GLI ISLAMISTI D’EGITTO SONO PASSATI DALLA PADELLA DI MUBARAK ALLA BRACE DI AL SISI: 683 ADERENTI AI “FRATELLI MUSULMANI” SONO STATI CONDANNATI A MORTE PER TERRORISMO E COMPLOTTO CONTRO LO STATO

Fabio Scuto per "la Repubblica"

Con due colpi di maglio giudiziario i militari egiziani stanno cercando di mettere a tacere ogni forma di dissenso: quello cospirativo, e spesso armato, della Fratellanza Musulmana; quello di sinistra, laico e moderno del Movimento 6 Aprile, il cardine della rivolta di Piazza Tahrir contro Hosni Mubarak, contro Mohammed Morsi e poi contro lo strapotere del Feldmaresciallo Abdel Fattah Al Sisi e i suoi generali.

Ieri nell'arco di una mattinata un giudice del Tribunale di Minya, nell'Alto Egitto, ha comminato quasi settecento condanne a morte a sospetti sostenitori della Fratellanza - già dichiarata fuorilegge - per terrorismo e complotto contro lo Stato; mentre un suo collega al Cairo ha ordinato la dissoluzione del Movimento 6 Aprile, per spionaggio e diffamazione dello Stato.

Ordinanza che i due leader del Movimento, Ahmed Maher e Mohamed Adel, hanno ricevuto in cella, dove da dicembre scontano una condanna a tre anni per violazione del divieto di manifestare.

Nelle aule dove celebra Youssef Sabry, il Giudice Unico del Tribunale Minya, i processi hanno una velocità ineguagliabile. Lo scorso 24 marzo aveva pronunciato 529 condanne a morte in un'unica udienza, senza ascoltare gli avvocati, i testimoni e senza aver mai interrogato gli accusati. Ieri si è ripetuto nel suo tragico copione: altri 683 militanti islamici sbrigativamente condannati alla pena capitale, poi in segno di magnanimità ha deciso di commutare in ergastolo 492 delle condanne a morte dello scorso marzo.

«Una farsa del diritto», tuona Amnesty International. E la Casa Bianca rincara la dose: «Gli Stati Uniti sono profondamente turbati dal continuo ricorso a processi e sentenze di massa in Egitto. Il verdetto di ieri, come quello del mese scorso, viola i più basilari standard giuridici internazionali».

Fra i condannati a morte di ieri mattina c'è anche Mohammed Badie, il "murshid", il veterinario settantenne Guida suprema della Fratellanza dal gennaio 2010. Con lui dallo scorso 3 luglio è in cella quasi tutta la leadership della Confraternita islamica, compreso Mohammed Morsi - unico presidente mai eletto democraticamente in Egitto - imputato in tre processi.

Le condanne a morte non sembrano provocare grande scalpore nel Paese dei Faraoni, solo pochi familiari e amici degli accusati fuori dei tribunali; l'assordante silenzio dei partiti politici tradizionali illustra il clima estremamente velenoso in Egitto. La maggioranza della popolazione sembra in sintonia con il nuovo raìs - il Feldmaresciallo Al Sisi sarà certamente eletto presidente al voto di fine maggio - e fornisce un supporto quasi unanime alla repressione implacabile e sanguinosa contro il movimento islamista.

In dieci mesi più di 1.400 manifestanti pro-Morsi sono stati uccisi dalla polizia o dai militari, 700 in un solo giorno al Cairo (lo scorso 14 agosto), e più di 15.000 sono stati incarcerati.
Nel suo braccio di ferro con i generali egiziani, Al Jazeera, la potente tv satellitare del Qatar, l'emirato del Golfo che più ha sostenuto i Fratelli Musulmani nella loro scalata al potere dopo la caduta di Mubarak nel 2011, ha deciso ieri di fare causa al governo del Cairo. Tramite un blasonato studio londinese, la "Cnn degli arabi" chiede 150 milioni di dollari come risarcimento per la dura campagna contro i suoi giornalisti - tre di loro sono sotto processo per spionaggio - che si è risolta in gravi danni economici per la rete.

 

Al SisiTamim bin Hamad al Thani SOSTENITRICI DEI FRATELLI MUSULMANI SFILANO AL CAIRO Tamim bin Hamad al Thani HOSNI MUBARAK JOHN KERRY E MOHAMMED MORSI jpegSCONTRI E PROTESTE IN EGITTO aljazeera

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?