I RUSSI CREDEVANO DI ENTRARE IN UCRAINA COME LAMA NEL BURRO – IN UN DOSSIER DEL “WASHINGTON POST”, REALIZZATO CON TESTIMONIANZE E INTERCETTAZIONI, VIENE RICOSTRUITO IL FALLITO PIANO DEI SERVIZI SEGRETI DI MOSCA DI AGEVOLARE L’INVASIONE – IN RUSSIA GIA' PREPARAVANO I TRASLOCHI IN UCRAINA DI INTERI UFFICI: DAL 2019, L'UNITÀ DELL'FSB DEDICATA A DISSEMINARE TALPE ERA CRESCIUTA DA 30 A 160 ELEMENTI – PER ZELENSKY E’ STATO COMPLESSO STANARE LE TALPE: NEI SERVIZI UCRAINI LAVORAVANO IN 27MILA. C'È STATO BISOGNO DI ASSOLDARE AGENTI DELLA CIA SOTTO COPERTURA PER TROVARLE…
Mar. Vent. per “il Messaggero”
C'è da sbizzarrirsi a immaginare cosa dev'essere successo a Kiev pochi giorni prima dell'invasione, quando nessuno credeva che Putin avrebbe attaccato ma gli agenti dell'Fsb, ex Kgb, da Mosca davano già istruzioni in codice ai loro informatori fin dentro i servizi ucraini anche quelli, eredi del Kgb. La ricostruzione è stata fatta dal Washington Post in un lungo reportage basato su indiscrezioni d'intelligence occidentali e ucraine, e su sfilze di intercettazioni che hanno portato ad arresti (800 collaborazionisti) e interrogatori.
«Buon viaggio!», augurava un ufficiale dei servizi a Mosca a un collega che partiva per Kiev con le forze d'occupazione. Ma le decine di agenti spediti a ridisegnare il regime-fantoccio legato all'ex presidente Yanukovich e all'oligarca Medvedchuk, si sono ritrovati impantanati alle porte della capitale come le colonne ferme dei carri armati.
«Andate via da Kiev, ma lasciate le chiavi negli appartamenti e quando tornerete sarà tutto diverso», dicevano agli infiltrati a Kiev. A Mosca si facevano preparativi di traslochi con istruzioni per approntare casseforti e sistemazioni comode, interi uffici si sarebbero trasferiti. Dietro c'era un lavoro di mesi e anni. Dal 2019, l'unità dell'Fsb dedicata a disseminare talpe fra i quadri ucraini era cresciuta da 30 a 160 elementi. E forse questo aveva indotto la falsa previsione di un'accoglienza favorevole verso i russi.
Viktor Medvedchuk con Vladimir Putin
Ma niente è andato come doveva andare. Addirittura, all'inizio della guerra un'associazione non governativa ucraina è riuscita a pubblicare grazie a un suo affiliato, Myrotvorets, nome in codice che significa Peacemaker, un elenco di agenti russi con nomi, indirizzi e telefoni. Individuati pure gli appartamenti-base. L'opera più complessa è consistita nello scoprire le talpe.
Difficile perché, scrive il WP, nei servizi ucraini lavoravano in 27mila, l'insidia poteva essere ovunque, e c'è stato bisogno di assoldare agenti della Cia sotto copertura per andare a stanarli. Inoltre, si fronteggiavano reti filo-russe e filo-Zelensky ramificate nell'alta amministrazione e nel mondo politico e industriale.
E alla fine, invece di venire smantellata la rete dell'attuale governo, è stata sbaragliata quella di Medvedchuk, l'anti-Zelensky rimasto in Ucraina (a differenza di Yanukovich rintanato a Minsk in attesa). In tanti sono dovuti scappare, altri sono stati arrestati. Come Medvedchuk, boccone destinato a uno scambio di prigionieri eccellenti. Il paradosso, osserva il Washington Post, è che a conservare le poltrone sono stati i vertici dei servizi russi, mentre a Kiev Zelensky ha dimesso l'amico d'infanzia capo degli 007 dell'SBU, Ivan Bakanov.