roberto gualtieri

GUALTIERI, SI CONTENGA! - L'EX SOTTOSEGRETARIO AL TESORO POLILLO PUNGE L'ATTUALE MINISTRO DELL'ECONOMIA: ''NON PUÒ ANDARE IN TV A DIRE CHE SALVINI E BORGHI FANNO 'UNA CAMPAGNA TERRORISTICA PER SPAVENTARE LE PERSONE'. LEI È UN MINISTRO NON UN CAPO PARTITO CHE SI BUTTA NELLA MISCHIA - DIFENDE IL MES A TUTTI I COSTI, CON UN ECCESSO DI ZELO. POSIZIONE CHE RISCHIA DI ESSERE SMENTITA DALLA STESSA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA CHE IL PARLAMENTO SI APPRESTA A VOTARE''

Gianfranco Polillo per www.startmag.it

 

Tra i tanti compiti del ministro dell’Economia, uno è particolarmente impegnativo: l’impegno pedagogico. Deve guidare e convincere i suoi (spesso) rissosi concittadini a fare cose che non vorrebbero fare. A tener conto del fatto che, nella vita, non esistono pasti gratis. E se c’è qualcuno che riesce ad intrufolarsi, questo può avvenire solo perché sono altri a pagare il conto.

ROBERTO GUALTIERI

 

Questo è stato il grande lascito testamentario di Quintino Sella, la cui effige troneggia di fronte il quadrilatero di Via XX Settembre, dove ha sede l’attuale ministero. Uomo della destra storica, si impegnò fino allo spasimo per far quadrare il bilancio dello Stato e tornare al pareggio, dopo anni in cui l’eccesso di spesa pubblica aveva rischiato di minare le basi del nascente Stato nazionale.

 

gianfranco polillo

Per questo fu al tempo stesso odiato e combattuto. Contro di lui vi furono le grandi manifestazioni di piazza, a seguito dell’introduzione della tassa sul macinato. Il ricorso ad una satira devastante, da parte dei giornali dell’epoca. Come pure gli attacchi dell’opposizione. Ma Quintino Sella non ribatté colpo su colpo, scendendo sul terreno dei suoi avversari. Fece semmai appello alla ragione, per dimostrare che la sua medicina – la chinina – andava presa in dosi adeguate se si voleva vincere la febbre che, altrimenti, avrebbe ucciso il malato. Comportamenti che hanno disegnato, nel tempo, questa figura istituzionale.

 

Sarà forse per questo che non ci è piaciuta l’intervista di Roberto Gualtieri a Lucia Annunziata su Rai3. Quella sua invettiva contro Matteo Salvini e Claudio Borghi, accusandoli di “portare avanti una campagna terroristica per spaventare le persone” non sarebbero mai uscite dalla bocca di Carlo Azeglio Ciampi, o di Tommaso Padoa-Schioppa. Per non parlare di Guido Carli.

 

Negli annali del ministero, ancora oggi, si ricorda la polemica tra Beniamino Andreatta e Rino Formica: rispettivamente ministro del Tesoro e ministro delle Finanze dell’epoca. L’accusa del primo contro il commercialista di Bari. La risposta del secondo: “Abbiamo una comare come Lord dello Scacchiere”. Finezze intellettuali impensabili nell’attuale corrida politica. Eppure il tema era di quelli che scottavano: la solitaria decisione del ministro del Tesoro di procedere al “divorzio” con la Banca d’Italia, senza mandato da parte del governo e del Parlamento.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Differenze di temperamento? Certamente, ma soprattutto consapevolezza del proprio ruolo. Di quella pedagogia, di cui si diceva all’inizio, che impedisce al responsabile dell’Economia di essere come un politico qualsiasi che si butta nella mischia. Quando, invece, deve essere sempre un gradino più in alto nella polemica, per la delicatezza e la responsabilità dei compiti che è chiamato a svolgere. Che richiedono appello alla ragione ed alla coerenza. Ma forse è stata proprio la mancanza di uno di questi ingredienti – la coerenza – a determinare la scompostezza.

 

Gualtieri ha passato gran parte della sua ultima legislatura, come presidente della Commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo, a combattere contro il Fiscal Compact. Riuscendo alla fine a far bocciare la proposta della Commissione europea di inserirlo definitivamente nell’ordinamento europeo. Cacciato dalla porta quel complesso di regole e di regolette è rientrato dalla finestra. Ed inserito in uno degli allegati del Mes. Quel Trattato che il ministro difende con un eccesso di zelo.

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

 

Posizione che rischia di essere smentita dalla stessa risoluzione di maggioranza che il Parlamento si appresta a votare. Vedremo. Intanto Paolo Gentiloni si smarca. Forse su suggerimento di Marco Buti, il suo capo di gabinetto nonché uno degli artefici, in passato, del “Patto di stabilità” parla della necessità di un cambiamento profondo di quelle stesse regole, nate per far fronte a problemi completamente diversi dalla fase attuale.

 

Un buon inizio: che potrebbe portare a quelle deroghe che l’Italia dovrebbe rivendicare. Non solo nel suo interesse, ma con il realismo che deriva dall’esatta percezione dei cambiamenti, che nel frattempo, sono intervenuti. Sennonché tutto ciò richiede una precondizione: che il Pd si metta d’accordo con sé stesso. Evitando di essere, in modo schizofrenico, Mr. Hyde e dottor Jekyll.

ROBERTO GUALTIERI PIERRE MOSCOVICI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?