donald trump lewis eisenberg

AMERICA FATTA A MAGLIE - LA FAKE NEWS DI TRUMP DESPOTA CHE RIMUOVE ''ALL'IMPROVVISO'' GLI AMBASCIATORI DI NOMINA POLITICA (LO FANNO TUTTI I PRESIDENTI), CHI È E QUANTO CONTA (MOLTO) IL DESIGNATO PER L'AMBASCIATA A ROMA, I RAPPORTI CON L'EUROPA, LA BREXIT, LA NATO, L'OPPOSIZIONE ALL'ACCORDO CON L'IRAN, IL TOGLIERE LE SANZIONI ALLA RUSSIA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Meno 4 a venerdì 20, giorno dell'insediamento di Donald J Trump a 45esimo presidente degli Stati Uniti. Ogni giorno porta una polemica nuova, ultima quella con il deputato nero John Lewis, e per chi lo sa leggere anche qualche chiarimento, vedi l'intervista rilasciata a Times e al tedesco Bild, che fra le altre cose spiega bene che cosa Trump intenda per rapporto con l'Europa.

DONALD TRUMPDONALD TRUMP

 

La polemica del giorno è tutta di fremiti di sdegno perché mentre c'è l'anniversario di Martin Luther King, icona dei diritti civili, Trump ha usato rispondere “sei tutto chiacchiere e distintivo” al deputato John Lewis,il quale aveva ritenuto di annunciare che non parteciperà alla inaugurazione perché non ritiene legittimo il presidente. Per la serie un deputato può insultare il presidente eletto dagli americani e dichiararlo illlegittimo, ma il presidente non può rispondere.

 

ALVEDA KING NIPOTE DI MARTIN LUTHER ALVEDA KING NIPOTE DI MARTIN LUTHER

Solo che con questo presidente non vale. A volersi tenere alla regola di dare notizie, oltre a riferire del grande sdegno generale per l'offesa al deputato nero mentre si commemora Martin Luther King,si dovrebbe citare Alveda King, nipote del leader dei diritti civili, la quale ha dichiarato: “ho votato per Trump perché ho fiducia in Dio e nel principio della vita della libertà e del perseguimento della felicità. Prego per il presidente eletto e per il deputato Lewis”. Non è una notizia che la nipote dell’icona nera abbia votato per il demonio? Evidentemente no.

 

Ma la fake news più vistosa degli ultimi giorni riguarda la nomina degli ambasciatori. Partita da un articolo vibrante del New York Times, ripresa praticamente da tutti, è circolata l'informazione inquietante secondo la quale Donald Trump ha richiamato entro il 20 gennaio tutti gli ambasciatori di nomina politica lasciando così le ambasciate scoperte, perché ci sono tempi abbastanza lunghi per la conferma dei nuovi ambasciatori da parte del Senato, in un gesto senza precedenti.

 

LEWIS EISENBERG JON BON JOVILEWIS EISENBERG JON BON JOVI

E giù a scrivere di famiglie in difficoltà perché i figli non hanno dove finire l'anno scolastico e devono cambiare a metà anno, e del solo mese di preavviso perché la lettera è stata mandata il 20 dicembre, e così via. Ergo, è un dittatore che non rispetta le regole, ergo non rispetta le altre nazioni.

 

Solo che non è vero niente, solo che tutti i presidenti fanno per prima cosa la sostituzione degli ambasciatori di nomina politica e non di carriera diplomatica, perché è evidente che quegli gli ambasciatori sono stati mandati dal presidente precedente a svolgere un lavoro eminentemente politico, vedi l’attivissimo e ciarliero John Phillips a Roma, e se il nuovo è anche dell'altro partito, è bene che non lo rappresentino nemmeno per un giorno, e che siano sostituiti per intanto dal numero 2, dal vice capo missione, che è sempre di carriera diplomatica.

 

LEWIS EISENBERGLEWIS EISENBERG

Nessun vuoto di potere, nessuna differenza con quel che fece Barack Obama esattamente seguendo le stesse date e tempistica di Trump, scarso disagio, a meno di non ritenere gli ambasciatori degli Stati Uniti di nomina politica, che sono quasi sempre influenti leader e uomini d'affari, alla stessa stregua degli insegnanti italiani, dei poveri deportati che non sanno come sostenere le spese per il trasferimento dei figli. Più fake news di così si muore.

 

 Ma questa notizia farlocca inventata, ricordiamocelo, dal prestigioso New York Times, ci porta alla nomina già praticamente sicura anche se non ufficiale di Lewis, Lew, Eisenberg ad ambasciatore in Italia. Uomo d’affari del New Jersey, che si è messo in proprio dopo una lunga carriera a Goldman Sachs, grande fundraiser dai tempi dei Bush senior, ha 75 anni, è stato nominato sei mesi fa tesoriere del partito repubblicano e ha portato soldi tanto al partito quanto alla campagna del presidente.

RENZI PHILLIPS JOHN KERRYRENZI PHILLIPS JOHN KERRY

 

È un esponente molto influente delle organizzazioni di amicizia tra Israele e gli Stati Uniti, un capo della comunità ebraica americana, la nomina appare francamente sovradimensionata rispetto alla importanza ufficiale almeno sulla carta del nostro Paese, ed anche appare annunciata con grande fretta, insieme ad altre di estrema importanza, come la Germania, Inghilterra, la Cina, Israele.

