volodymyr zelensky vladimir putin giampiero massolo

“L'ANALISI DELLE CONVENIENZE PRIMA O POI È DESTINATA A GIOCARE UN RUOLO NELLA GUERRA” – L’AMBASCIATORE MASSOLO: “IN RUSSIA, PERCHÉ LE SANZIONI A MEDIO TERMINE INCIDONO ECCOME (E IL "DOPOGUERRA" PER PUTIN NON POTRÀ ESSERE SOLO CINESE); IN UCRAINA, PERCHÉ NESSUNO VORRÀ EREDITARE UN PAESE RASO AL SUOLO; IN OCCIDENTE, PERCHÉ TENERCI UNITI SENZA PERDERE CONTATTO CON LA GENTE SI DIMOSTRA SEMPRE PIÙ COMPLESSO. INSOMMA, QUESTO È ANCORA IL MOMENTO DELLA COMPATTEZZA E DELL'IMPEGNO MILITARE. MA PENSARE A COME CONIUGARE INGAGGIO, ASSETTI EUROPEI E ONERI È FIN D'ORA INELUDIBILE…”

Giampiero Massolo per “la Repubblica”

 

giampiero massolo foto di bacco

Ucraina: difficile superare la sensazione di una guerra senza prospettive. Sempre più staccata dalla sensibilità delle opinioni pubbliche e dunque complessa da sostenere per i governi. Eppure, allineare gli aspetti principali per cercare una chiave di lettura è doveroso. Perché quello che continua a consumarsi sotto i nostri occhi è un dramma umanitario e dei diritti sconvolgente nel cuore dell'Europa. Rischia di espandersi, colpendo i più poveri, tramutandosi in carestia e rivolte per il pane.

 

PUTIN ZELENSKY

Comporta una crisi energetica, degli approvvigionamenti, dei prezzi che già si allarga a macchia d'olio. Non è vero che la diplomazia - segnatamente quella europea, anche su impulso italiano - sia inerte. Lo sforzo in atto ha pochi precedenti: si concentra sul fattibile, stante l'indisponibilità dell'aggressore russo a fermarsi: lo sblocco dei porti per le forniture di grano, il tetto al prezzo del gas, l'accoglienza ai profughi, i buoni uffici. Accenni a meccanismi e formule forse utili, domani, per tentare un cessate il fuoco.

battaglia tra russi e ucraini a lysychansk 1

 

Su questo sfondo, interagiscono tre elementi, funzionali a delineare una prospettiva: le regole d'ingaggio dell'Occidente, le garanzie per l'Ucraina, i costi della guerra.

Le nostre regole, anzitutto. Il tema è quello della fornitura di armi all'aggredito che ci chiede aiuto. Lecito sul piano del diritto internazionale, doveroso su quello etico, utile sul piano geopolitico perché gli assetti futuri in Europa non siano alle condizioni dell'aggressore. Dopo non pochi ondeggiamenti - non ultimi quelli americani - l'obiettivo delle forniture sembra ormai condiviso tra gli alleati: far negoziare il presidente Zelensky dalla posizione più forte possibile.

 

putin zelensky

Oggettivamente difficile smarcarsi, sul piano della logica e dell'opportunità. D'altra parte, le regole d'ingaggio occidentali non sono mutate rispetto a quelle iniziali: niente confronto diretto Nato/Russia, niente estensione del conflitto, niente guerra illimitata nel tempo. A queste condizioni, va riconosciuto, Mosca non vince la guerra, Kiev non la perde. Si cerca di gestire un conflitto semicongelato, cercando di indirizzarlo verso una soluzione diplomatica. Piaccia o non piaccia. Le garanzie, poi.

 

È uno snodo cruciale: senza, la guerra si cronicizza e, a conflitto aperto, nessun assetto europeo - per quanto basato su potenza e deterrenza - è possibile. Difficile, mentre lo spazio è alle armi, negoziarle concretamente.

battaglia tra russi e ucraini a lysychansk 3

 

Possibile tuttavia immaginare dei realistici parametri negoziali: non garanzie militari equivalenti all'articolo 5 della Nato senza che l'Ucraina ne faccia parte; ricostituzione di una forza armata ucraina significativa, pur nel quadro di uno status di neutralità; integrazione nello spazio europeo, che comprende anche la difesa comune; definizione degli impegni degli Stati garanti; individuazione di un meccanismo di "cointeressenza" della Russia ad un assetto stabilizzato, difficile da alterare senza cambiare le nostre regole d'ingaggio e senza costi sproporzionati per la Russia. Anzi, proprio le sanzioni e la loro dinamica nel tempo potranno essere un'importante leva negoziale. I costi, infine.

 

battaglia tra russi e ucraini a lysychansk 2

Anche la guerra russa in Ucraina non sfugge alla logica costi/benefici. Altrimenti, Mosca non avrebbe ridotto in misura tanto rilevante i suoi obiettivi e l'Occidente non calibrerebbe attentamente le sue sanzioni. Anche se la situazione sul terreno fa credere che entrambe le parti in conflitto ritengano di poter ancora guadagnare, l'analisi delle convenienze prima o poi è destinata a giocare un ruolo: in Russia, perché le sanzioni a medio termine incidono eccome (e il "dopoguerra" per Putin non potrà essere solo cinese); in Ucraina, perché nessuno vorrà ereditare un Paese raso al suolo; in Occidente, perché tenerci uniti senza perdere contatto con la gente si dimostra sempre più complesso. Insomma, questo è ancora il momento della compattezza e dell'impegno militare. Ma pensare a come coniugare ingaggio, assetti europei e oneri è fin d'ora ineludibile. Lo dobbiamo al popolo ucraino e ai nostri cittadini.

battaglia tra russi e ucraini a lysychansk 5

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…