1. LA NOTIZIA DEL GIORNO? CHE RENZI VADA A BRUXELLES A FARE GLI INTERESSI DELL’ITALIA! 2. OGGI AL VERTICE DI YPRES, LA SENSAZIONE È CHE ROMA VADA FINALMENTE IN EUROPA CON UNA POSIZIONE AUTONOMA E INTERESSI PROPRI DA DIFENDERE, DOPO ANNI IN CUI IL GOVERNO È STATO RAPPRESENTATO DA PERSONAGGI RIDICOLI O SCREDITATI (BERLUSCONI), OPPURE CULTURALMENTE APPIATTITI SULLE POSIZIONI DEGLI ALTRI (MONTI E LETTA) 3. E GLI ALTRI NON CI CREDONO. NON CI CREDONO NEPPURE RE GIORGIO E I GIORNALI FILO-ESTERI, VEDI LA FACCENDA DEL BALLON D’ESSAI LONDINESE E PARIGINO SU ENRICO LETTA, CANDIDATO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’EUROPA A INSAPUTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. UN’OCCASIONE IN PIÙ PER VERIFICARE, IN ITALIA, CHI RISPONDE A CHI
A cura di Minimo Riserbo (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. A BRUXELLES CON I COGLIONI, FINALMENTE?
Il Messaggero parla di “battaglia”, Il Sole 24 Ore di “trattative serrate”, il Corriere di “scontro tra due anime” e Repubblica di “tensione Renzi-Merkel”. Comunque vada a finire oggi al vertice di Ypres, la sensazione è che Roma vada finalmente in Europa con una posizione autonoma e interessi propri da difendere, dopo anni in cui il governo è stato rappresentato da personaggi ridicoli o screditati (Berlusconi), oppure culturalmente appiattiti sulle posizioni degli altri (Monti e Lettanipote).
Che Pittibimbo sia a caccia di “flessibilità” per sostenere i suoi interventi più o meno demagogici – vedi gli 80 euro accollati all’Inps – non è qui materia del contendere. E’ il fatto che vada a Bruxelles a fare gli interessi dell’Italia che sembra proprio una notizia. E gli altri non ci credono. Non ci credono neppure Re Giorgio e i giornali filo-esteri, come vedremo fra qualche riga con la faccenda del ballon d’essai londinese e parigino su Enrico Letta, candidato presidente del Consiglio d’Europa a nostra insaputa. Un’occasione in più per verificare, in Italia, chi risponde a chi.
2. MATTEO, ROMPI LE SCATOLE? E ALLORA BECCATI LETTANIPOTE!
Da Repubblica prendiamo le parole di Renzie alla Merkel, “L’Italia non farà come la Germania nel 2003, che sforò i limiti del 3%, perché rispetterà i patti. Serve più flessibilità per i paesi che fanno le riforme. Ok a Juncker solo se ci sono impegni” (p. 2). Uh, ma che ardire questo ragazzotto con la faccia da Fonzie. E sul Messaggero, “Matteo fermo su Mogherini: i nomi italiani li decido io. Gelo per le pressioni di Parigi e Londra su Enrico Letta alla presidenza del Consiglio” (p. 3).
Il Corriere della Sera butta lì una frasetta anodina in mezzo al pezzo che parla della candidatura, chiaramente di disturbo, di Lettanipote: “Sembra che Napolitano abbia invitato Renzi, nell’ultimo colloquio, a considerare in un contesto europeo, e non solo italiano, l’ipotesi” (p. 3). Si apprezzi il linguaggio obliquo dell’’avvertimento di Bella Napoli a mezzo Corriere. Nella nostra infinita limitazione mentale ne ricaviamo solo che, come al solito, casualmente, Re Giorgio sta con gli altri.
Sta con gli altri, ma con più fervore e senza tanti giri di parole, anche la Stampa di Detroit: “Al timone del Consiglio UE tutti con Letta tranne l’Italia”, è il titolo del pezzo da Roma di Antonella Rampino. Dove si leggono cose lunari: “Renzi dovrebbe spiegare il no. Se sarà un no. Se sarà, cioè, una replica di quanto accadde a Giuliano Amato a Laeken nel 2001 (…) Ne uscì solo vice della Convenzione perché Berlusconi disse no” (p. 3). Esempio perfetto. Forse che Berlusconi sapeva che anche il Dottor Sottile sta sempre con gli altri? Proprio come Aspenio Letta? E non a caso, non lo vogliono, il caro Amato, sempre al Quirinale?
berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitola
Repubblica coglie astutamente il tema del rimpasto di governo: “Da Mogherini ad Alfano, ora spunta il rimpasto nell’agenda di Renzi. L’operazione potrebbe scattare a luglio, quando si chiuderà la partita europea. Il premier dovrà comunque tenere conto dei nuovi rapporti di forza nella maggioranza. Alfano lascerebbe il Viminale per la Farnesina” (p. 8)
3. ERA MEGLIO RUBARE CHE VENDERSI LA COSTITUZIONE
La rivolta di Palazzo Madama non è da sottovalutare, per i cari leader di partito. Scrive Repubblica, “Rivolta in Forza Italia. In 37 per il Senato elettivo. Nel Pd 19 dissidenti. Oltre la metà del gruppo contrario alla riforma Renzi. Presto l’assemblea con Berlusconi. Allarme preferenze. I dem vorrebbero arrivare al voto in aula entro il 18, prima della sentenza d’appello su Ruby” (p. 6).