 

Negli ambienti diplomatici e politici internazionali ci si domanda se con questa nomina non solo Trump intenda chiudere la serie degli affari facili di un ambasciatore con il Paese che lo ospita e di conseguenza anche la pesante intromissione nelle vicende di quel Paese, vedi le dichiarazioni inappropriate di Phillips sulle riforme, il referendum, il Pd, vedi la stretta amicizia anche pratica con alcuni uomini di Renzi, con Giorgio Napolitano, ma anche svolgere un ruolo di triangolazione con l'ambasciatore in Israele per prendere alcune decisioni importanti su Medio Oriente, profughi, futuro della Libia. In queste vicende l'Italia è tanto vittima quanto attore protagonista, e probabilmente Trump intende avere l'uomo giusto.

 

happy newtrump  9happy newtrump 9

E probabilmente gli piacerebbe avere governi giusti e qualche cambio di governo in numerosi paesi dell'Europa, anche se si guarda bene dal mettere i piedi nel piatto, e probabilmente non ha visto personalmente neanche Marine Le Pen, che alla Trump Tower è arrivata qualche giorno fa ma è rimasta al piano del caffè assieme a un amico sia suo che del presidente, l'italiano Giorgio Lombardi, uomo d'affari italiano italo-americano che pure abita alla Tower.

 

Ma quel che pensa è abbastanza chiaro leggendo sul Times di Londra o sul tedesco Bild la prima intervista europea concessa dal presidente. Il giornalista di Bild è vicino alla Merkel, l'intervista per il Times reca la firma molto autorevole di Michael Gove, il parlamentare conservatore che ha guidato il movimento del del  Leave vittorioso nell'ultimo referendum. Intanto è chiara la relazione speciale, anglosfera, che Trump intende ripristinare con l'Inghilterra come ai bei tempi di Reagan e Thatcher.

THERESA MAYTHERESA MAY

 

All'inizio della primavera spiega che vedrà Teresa May, il premier inglese, che al più presto firmeranno un nuovo trattato di commercio e che la Brexit la ritiene una vera benedizione.

 

Non è così convinto che lo sia l'Unione Europea e non solo, spiega, perché i popoli vogliono mantenere la propria identità, ma anche perché i problemi portati dalla massa dei rifugiati spingono a scappare. Trump è convinto che altri, arrabbiati, se ne andranno. L'errore commesso dalla Merkel è  “un errore catastrofico”, accogliere un milione di rifugiati dal Nord Africa e del Medio Oriente negli ultimi due anni, mentre Trump è convinto che l'Occidente avrebbe dovuto costruire zone sicure per accogliere i profughi pagate dai Paesi del Golfo in loco.

 

L'Europa, affonda il colpo Trump, è soprattutto un coacervo di regole burocratiche che impediscono lo sviluppo e gli investimenti. “Avevo in progetto in Irlanda dove ho una magnifica proprietà che si chiama Doomberg,ma  mi hanno opposto talmente tanti ostacoli e regole dell'Unione Europea che non ho fatto niente”.

 

marine le pen    marine le pen

 Politicamente l'Europa è dominata dalla Germania , è un veicolo di potere per la Germania; l'altro impedimento è la Nato. Trump precisa di essere impegnato alla difesa dell'Europa dell'Occidente ma la Nato deve essere riformata per poter combattere il terrorismo islamico, e  i suoi membri hanno creduto troppo a lungo che gli Stati Uniti pagassero e combattessero anche per loro.  Cinque Paesi solamente pagano la loro quota.

 

Critiche durissime nella intervista  per l'accordo con l'Iran, che l'Italia ha  sposato entusiasticamente. “Non dico quello che farò, non sono un politico professionista, non vado in giro a dire faccio questo faccio quest'altro e poi magari non lo faccio, ma questo accordo non va bene, è uno dei peggiori mai stipulati”.

 

Anche l'invasione dell'Iraq per il non politico di professione Trump è stata una delle decisioni più stupide mai prese nella storia, e su questo da presidente non si tira indietro rispetto alla critica inusuale al presidente repubblicano che quella invasione volle.

La Russia? Le sanzioni vanno tolte, i rapporti devono migliorare, ma la condanna per il comportamento in Siria è durissima e anche se Trump apprezza Putin esattamente come stima la Merkel è pronto a tagliare i rapporti con tutti e due e lo dice con durezza:”Io comincio offrendo fiducia a tutti e due ma vediamo quanto dura, potrebbe anche non durare”.

TRUMP PUTINTRUMP PUTIN

 

 Dai servizi segreti americani che hanno spacciato per buona la spazzatura di un finto dossier su di lui, il presidente vuole le scuse, e quanto alla reiterata proposta di smetterla con tweet non ci pensate perché “non intendo assolutamente rinunciare a una connection diretta col popolo americano e non solo americano. @realDonaldTrump  raggiunge 46 milioni di persone collegate tra Facebook Twitter e Instagram”. Ci rinuncereste voi perché da fastidio ai parrucconi?

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…