiani - si è appellato Draghi ai ministri, assenti Giorgetti e Brunetta, taciturno Patuanelli -. Scadenze e decreti attuativi del Pnrr vanno rispettati e realizzati, anche anticipando tutto il possibile».

 

Se Draghi insiste con la trasparenza degli atti relativi all'attuazione del programma è perché vuole che il successore trovi «le cose fatte bene». Ma anche perché non vuole che, tra qualche settimana, qualcuno provi a scaricare su di lui errori o mancanze. «Sarebbe inaccettabile», dice un ministro.

 

roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani

La priorità è trovare le risorse per rendere l'autunno meno gravoso per le famiglie e le imprese. A Palazzo Chigi parlano di «qualche miliardo» e stanno bene attenti a non impiccarsi a cifre che rischiano di essere smentite. Una certezza c'è ed è che Draghi continuerà a ignorare la richiesta di Salvini e Conte di uno scostamento di bilancio di 20 o 30 miliardi.

 

«È un gioco delle parti, sanno anche loro che non lo faremo mai», è lo stop ufficioso di Palazzo Chigi, dove non si è dissolta del tutto l'amarezza per la fine prematura del governo. «Prima lo mandano a casa e poi gli chiedono miracoli per aiutare industrie e famiglie», è la sintesi di chi nel governo è rimasto leale al premier. Il nuovo decreto Aiuti sarà esaminato nel Cdm di giovedì prossimo, dopo che il governo avrà rimodulato la norma sulla tassazione degli extra-profitti delle grandi aziende energetiche e valutato le entrate con la Ragioneria dello Stato.

 

concessioni balneari

Ci sono sette giorni per andare a caccia di fondi tra Palazzo Chigi e via Venti Settembre, sette giorni per scrivere un provvedimento che Draghi vuole il più possibile «robusto», senza ricorrere a un aumento del deficit. Il resto del «miracolo» che i partiti gli chiedono il premier proverà a farlo a Bruxelles. Il 9 settembre, al vertice straordinario sul prezzo dell'energia, Draghi terrà con forza il punto sulla necessità di porre un tetto al prezzo del gas russo.

 

mario draghi daniele franco 2

Ma il Consiglio Ue decisivo sarà quello di fine ottobre, le cui date rischiano di sovrapporsi con le consultazioni del Quirinale per la formazione del nuovo esecutivo. E qui il principio di realtà che guida in questa fase l'inquilino di Chigi dice che un premier a fine corsa è oggettivamente debole, il che restringe i margini di manovra di Draghi quando si troverà a negoziare sul price cap con i partner europei.

 

2 - PALAZZO CHIGI CHIEDE LO SPRINT SUL PNRR E STRINGE I TEMPI SUI BALNEARI E LA SCUOLA

Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

mario draghi al meeting di rimini 5

Mario Draghi accelera sul Pnrr, il premier vuole mettere in sicurezza i soldi che arrivano dall'Ue per la ripresa post-Covid e in consiglio dei ministri sprona i ministri a «lavorare sodo» per far sì che già a fine ottobre sia completato il 50% degli obiettivi previsti per il 2022, più di quanto finora concordato con l'Ue.

 

In consiglio dei ministri è stato il sottosegretario Roberto Garofoli a illustrare gli aggiornamenti al programma di governo, tracciando anche un bilancio dell'attività dell'esecutivo dall'insediamento del 21 febbraio 2021 ad oggi: complessivamente sono stati "smaltiti" 1.

 

concessioni balneari

274 provvedimenti, previsti dalle iniziative dei governi della legislatura in corso e di quella precedente. Solo nei primi otto mesi del 2022 sono stati smaltiti 546 provvedimenti, e tra questi 106 decreti dei 153 previsti dalla legge di bilancio per il 2022. Ma il cuore del ragionamento è stato l'invito del premier ad accelerare, per raggiungere quanti più risultati possibili nei prossimi due mesi, cioè di fatto prima dell'insediamento del nuovo governo.

 

Una mossa, spiega una fonte di maggioranza, che serve anche ad evitare possibili ritardi sul Pnrr in caso di tempi più lunghi per la formazione del nuovo governo dopo le elezioni. Il piano messo a punto, ha spiegato Garofoli, prevede «target ambiziosi» che porterà ad una «drastica riduzione dello stock» di decreti attuativi della legislatura in corso: 243 decreti in tutto, 120 da attuare a settembre e 123 ad ottobre.

 

Sul Pnrr l'accelerazione è netta: ad oggi, spiegano da palazzo Chigi, gli obiettivi raggiunti sono 9, di cui 8 in anticipo rispetto alla scadenza prevista per il quattro trimestre 2022.

Uno dei traguardi in scadenza a settembre è stato già raggiunto e gli altri tre, assicura il governo, verranno conseguiti entro la scadenza prevista.

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 3

 

Ma Draghi chiede di anticipare altri 8 traguardi, rispetto alla scadenza prevista per il quarto trimestre 2022. Di fatto, a settembre dovrebbero essere completati 11 obiettivi contro i 4 previsti inizialmente. Entro la fine di ottobre, poi, il premier vuole assicurare il completamento di altri 9 obiettivi, nonostante in quel mese non fosse prevista alcuna scadenza. Tra questi sono compresi gli atti delegati per la riforma del processo civile e penale. In questo modo per fine ottobre saranno raggiunti 29 obiettivi sui 55 previsti entro fine anno per rispettare gli impegni del Pnrr.

 

concessioni balneari

Un'accelerazione che richiederà anche la riorganizzazione del sistema scolastico eporterà il governo ad approvare a settembre il decreto sui balneari. La Lega non è contenta, come dice Massimiliano Romeo: «Non è affatto corretto, la Lega si opporrà con ogni mezzo». Antonio Misiani, Pd, apprezza la stretta sul Pnrr: «È molto importante accelerare, tanto più che a destra si scherza col fuoco, chiacchierando di revisione del piano con il rischio di farci perdere i soldi Pnrr e farci escludere dallo scudo anti-spread».

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…