LA DOPPIA MORALE DI HOLLANDE - IL “BUDINO” PAUPERISTA CHE BANDISCE LO CHAMPAGNE DALL’ELISEO PRENDERÀ 35 MILA EURO DI PENSIONE GRAZIE A UNA FURBATA: DAL 1988 E’ IN ASPETTATIVA DALLA CORTE DEI CONTI - E POI FREGANDONESE DEGLI ALLEATI VA DA PUTIN PER GLI AFFARI FRANCESI
1 - QUEL TRUCCHETTO DI HOLLANDE PER FARSI LA PENSIONE RECORD
Mauro Zanon per “Libero quotidiano”
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Fino a due giorni fa, sapevamo che il solo record che François Hollande era riuscito a battere in due anni e mezzo di mandato era quello di impopolarità. Non gli bastava, evidentemente, perché secondo quanto rivelato dal settimanale Marianne, il capo di Stato socialista sarebbe pronto a passare alla storia in ragione di un nuovo record, che certamente non lo aiuterà in termini di gradimento.
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Una volta abbandonate le sue funzioni, il presidente che si voleva «normal», beneficierà infatti di una pensione che di normale non ha proprio nulla: 35.800 euro sonanti al mese, come mai nessun capo di Stato francese prima di lui. Il presidente che in privato chiama i poveri «sdentati» e totalmente privo di senso del ridicolo mette al bando lo champagne dalle cerimonie ufficiali all’Eliseo perché è «roba da ricchi», spariglia così una concorrenza alquanto accanita fino a pochi giorni fa.
Prima di Hollande, il primato apparteneva a un certo Jacques Chirac, che di euro mensili ne prende 31.000. Dietro di lui, Valéry Giscard d’Estaing, a quota 30.000. Nicolas Sarkozy «solo» 18.000, che è comunque la remunerazione di base di cui tutti gli ex inquilini dell’Eliseo giovano: 6.000 per il mandato presidenziale e 12.000 come membri del Consiglio costituzionale (chiunque abbia ricoperto il ruolo di presidente della Repubblica fa parte di diritto e a vita dell’alto organo istituzionale una volta terminate le sue funzioni).
Secondo i calcoli del settimanale, la somma che Hollande percepirà è frutto dell’accumulo dei contributi pensionistici maturati nel corso della sua carriera politica ma anche di una furbata tutt’altro che in sintonia con il birignao pauperista e i proclami sulla trasparenza dell’esecutivo che dal 2012 siamo obbligati a sorseggiare a ogni suo comizio. Hollande, infatti, è ancora in aspettativa, dal 1988, della Corte dei Conti, lì dove ha iniziato la sua carriera come alto funzionario.
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Continua così a far girare il contatore della pensione a pieno regime e a maturare di conseguenza i contributi, approfittando del vuoto giuridico lasciato dalla «legge sulla trasparenza» del 2013, che proibisce a tutti i membri del governo, fatta eccezione per il presidente della Repubblica, guarda un po’, di mettersi in aspettativa per altre funzioni pubbliche. Il presidente moralizzatore, e a suo tempo assenteista - la sua presenza alla Corte dei Conti era «episodica», dice Marianne - si avvale fino in fondo dei vantaggi del sistema, e questa sua deroga alla legge, gli permetterà di intascare ben 5.000 euro in più al mese. Ma non è finita qui.
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Perché colui che ha votato anche la legge contro il cumulo dei mandati, a quanto pare non si fa troppi problemi ad accumulare le pensioni: 6.000 euro per i suoi trascorsi da consigliere, presidente del consiglio generale e sindaco di Tulle e altri 6.800 per il suo percorso da deputato e eurodeputato, che aggiunti ai 5.000 come ex funzionario della Corte dei Conti e ai 18.000 canonici per gli ex presidenti fa quasi 36.000 euro.
