LUIGINO ORDINA, E LE PARTECIPATE ESEGUONO: LA PUBBLICITÀ SUI GIORNALI SI È PROSCIUGATA DA QUANDO IL VICEPREMIER HA PRONUNCIATO IL SUO EDITTO - DI MAIO DIMENTICA IL DETTAGLIO DI EUROSTAT, CHE CONTINUA A INGRASSARE IL FILE SULL'ITALIA: SE CON QUESTE AZIENDE IL GOVERNO FA E DISFA QUELLO CHE VUOLE, ALLORA SONO NEL PERIMETRO (E NEL DEBITO) PUBBLICO…
1. IL RUBINETTO DELLA PUBBLICITÀ SI È CHIUSO PER GLI EDITORI ITALIANI
DAGONOTA - Vi ricordate quando Di Maio disse ''Stop alla pubblicità delle aziende di Stato ai giornali italiani? Beh, le aziende di Stato, comprese quelle in cui lo Stato ha una partecipazione minoritaria (ma di controllo) hanno ascoltato il messaggio forte e chiaro e hanno ubbidito: in questi giorni molte campagne sono state messe in stand-by, e dunque una delle principali voci di ricavi degli editori italiani si è improvvisamente prosciugata.
Solo che questo messaggio è così forte e chiaro che si è sentito fino al Lussemburgo, nel palazzo in cui ha sede Eurostat, l'istituto di statistica dell'Unione Europea che si occupa di studiare, calcolare e diffondere i dati principali su cui si basano le nostre economie e il funzionamento dell'intero sistema politico dell'Unione.
Il file riguardante l'Italia si sta arricchendo giorno dopo giorno con le dichiarazioni dei ministri del governo gialloverde, che trattano aziende che in teoria sono state privatizzate e portate fuori dal perimetro pubblico, come se fossero le loro srl unipersonali: una Cdp lanciata di là, una Poste buttata di là… il tutto, come dago-rivelato qualche settimana fa, potrebbe portare a ricalcolare il debito pubblico italiano, rimettendo nel mucchio anche quello delle partecipate, facendo sballare i conti già precari del nostro Paese.
2. EDITORIA, DI MAIO: STOP ALLA PUBBLICITÀ DELLE AZIENDE DI STATO E TAGLIO AI CONTRIBUTI
12/09/2018
Nuovo attacco di Luigi Di Maio agli editori. Dopo che il vicepremier ha accusato gli editori di screditare il suo partito, oggi Di Maio torna alla carica accusando in un post su Facebook Repubblica di avere divulgato una fake news e chiedendo lo stop alla pubblicità da parte delle aziende di stato sui giornali e l’inserimento del taglio ai contributi indiretti in legge di bilancio.
“I giornali dei prenditori editori ormai ogni giorno inquinano il dibattito pubblico e la cosa peggiore è che lo fanno grazie anche ai soldi della collettività”, si legge nel post dal suo profilo Facebook. “In legge di bilancio porteremo il taglio dei contributi pubblici indiretti e stiamo approntando la lettera alle società partecipate di Stato per chiedere di smetterla di pagare i giornali (con investimenti pubblicitari spropositati e dal dubbio ritorno economico) per evitare che si faccia informazione sui loro affari e per pilotare le notizie in base ai loro comodi”.
Lo spunto per il post pubblicato è la notizia di Repubblica.it che vedrebbe il reddito di cittadinanza ‘ridotto’ a mini-sussidio di 300 euro per 4 milioni di persone.
“Questo non è giornalismo – attacca ancora Di Maio – è solo propaganda per difendere gli interessi di una ristretta élite che pensa di poter continuare a fare il bello e il cattivo tempo. Non sarà più così. Il nostro Paese ha bisogno di un’informazione libera e di editori puri senza altri interessi che non siano quelli dei lettori”.