brexit boris johnson

I'M DREAMING OF A BREXIT CHRISTMAS - SVOLTA NELLA NOTTE: FORSE GIÀ OGGI CI SARÀ L'ANNUNCIO. SCONGIURATO IL ''NO DEAL'', SUPERATI GLI SCOGLI DI CONCORRENZA E DIRITTI DI PESCA. L'ACCORDO RAGGIUNTO È COMUNQUE RIDOTTO ALL'OSSO: EVITA IL RITORNO AI DAZI SULLE MERCI E MANTIENE APERTA LA COOPERAZIONE IN TEMA DI CRIMINALITÀ E SICUREZZA, MA LASCIA FUORI I SERVIZI, CHE COSTITUISCONO LA QUOTA PIÙ RILEVANTE DI CIÒ CHE LA GRAN BRETAGNA ''VENDE'' ALL'UNIONE

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera

BREXIT DAVID FROST MICHEL BARNIER

 

L'annuncio dovrebbe arrivare già oggi: l'accordo sul dopo-Brexit fra Gran Bretagna e Unione europea. I negoziati si sono conclusi ieri sera e le ultime ore sono state trascorse a limare i dettagli finali del testo: ma l'intesa è cosa fatta ed è stato scongiurato in questo modo il temuto « no deal », un divorzio traumatico che si sarebbe concretizzato il 31 dicembre con pesanti ricadute economiche e politiche. La svolta l'hanno impressa direttamente Boris Johnson e Ursula von der Leyen: negli ultimi giorni il premier britannico e la presidente della Commissione Ue hanno preso personalmente in mano le trattative e sono stati in costante contatto telefonico, riuscendo così a imprimere la spinta politica finale.

 

Boris aveva bisogno di un accordo. La pessima gestione della pandemia ha devastato la sua popolarità e la più recente emergenza provocata dalla nuova variante del coronavirus gli ha tolto ogni spazio di manovra. Ora ha qualcosa di concreto da mostrare e farà di tutto per vendere l'intesa come una vittoria di Londra e un pieno recupero della sovranità nazionale. Ma anche Bruxelles era consapevole dei rischi di una rottura carica di rancori: oltre alle ricadute economiche, si sarebbe aperta una frattura geopolitica importante nel momento in cui l'Europa deve fronteggiare le sfide di Cina e Russia.

DAVID FROST NEGOZIATORE BREXIT

 

Meglio dunque evitare di scoprire altri fronti. L'accordo raggiunto è comunque ridotto all'osso: in sostanza evita il ritorno ai dazi sulle merci e mantiene aperta la cooperazione in tema di criminalità e sicurezza, ma lascia fuori i servizi, che costituiscono la quota più rilevante di ciò che la Gran Bretagna «vende» all'Unione. Tuttavia costituisce una base importante sulla quale costruire ulteriori intese. Un fallimento delle trattative era sembrato, fino a due settimane fa, l'esito più probabile. I negoziati si erano incagliati sulla questione della concorrenza equa - in particolare sugli aiuti di Stato - e su quella della pesca nelle acque britanniche.

festeggiamenti per la brexit 1

 

Su entrambi i temi si è però trovato alla fine un compromesso che consente a Londra di divergere dalle regole europee (che è l'obiettivo ultimo della Brexit) e a Bruxelles di ottenere garanzie contro la competizione sleale. Molte cose cambieranno in ogni caso dal 1° gennaio. La Gran Bretagna esce dal mercato unico e dall'unione doganale, dunque torneranno i controlli sulle merci alle frontiere: ciò causerà inevitabilmente dei problemi iniziali ai commerci. Finisce inoltre la libertà di circolazione, quindi occorrerà il visto per venire a lavorare o a studiare a Londra (non per turismo, tuttavia).

 

angela merkel boris johnson 2

Gli europei che risiedono già in Gran Bretagna hanno però visti confermati i loro diritti attuali già dall'anno scorso. L'accordo dovrà passare attraverso le ratifiche parlamentari. Si sa già che Westminster si riunirà in seduta straordinaria il 30 dicembre, mentre il Parlamento europeo appare più recalcitrante e chiede più tempo per verificare l'accordo con attenzione. Questo però non farà scattare il «no deal» il 1° gennaio: l'intesa verrà applicata in via provvisoria, in attesa del via libera definitivo di Strasburgo. Nell'anno più cupo del nuovo secolo, un regalo di Natale dell'ultimo minuto.

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