Ieri, l’Eliseo ha denunciato le cifre di Marianne, giudicandole «false», ma con un tempismo, diciamo così, curioso, ha anche annunciato, subito dopo, che Hollande rinuncerà ai 12.000 euro da futuro ex presidente e membro del Consiglio costituzionale. Chissà. Ma comunque, dove sono ora i giornaloni italiani che nel 2012 recitavano peana in onore di Hollande perché si era decurtato del 30% lo stipendio? Ah, saperlo…
2 - HOLLANDE FA UN SALTO DA PUTIN: PER IL GAS DIMENTICA GLI ALLEATI
Francesco De Palo per “il Giornale”
Grandeur o, più pragmaticamente, furbizia? Mentre Washington e Berlino fanno la voce grossa contro Mosca per via delle note sanzioni che stanno danneggiando, tra le altre cose, anche le aziende italiane, quello che i sondaggi hanno definito come il peggior presidente della storia di Francia non ci pensa proprio a perdere più di un miliardo di euro.
E, con uno scalo a sorpresa, di ritorno dal viaggio di Stato in Kazakistan, si «ferma» all'aeroporto di Mosca per incontrare Vladimir Putin. La visita a sorpresa che François Hollande ha fatto ieri a Mosca ufficialmente non ha riguardato il contratto di costruzione di due fregate Mistral alla flotta russa da 1,2 miliardi di euro siglato tra i due paesi tre anni fa.
Ma alzi la mano chi non ha pensato che, dopo i dossier su nucleare iraniano, Ucraina, Siria e relativo al Califfato, i due interlocutori non abbiano anche trattato, en passant , della delicatissima questione legata alla fornitura militare che, bloccata poche settimane fa dallo stesso Hollande dopo le fortissime pressioni statunitensi, rischia ora di minare la credibilità francese sul mercato internazionale dei produttori di armi.
«Stavo volando sopra Mosca quando ho deciso di fare una sosta qui per discutere con voi le questioni importanti che riguardano la crisi ucraina ed i problemi che sta causando al popolo di Ucraina, all'Ue e alla stessa Russia». Queste le prime parole di Hollande rivolte a Putin e al ministro degli Esteri Lavrov, all'interno della sala-cerimonie dell'aeroporto moscovita di Vnukovo. Al termine delle due ore di incontro Hollande ha sottolineato che è necessario continuare la discussione avviata nel quadro del G20.
Sulla risoluzione del conflitto ucraino Putin ha confermato che Russia e Francia sono in favore di un cessate il fuoco immediato per impedire altri spargimenti di sangue. Ma poche ore prima della riunione improvvisata, l'edizione online di Le Figaro aveva anticipato che al centro dell'incontro ci sarebbe stata la consegna delle Mistral, anche se i due si erano visti recentemente (lo sorso 15 novembre) in occasione del G20 di Brisbane. Esattamente dieci giorni dopo quel vertice il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, aveva annunciato lo stop alla consegna della Vladivostok , aggiungendo che la Russia avrebbe avuto il diritto di esigere il pagamento di una penale, come da contratto.
E così se da un lato la posizione ufficiale delle potenze occidentali è quella di proseguire sulla strada delle sanzioni, si registra la foga con cui Hollande ha deciso di sincerarsi personalmente degli affari di casa propria, anche perché la novità degli ultimi giorni si ritrova alla voce gas, altra questione che tocca Parigi in modo niente affatto secondario. Tre giorni fa Putin in persona da Ankara ha chiuso al gasdotto South Stream, viste e considerate le resistenze europee, per dare l'ok al Blue Stream , la variante che passerà sotto il Mar Nero, bypassando l'Ucraina ma con un coinvolgimento più diretto della stessa Turchia.
Obama e Hollande brindano alla salute
Due tematiche che coinvolgono direttamente il portafogli francese, in un momento caratterizzato dal preciso handicap del governo socialista, già gravato da un rimpasto e dal Fn di Marie Le Pen che ogni giorno aumenta il divario. Tornando al vertice, secondo fonti diplomatiche, dopo le richieste di cessate il fuoco per quanto riguarda il conflitto ucraino, il presidente russo ha evidenziato che delle fregate Mistral non si è parlato perché «esiste un contratto, un documento legale e siamo convinti che sarà eseguito. Non ho chiesto niente, il presidente della Francia neanche». Una perfetta excusatio non petita .