virginia raggi

RAGGI CALANTI SUL CAMPIDOGLIO – LA SINDACA SOTTO ACCUSA PER IL FIASCO NEI MUNICIPI DI  MONTESACRO E GARBATELLA – FIBRILLAZIONE NEL M5s - FRATELLI D’ITALIA ATTACCA: "UN CROLLO CHE È LA FOTOGRAFIA DI QUESTA CITTÀ IMPANTANATA TRA INADEGUATEZZA E INCAPACITÀ"

Patricia Tagliaferri per il Giornale

virginia raggi (6)

 

Dopo due anni di «stiamo lavorando», pare che i cittadini si siano stufati della solita litania recitata dalla sindaca Virginia Raggi. E al primo banco di prova utile per dare un voto all' amministrazione della capitale, ormai da un pezzo fuori dal rodaggio, l' hanno punita con un risultato disastroso alle elezioni nei municipi III (Montesacro) e VIII (Garbatella), i due quartieri prima conquistati e poi persi per strada per colpa di faide interne, nei quali i Cinque Stelle domenica hanno raggiunto percentuali risibili rimanendo fuori anche dai ballottaggi. Una débâcle che ha fatto finire la giunta e la sua sindaca sotto accusa.

 

luigi di maio confcommercio

Tra gli stessi grillini romani si respira ormai un' aria pesante, c' è malumore. Le chat M5s sono in fibrillazione da quando domenica notte si è avuta conferma dell' insuccesso. Sono in molti, adesso, nel Movimento, a puntare il dito contro Virginia e certi suoi errori. Scelte non del tutto condivise nell' amministrazione della capitale che hanno disperso progressivamente l' entusiasmo del 2016, quando proprio in questi municipi i Cinque Stelle avevano toccato il 34 per cento.

virginia raggi

 

La luna di miele è presto finita, la Capitale è sempre più sofferente, ogni giorno c' è un' emergenza diversa, tra alberi che si abbattono sulle auto, l' asfalto ovunque sconnesso e cosparso di buche, gli autobus che vanno a fuoco, le strade sommerse di rifiuti. I pochi romani che domenica sono andati a votare, perché l' affluenza è stata bassa (-27,8 per cento), al momento di scegliere il candidato se le sono ricordate certe disfunzioni. E per i pentastellati è stato un flop.

 

«Effetto Raggi», lo hanno chiamato, anche se la sindaca aveva cercato di tenersi distante dalla contesa elettorale, impegnandosi solo nelle ultime due settimane con alcune inaugurazioni di opere pubbliche proprio nei municipi chiamati al voto. Ma la prima cittadina grillina tira avanti dritta. Nel pomeriggio in Campidoglio ha convocato una giunta straordinaria per analizzare il voto e studiare le prossime mosse da mettere in atto. «Ripartiamo dal territorio. I cittadini vanno sempre ascoltati. Seguiremo le loro indicazioni: ci impegneremo di più sul decoro, lavori pubblici e trasporti. Grazie Roberta Capoccioni e Enrico Lupardini. Lavoro ripagherà: andiamo avanti», ha twittato.

LUIGI DI MAIO E LA PIZZA

 

L' ex presidente pentastellata del III municipio Roberta Capoccioni, in carica fino a febbraio quando è stata sfiduciata dopo che il M5s aveva perso la maggioranza, si è fermata al 19,18: al ballottaggio se la vedranno centrosinistra e Lega. Enrico Lupardini, del VIII municipio, invece, è arrivato ad un misero 13,11 per cento, lasciando la strada spianata all' avversario del centrosinistra che ha raggiunto il 54,05 per cento superando di quasi 30 punti percentuali il candidato del centrodestra. «In due anni di consiliatura la capitale rimane avvitata su se stessa e immobile - attacca Fabio Rampelli, capogruppo di FdI alla Camera - un crollo che è la fotografia di questa città impantanata tra inadeguatezza e incapacità».

la sindaca raggi (3)

 

La Capitale, intanto, dovrebbe finire al più presto al centro di «un tavolo per il rilancio di Roma» che il ministro del Lavoro Luigi Di Maio sarebbe pronto a convocare. È quanto emerso ieri al termine di una riunione in Campidoglio tra la sindaca, i sindacati e alcuni assessori. Un nuovo tavolo, dopo quello inconcludente che si era aperto nei mesi scorsi durante il precedente governo con l' ex ministro Carlo Calenda, al centro del quale ci saranno i temi ritenuti prioritari per la città, dai rifiuti ai trasporti, alle società partecipate.

virginia raggi (3)la sindaca raggi (1)virginia raggi (1)virginia raggi (2)virginia raggi (4)virginia raggi (5)

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…