1. QUALE SAREBBE MAI LA CAUSA DI TANTO GELO TRA LA PRIMA E LA SECONDA CARICA DELLO STATO? BEH, DICONO GLI ADDETTI AI LIVORI CHE NAPOLITANO NON ABBIA GRADITO CHE L’EX MAGISTRATO GRASSO, UN PAIO DI SETTIMANE FA, SIA VOLATO A PALERMO PER TESTIMONIARE AL PROCESSO SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA E RACCONTARE NEI DETTAGLI CHE COSA GLI DISSE E CHE COSA GLI CHIESE NEL 2011 L’EX MINISTRO MANCINO; CIOÈ PROPRIO IL PROCESSO, GUARDA CASO, CHE TANTI IMBARAZZI (EUFEMISMO) STA CAUSANDO A RE GIORGIO MEDESIMO 2. ABBATTUTO IN VOLO IL PICCIONE ZANDESCO (NON CONCEDERE AI RIBELLI LA SEGRETEZZA DEL VOTO IN SENATO), ORGASMO PER I FORZISTI: AVETE NEGATO IL VOTO SEGRETO SULLA DECADENZA DI BERLUSCONI, MO’ BECCATEVI LA BOCCIATURA SUL VOTO PALESE PER IL RENZUSCONI 3. ROMANI E VERDINI NON CONTROLLANO PIÙ I FORZISTI DEL SENATO: BEFFATI DA SCILIPOTI! 4. PIERFURBY CASINI IERI È PARTITO IN QUARTA AD ATTACCARE GLI OSTRUZIONISTI DEL SENATO: POVERO ILLUSO, CONVINTO CHE IL CAZZARO RENZI FARÀ IL SUO NOME PER IL QUIRINALE
DAGOREPORT
Voto segreto sì, voto segreto no. Oddio che pathos, ieri, su e giù per i corridoi di Villa Arzilla. Il solito Renzi aveva chiamato il solito Zanda, l’esimio capogruppo (renziano?) del Pd, dandogli il solito ordine di scuderia: voto palese a tutti i costi.
Pronti! Già l’esimio Zanda aveva in tasca, come a Madama sanno ormai anche i muri, l’esimio parere di un costituzionalista, Daniele Piccione, per dimostrare al presidente Grasso l’im-pos-si-bi-li-tà giuridica di concedere agli ostruzionisti la segretezza del voto.
RENZI CONVINCE TUTTI ALLA DIREZIONE PD BY VINCINO
Beh, il parere è stato praticamente cestinato da Grasso, che ha sì lesinato sul numero dei voti segreti da concedere - su 920 richiesti dai senatori, ne ha concessi meno di 150 – ma ha in sostanza impallinato l’architettura giuridica dell’esperto Piccione, come già il Piccione medesimo era stato abbattuto, ovverosia bocciato, al concorso per associato di diritto costituzionale. Chissà la faccia del Matteo quando lo ha saputo.
LUIGI ZANDA ALLA DIREZIONE PD ABBASSA SUBITO IL LIVELLO BY VINCINO
Forse è inutile rimarcarlo. Ma, abbattuto in volo il Piccione zandesco, a Palazzo Madama è stato tutto un godere di noti costituzionalisti: Donato Bruno, Annamaria Bernini, ma soprattutto il durissimo e cattivissimo Nitto Palma, ex sottosegretario alla Giustizia. Chissà se davvero avevano fatto la notte ripassando diritto costituzionale, quei tre, o semplicemente e finalmente godevano per via della nota legge del taglione. Che all’incirca suona così: avete negato il voto segreto sulla decadenza di Berlusconi, mo’ beccatevi la bocciatura sul voto palese per il Renzusconi. E zitti, eh.
9dc52 enzo dechiara donato bruno
Così poi in Aula, ragazzi, c’è stato l’apriti cielo. E un fantastico scontro al fulmicotone tra il mitologico Scilipoti e il suo capogruppo, Paolo Romani. Diciamolo: ormai i pregiati senatori Romani e Verdini non controllano più il gruppo di Fi. Tanto che quando Scilipoti è partito in quarta contro Casini, e Romani ha tentato al volo di zittirlo, a uscirne zittito di brutto non è stato Scilipoti ma Romani medesimo. Addio disciplina! E’ chiaro a tutti che non appena il Cav archivierà il Renzusconi, a Romani e Verdini, ossia gli alfieri del Renzusconi di cui sopra, i senatori forzisti gli faranno una pernacchia così. Il Renzusconi nun je va gggiù, l’avete capito?
mssbrl23 cesare previti donato bruno
Quanto a Casini, nostro presidente emerito, anzi: emeritissimo. Diciamo che è un po’ invidioso, anzi: invidiosissimo, del fatto che a posarsi sullo scranno più alto del Senato siano i glutei di Grasso e non i suoi. Ieri è partito in quarta ad attaccare la lentezza dei lavori in aula, ricevendo in diretta gli insulti di mezza Forza Italia, Sel, 5 stelle, ex 5 stelle e persino di un paio dei suoi, Mario Mauro e Tito Di Maggio. Glielo spiegate voi all’emerito, convinto che Renzi farà il suo nome per il Quirinale, che per salire al Colle avrà bisogno di tanti tanti tanti voti, compresi quelli di cui sopra?
RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE
Ma c’è un’altra persona, in questi giorni, che si rode all’idea che alla presidenza di Madama siedano chiappe non del tutto accettabili. Tanto che ormai lo sanno anche i broccati della sala Garibaldi: se re Giorgio ha da impicciarsi delle cose del Senato, lo fa aggirando accuratamente il presidente, contattando (o facendo contattare) in via diretta uffici, senatori e quant’altro per impartire ordini, desiderata e suggerimenti.
boschi a casini hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi
BLDRINI NAPOLITANO GRASSO
Ma quale sarebbe mai la causa di tanta freddezza tra la prima e la seconda carica dello Stato? Beh, dicono i broccati che Napolitano I non abbia gradito che l’ex magistrato Grasso, un paio di settimane fa, sia volato a Palermo per testimoniare al processo sulla trattativa Stato-mafia e raccontare nei dettagli che cosa gli disse e che cosa gli chiese nel 2011 l’ex ministro Mancino; cioè proprio il processo, guarda caso, che tanti imbarazzi sta causando a re Giorgio medesimo. Ma può il presidente del Csm irritarsi con un ex magistrato perché va a deporre in un’aula di tribunale? Ah, saperlo…