1. È VERO CHE RIGOR MONTIS HA INGAGGIATO ADDIRITTURA MARTIN SORRELL, IL PATRON DEL POTENTE GRUPPO WPP QUOTATO A LONDRA E LEADER MONDIALE DELLA COMUNICAZIONE E DELLA PUBBLICITÀ? QUEL CHE È VERO È CHE SORRELL IERI ERA A ROMA E TRA SALOTTI E IL CAMPIDOGLIO SI DICE CHE ABBIA FATTO ANCHE UNA CAPATINA DALLE PARTI DI SCELTA CINICA. VEDREMO COSA TIRERà FUORI DAL CILINDRO LA WPP, CHE HA CURATO LA CAMPAGNA ONLINE DI OBAMA, PER FARE DI MONTIMER UN LEADER POPOLARE 2. BERSANI, PARTITO TROPPO PRESTO COL TEMA DEL VOTO UTILE (PER PRENDERE I VOTI INCERTI VA FATTO NELL’ULTIMA SETTIMANA) È ANCORA FUORI DAI TITOLI, OSCURATO DAI RIVALI NELLA VISIBILITÀ, E RISCHIA DI AGEVOLARE LA RIMONTA DEGLI AVVERSARI, IN PRIMIS DEL BANANONI 3. CULATELLO DEVE USARE LE MOLTE ARMI CHE IL PARTITO GLI OFFRE, PRIMI FRA TUTTI I NEGLETTI RENZI E ZINGARETTI. PER ORA INVECE SI AFFIDA A FASSINA E FRANCESCHINI. BUONI PER LANCIARE MESSAGGI AGLI INTERLOCUTORI POLITICI, MENO INCISIVI CON LA GENTE

Spin Doctor per Dagospia

Campagna elettorale in surplace. I leader si guardano, si studiano, si annusano, ma non sembrano usare ancora le armi letali. E il dibattito precipita, gli elettori si distraggono. L'agenda comunicativa si annebbia. Dopo le bordate dei giorni scorsi, infatti, i candidati pare prendano fiato o sono a corto di idee. Le strutture si stanno attrezzando per la fase operativa ingaggiando esperti e agenzie di comunicazione, anche se ad entrare nel vivo delle scelte di immagini, slogan e strumenti i leader ci penseranno solo dopo il termine definitivo delle liste, cioè dalla prossima settimana.

A proposito è vero che Rigor Montis ha ingaggiato addirittura Martin Sorrell, il patron del potente gruppo WPP quotato a Londra e leader mondiale della comunicazione e della pubblicità? Quel che è vero è che Sorrell ieri era a Roma e tra salotti e il Campidoglio si dice che abbia fatto anche una capatina dalle parti di Scelta Cinica. Wpp vanta molta esperienza anche oltreoceano. E' del suo gruppo la Blue State Digital che ha curato la campagna online di Obama. Vedremo cosa tireranno fuori dal cilindro i guru anglosassoni per fare di Montimer un leader popolare.

Ma in attesa di vedere il frutto di tanti professionisti date un occhio alle prime pagine dei giornali, aprite le home dei grandi giornali online. Vi accorgerete che ognuno ha un titolo diverso: sul Corriere la patata bollente del redditometro, su Repubblica il PPE che scarica il Banana, su La Stampa la corsa al Quirinale. Che significa? Che il dibattito politico si sta frammentando: i leader e i loro spin doctor stanno sparando i loro colpi, ma nessuno riesce a catturare per intero l'agenda.

Di certo non la cattura, negli ultimi giorni, Culatello Bersani, che forse è partito troppo presto con il tema del voto utile. Nei manuali è scritto che questo va fatto nell'ultima settimana per prendere i voti incerti. Ricordiamo l'esperienza di Veltroni che riuscì a buttare fuori i comunisti e verdi dal Parlamento ma non a prendere il governo.

Bersani, dunque, è ancora fuori dai titoli, oscurato dai rivali nella visibilità, rischia di agevolare la rimonta degli avversari, in primis il Cavalier Pompetta. Deve usare le molte armi che il partito gli offre, primi fra tutti Renzi e Zingaretti. Per ora invece si affida a Fassina e Franceschini. Buoni per lanciare messaggi agli interlocutori politici, meno incisivi con la gente.

Parlavamo di Redditometro. È un'ottima occasione per riflettere sul rapporto tra comunicazione politica e verità. Rigor Montis e Pompetta si rimbalzano la paternità del provvedimento come una palla avvelenata. L'ha fatta lui, no l'hai fatta tu... E oggi sui giornali partono le verifiche, il cosiddetto fact-checking. E sono sempre di più, sui giornali, in tv e in rete, i servizi di verifica delle informazioni usate dai politici.

La tendenza parte dagli Stati Uniti, dove factcheck.org fa le pulci alle dichiarazioni elettorali ormai da anni. Passa per la Francia, dove Vèritomètre ha fatto sudare i candidati della sfida Hollande-Sarkò. E arriva in Italia, con tante iniziative sparse e ancora da verificare. Il sito linkiesta con la Voce.info, La Stampa con la macchina della verità e molti altri.

Un interessante esperimento è stato avviato anche dall'Università di Tor Vergata a Roma con Sky. Oggetto dell'esame le dichiarazioni dei candidati alla trasmissione "Lo Spoglio", condotta da Ilaria D'Amico. Ebbene, tre dei cinque tweet più ritwittati della serata riguardano proprio l'azione di controllo di verità effettuato dagli esperti dell'Università e che hanno segnalato inesattezze o bugie del candidato intervistato, in questo caso Berlusconi. Non sarebbe male estendere il meccanismo anche ad altre trasmissioni.

Vedremo quanto sono efficaci, ma gli spin doctor facciano attenzione. Il vero spin non consiste nel manipolare la verità, o nell'inventarsi balle. Consiste invece nel curvare l'attenzione dei media sui pezzi di verità che interessano. Un'arte più complicata.

 

MARIO MONTI mario-monti-suppostaMARIO MONTI CON IL SUO PETTINESir Martin Sorrell di WWP bersani-mario-montiMonti Obama

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