A CHI LA POLEMICA? A NOI! - IL BANANA A CACCIA DEI DELUSI DI DESTRA ELOGIA IL DUCE MA ZITTITO DAI SUOI - “HO DETTO QUELLO CHE PENSA LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI…” MA CICCHITTO E ALFANO IMPONGONO LA PRECISAZIONE - BERLUSCONI RIMBAMBITO DAGLI ANTIBIOTICI? QUESTA LA VERSIONE DEL SUO “CERCHIO MAGICO” - NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE SILVIO PARLA BENE DI BENITO - DONNA ASSUNTA: “BERLUSCONI FASCISTA? MA QUANDO MAI…”

1 - "LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI LA PENSA COSÌ" POI ALFANO E CICCHITTO IMPONGONO LA SMENTITA
Francesco Bei per "la Repubblica"

«Sul fascismo ho detto soltanto quello che pensa la stragrande maggioranza degli italiani, ma nessuno può accusarmi di antisemitismo: in questo paese sono io il più grande amico di Israele». Berlusconi il giorno della scivolata su Mussolini mastica amaro per l'eco mondiale della notizia. Lo colpiscono come un pugno nello stomaco i titoli del quotidiani israeliani, c'è timore nello staff per un nuovo possibile isolamento internazionale dopo gli attacchi arrivati dal Ppe nelle scorse settimane.

È un effetto indesiderato, assicurano i suoi, ammettendo «l'incidente » e attribuendolo, lontano dai microfoni e lontano anche dalle orecchie del capo, alla stanchezza della campagna elettorale, alla doppia dose di antibiotici che gli hanno imposto i medici, alla febbre, ecc. Insomma, il Cavaliere non avrebbe cercato volutamente - come l'accusa invece Bersani - di lanciare un messaggio mobilitante all'ala nostalgica del suo elettorato. Ha parlato a ruota libera, in maniera «inopportuna», ammettono dal Pdl, ma poi era davvero irritato per la «strumentale interpretazione » che gli avversari hanno voluto dare alla vicenda.

C'è da dire che Berlusconi stavolta ha fatto tutto da solo. L'idea di infilarsi nella cerimonia per il memoriale della Shoah a Milano è stata presa domenica mattina,
all'insaputa del quartier generale romano, su suggerimento di Mario Mantovani, il coordinatore lombardo del Pdl e di una vecchia conoscenza del Cavaliere, il medico Enrico Mairov, ex militare dei corpi speciali israeliani nel Kippur ed ex amico di Gianfranco Fini (quando l'allora leader di An preparava lo storico viaggio a Gerusalemme). «Perché no? - ha risposto il leader del Pdl ad Arcore - se c'è Monti ci vado anche io». Poi, all'uscita, il Cavaliere non ha saputo resistere al richiamo delle telecamere.

Tornato ad Arcore, agli amici che lo chiamavano per capire la genesi del corto circuito, Berlusconi è apparso all'inizio quasi inconsapevole. «Non capisco proprio tutto questo scandalo. Cosa ho detto mai? E poi alla gente queste polemiche non interessano, sono bel altre le preoccupazioni in questo momento».

C'è voluto tutto lo sforzo delle colombe per convincerlo a precisare. La verità è che il Cavaliere quelle opinioni sul regime le coltiva da sempre, per lui davvero non sono una «novità». A Nicholas Farrel, il controverso giornalista che lo intervistò per the Spectator, consegnò - ormai più di dieci anni fa - giudizi persino più assolutori su Mussolini.

E Farrell, già allora al centro dello scandalo, osservò in quella occasione che «quando Berlusconi fa le sue "gaffes", sono sicuro che lui parla dal cuore». Anche stavolta sembra essere andata così. Da allora, cioè dal 2003, la convinzione del Cavaliere che il fascismo
sia stato al massimo «una democrazia minore», in fondo una «dittatura benevola» è andata semmai rafforzandosi. Complice un libro. E un amico.

Tutto risale al 2009, a un pranzo ad Arcore in occasione di un lutto, quello della sorella "Etta". Berlusconi invitò a colazione alcuni amici di vecchia data e non poteva mancare certo Marcello Dell'Utri. Terminato il pasto, il senatore tirò fuori dalla tasca un dono per l'amico, per risollevarne il morale. Erano i diari di Mussolini, un falso assodato da numerose perizie, ma che Dell'Utri ha sempre spacciato come autentici. «Dai Silvio - gli disse - ascolta cosa scriveva. Sono una miniera».

E si mise a leggerne ad alta voce alcuni passaggi, compreso quello celebre sugli italiani che non sarebbe solo «impossibile» tentare di governare ma anche «inutile». Una frase che colpì molto l'allora premier, tanto da essersela rivenduta in pubblico più volte. Ora l'imbarazzo del Pdl per questa ennesima «gaffe» è alto.

Certo, Alfano e Cicchitto sono intervenuti per parare il colpo. Anche Gaetano Quagliariello è arrivato in soccorso: «Basta leggere non dico De Felice, ma Pennacchi, per capire che il regime ebbe anche aspetti di consenso di massa che nessuno tra gli storici ormai nega». E tuttavia dietro le giustificazioni e le difese d'ufficio il timore che sia scoppiato un nuovo caso internazionale è alto.

2 - ASSUNTA ALMIRANTE: "MEGLIO IL DUCE, LUI LO INVIDIA"
Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

«Io con Berlusconi qualche volta ci ho chiacchierato. Ve lo assicuro, lui non è fascista ». Donna Assunta Almirante - vedova dello storico leader del Msi - risponde al telefono e abbassa il volume della tv: «Sto guardando la storia di Mafalda di Savoia - figlia di Vittorio Emanuele III° morta a Buchenwald una vicenda molto triste».

Nel Giorno della Memoria Berlusconi distingue tra leggi razziali e il resto dell'operato del Duce. Condivide?
«In pieno. È indubbio che Mussolini ha costruito molte opere nell'interesse della nazione».

Un'uscita grave.
«Il Cavaliere ha governato, ma non è stato capace di fare la Salerno- Reggio Calabria o il Ponte sullo Stretto. Lui che ci ha dato? La televisione.... Forse avrà un po' d'invidia...».

Mussolini ha anche portato l'Italia in guerra. E per giunta al fianco di Hitler.
«Nel mondo c'è sempre stata la guerra, fin dai tempi dell'impero romano, non l'ha portata Mussolini. Non dobbiamo cercare il pelo nell'uovo. Berlusconi ha detto che ci sono state cose positive, come le bonifiche dell'Agro Pontino, gli zuccherifici, l'Eur, la lotta alla malaria. Ci sono state naturalmente anche le cose negative. La dittatura, il dover dire buongiorno invece di buonasera, quello era sbagliato. Ma quelle opere non si possono negare, lo diceva anche mio marito».

Tutti, da Casini alla comunità ebraica, attaccano.
«La facesse Casini la Salerno-Reggio Calabria. E poi noi italiani abbiamo il dna di Bruto, che ammazzò il padre. Prima esaltiamo, poi mandiamo in esilio. Le opere del fascismo sono innegabili, così come nessuno può negare quanto fatto da De Gasperi ».

La destra è frammentata, Berlusconi cerca di rappresentarla?
«La destra si è sciolta in Forza Italia. Non so se voterò per lui».

 

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