LA FURBETTA DELLE POLTRONE! ALLA FACCIA DEI DOPPI INCARICHI, LA TODINI NON MOLLA VIALE MAZZINI: RESTA CONSIGLIERE RAI ANCHE DOPO LA PRESIDENZA POSTE. CHE SI AGGIUNGE ALLE AZIENDE DI FAMIGLIA, IL COMITATO LEONARDO, IL FORO ITALIA-RUSSIA…

Paolo Festuccia per "La Stampa"

Qualcuno ci faceva già un pensierino. Almeno nelle segreterie di partito. Ma Luisa Todini di lasciare il cda della Rai non ha nessuna voglia nonostante la fresca presidenza di Poste italiane. «Tra i due ruoli non c'è incompatibilità. Io sono e resto un consigliere della Rai», dice lei alla festa per i 50 anni della Nutella. Dunque? «Non c'è incompatibilità, c'è però una questione di opportunità» osserva il senatore del Movimento 5Stelle Alberto Airola.

La stessa, in verità, che anche la consigliera Todini aveva colto nelle ore successive all'ascesa sulla poltrona di comando dei «postini italiani», con tutte le società controllate, e la miriade di aziende che con Poste collaborano: «La mia esperienza mi ha insegnato che non si possono fare bene insieme troppe cose».

Già, perché di cose da fare, di aziende da controllare, di uomini e manager da dirigere la presidente di Poste ne ha davvero molte: nel settore pubblico come in quello privato. C'è, infatti, la Rai, ci sono le Poste, l'imponente galassia del gruppo che porta il suo nome, (è presidente della Todini che controlla anche «Domus etruria», ma anche Ecos energia e la Proxima srl), siede nel consiglio di amministrazione di Salini, ma presiede pure il Comitato Leonardo e il Foro di dialogo Italia-Russia, del quale è co-presidente.

Tanti incarichi, insomma, forse troppi per l'imprenditrice al punto da scatenare gli esponenti del M5stelle che chiedono a Luisa Todini di «lasciare almeno la poltrona della Tv pubblica». Anche perché, nessuno come noi spiega Airola, «da sempre è contrario alla multiproprietà dei cda delle aziende pubbliche, ovvero all'assalto delle poltrone».

E seppur con modi e argomenti diversi - anche se la sostanza è pressoché identica - la pensa così anche il parlamentare del Pd in commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi: «Non possono pensare che la Todini abbia cambiato idea. Anche io come lei credo che troppe cose bene insieme non si possano fare. Anche perché la presidente delle Poste è chiamata a un impegno gravoso da qui ai prossimi mesi. E il governo l'ha scelta sia per ragioni di competenza, ma anche per dare un segnale a favore delle donne e contro la moltiplicazione degli incarichi.

Ecco, se non dovesse fare un passo indietro tradirebbe in un certo senso questo new deal avviato dal governo Renzi».
Ci vuole l'esempio, insomma. «E noi - riprende Airola - vogliamo darlo. Non ci interessano poltrone per noi, ci interessa però che gli altri non continuino a collezionarne una dopo o insieme all'altra. Il nostro movimento rappresenta il voto di nove milioni di italiani: a loro noi dobbiamo garantire trasparenza, serietà e meritocrazia».

Cambiamento: questa la parola d'ordine: sia per il Movimento 5 Stelle sia per il Pd ma soprattutto per il governo. Del resto, «in questi mesi tutti a parole hanno detto basta con i Mastrapasqua - argomenta Anzaldi - e non si può andare a giorni alterni. Se non è così per tutti, meglio davvero lasciar perdere».

 

Luisa Todini luisa-todiniMICHELE ANZALDIMICHELE ANZALDIMATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE

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