Il Corriere si preoccupa e fa la predica: “Una strada obbligata, ma ancora lastricata di resistenze trasversali” (p. 8). Nulla contro il predicatore di sistema, padre Massimo Franco, ma a noi ci vengono sempre dei sospetti quando qualcuno con il coltello dalla partE del manico parla di “strada obbligata”.
Il Messaggero registra “numeri a rischio” e segnala “un asse contro la riforma tra i dissidenti di Pd e Fi” (p. 8). Dovevano farlo riformare alla Camera, il Senato, e viceversa.
4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Solo demagogia, intorno alla riscossione delle (troppe) tasse sui soliti noti. Giustamente la Stampa si accorge che sono passate le elezioni e allora si ricomincia come prima: “La sanatoria è finita, riparte la carica delle cartelle di Equitalia. In arrivo centinaia di migliaia di avvisi ai contribuenti. Ma i pignoramenti scatteranno solo tra qualche mese. Ammonta a 725 milioni la cifra incassata con la sanatoria, mentre la soglia minima per pignorare le case è fissata a quota 120 mila euro di debito” (p. 7).
5. TOGHE ROTTE, GIUSTIZIA DA RIFORMARE E LIGRESTOS DA STANGARE
Intervista sdraiata di Repubblica al capo delle toghe sindacalizzate, Rodolfo Sabelli (“Intercettazioni? Non sono il primo problema”, p. 7). A un certo punto, domandone suggestivo: “Coglie segnali di un Renzi che, per garantirsi il patto sulle riforme con FI, cede sulla magistratura?”. Risposta: “Al momento, non vedo materializzarsi questi pericoli. Ma abbiamo stabilito principi molto netti sulla responsabilità civile, su cui siamo contrari a qualsiasi forma di azione diretta e a limitazioni della libertà di interpretazione”.
Mario Monti and Jean Claude Juncker c
Eeeeeh? Vabbè, sulla responsabilità civile dei magistrati fate voi da soli come al solito?
Il Corriere prende atto del fatto che il ponziopilatismo di un Csm prono a Re Giorgio non ha disinnescato la mina Robledo sulle procure gerarchizzate, e oggi mette tutte le dita nelle ferite della magistratura associata con un editoriale di Luigi Ferrarella (“Il non governo dei magistrati”, p. 1). Che si chiude così: “Ma con la quotidianità di indagini delicate che non possono aspettare Godot, e con in ballo il destino di Expo2015, sarà una pericolosa illusione delegare solo al tempo che passa (Bruti Liberati che va in pensione da solo, ndr) quella parola chiara sinora non pronunciata dalle istituzioni preposte a dirla”.
Intanto si apre la corsa per il nuovo Csm, con l’avvocatissima Severino e il giurista Fiandaca in vantaggio, sempre secondo il Corrierone (p. 10). Mentre il Cetriolo Quotidiano, con un informatissimo pezzo di Gianni Barbacetto, spiffera: “UnipolSai, Ok Corral tra Procure. Torino vuole l’inchiesta aperta da Milano. Piemontesi tiepidi su Mediobanca e Consob”. Vogliono dare tutta la colpa ai Ligrestos, è chiaro. Ma i Ligrestos non hanno fatto tutto da soli, all’insaputa di tutti. (p. 4).
Sempre sul Cetriolo, coraggiosa intervista di Galan nella casa dei manettari: “Ho fatto molti errori ma non ho rubato” (pp. 6-7).
6. CALCIO SERVO IN SERVA TELEVISIONE
Si chiude l’indecorosa spartizione dei diritti tv di un campionato ormai da ridere: “A Sky e Mediaset le 8 star della serie A. La Lega Calcio rinuncia a 130 milioni. Accordo in extremis. La tv di Murdoch trasmetterà tutto il campionato. Nessuna offerta degli operatori per i match da vedere su internet” (Corriere, p. 12).
Per Repubblica, “Berlusconi evita la sconfitta. Prezzo salato, cercasi socio. In pole al Jazeera e Vivendi. L’accordo conferma lo status quo: a Sky va il monopolio del satellite e il Biscione resta in gara” (p. 13).
Intanto il Giornale del Biscione spara una prima pagina sul concorrente pubblico: “Estorsione della Rai. Nuova tassa occulta. Canone anche sui computer, ondata di minacciosi bollettini. Il governo tace” (p. 1). Pare che vengano richiesti ben 407 euro! (p. 9)
7. INTERVISTE D’AUTORE
2 berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitola
Repubblica regala una paginazza al sindaco Sotto-Marino e si ride davvero parecchio. A noi è piaciuto questo scambio. “Domanda”: “Il concerto dei Rolling Stones è stato un successo, ma tutti parlano solo dei 7mila euro per il Circo Massimo. Lei sconta un problema di immagine?”. Risposta della povera vittima (d’immagine): “Io penso che ci sia un po’ di provincialismo. E’ stata una straordinaria vittoria, tutti i media del mondo hanno celebrato l’evento e noi qua a parlare ancora dei 7mila euro. Mah!” (p. 23). Per 7mila euro, se ne trova di gente che affitterebbe il circo Massimo!
8. TELECOM-MEDIA
Sempre in bilico sulla tragedia (finanziaria) l’avventura delle banche nella Telecom privatizzata: “Telco si divide in quattro, bruciati altri 952 milioni. Via libera alla scissione, condizionata all’ok delle autorità brasiliane” (Messaggero, p. 16). Impietosa la foto scattata dal Sole 24 Ore: “Telco ‘chiude’ con perdite per 7 miliardi in sette anni. Recchi diventa esecutivo, ma cede il ruolo sull’audit” (p. 29). E ce n’è da fare di “audit” in un gruppo come questo.