SORU SI RIBUTTA NEL PD - SILVIO PERDE IL MAGGIORDOMO - MONTIANI ASSENTEISTI - ROMANI SILURATO DALLA LOMBARDIA - RENZI EXTRALUSSO PER “FT”

A cura di Primo Di Nicola e Gianluca Di Feo per "l'Espresso"

1 - EDITORIA E POLITICA - SORU NON LASCIA E RADDOPPIA
Soru contro Soru. Il patron di Tiscali, nonché azionista, prima unico oggi di minoranza, de "l'Unità", ha da poco annunciato il progetto di una piattaforma informatica che metterà in collegamento vertici e base del Pd. L'annuncio in pompa magna è stato fatto un paio di settimane fa a Milano, assieme a Stefano Boeri, ex assessore della giunta Pisapia e in precedenza candidato Pd (sconfitto) alle primarie per Palazzo Marino.

Iniziativa due volte interessante. Negli stessi giorni, infatti, "l'Unità" ha varato un progetto molto simile, ideato già da oltre un anno, e condiviso dallo stesso Pd. Insomma, l'imprenditore Soru e il politico Boeri si fanno concorrenza, l'uno a se stesso, tutti e due al loro partito, il Pd. E forse in questa storia pesa più la politica che l'impresa. Prova ne sia il movimentismo dell'inventore di Tiscali sui giornali e all'assemblea del suo partito. R.A.

2 - SERVIZI SEGRETI - RIVISTA SOTTO COPERTURA
P. M. - Che fine ha fatto la rivista Gnosis? Il super periodico della nostra intelligence civile dovrebbe essere pubblicato trimestralmente. Giunti quasi a metà dell'anno, ci dovrebbe essere un numero già in distribuzione e un secondo in procinto di stampa. Invece, niente. Sino a questo momento non c'è traccia nemmeno del primo numero. A quanto pare, il ministero dell'Interno non avrebbe ancora apposto il "visto si stampi" sulla prima edizione 2013.

Probabilmente è tutto da rifare, un po' per i nuovi assetti del governo, un po' per le fibrillazioni interne alla testata dei servizi segreti. Il volume Gnosis, una volta edito dal Poligrafico-Zecca dello Stato, viene pubblicato dalla casa editrice romana De Luca. Il direttore responsabile è ancora oggi l'ex prefetto Francesco La Motta, già vice direttore dei servizi segreti civili, in pensione da metà marzo. Che, in questi giorni, non ha molto tempo da dedicare a Gnosis: è accusato di peculato e corruzione per la gestione del fondo per gli edifici di culto, da lui diretto fino al 2006.

3 - SERVIZI SEGRETI - 007, LICENZA DI AUMENTARE
"007 Missione ordine pubblico e sicurezza". Non è il titolo dell'ennesima puntata della saga di James Bond, ma più semplicemente il codice con cui la Ragioneria dello Stato ha deciso di iscrivere in bilancio le somme per pagare le spese delle strutture italiane di intelligence civile. Tra tante denominazioni che si sarebbero potute scegliere, sembra proprio che qualche funzionario della Ragioneria si sia divertito a evocare la saga di Ian Fleming.

Spulciando tra le carte del ministero dell'Economia - il dicastero che provvede a erogare le somme ai nostri servizi segreti - si scopre che nonostante la spending review, il budget per l'intelligence non verrà intaccato. Anzi, per la voce "sicurezza democratica" si passa dai 585 milioni di euro del 2012 ai 600 per l'anno in corso, per arrivare sino a 615 milioni nella previsione per il 2015. Si torna così ai livelli di spesa previsti prima della crisi finanziaria, quando il Tesoro, alla fine del 2011, tentò invano di portare i nostri servizi segreti sopra quota 640 milioni.P.M.

4 - TRASLOCHI - ADDIO AL FORMIGONI BIS
Trasloco nello scorso weekend per due Formigoni. Definitivamente lasciano gli uffici del commissario straordinario di Expo 2015 al 30° piano del Pirellone. Il primo ogni tanto si faceva ancora vedere. Il secondo, una gigantografia in rapporto 1:1, aveva preferito aspettare lì immobile. Da quando il neogovernatore Maroni aveva scelto di chiudere col passato, i due Formigoni hanno resistito il più possibile prima di lasciare i lussuosi uffici raggiungibili con l'ascensore presidenziale a prova di pass.

Ma con la nomina a presidente della Commissione Agricoltura a Roma si sono finalmente decisi. Via allora gli arredi personali, tra cui un curioso letto a scomparsa e, soprattutto, la sua sagoma che sorridente accoglieva gli ospiti del Celeste negli appartamenti a lui riservati. La stessa con cui Angelino Alfano, ospite dell'ultimo Meeting di Rimini, si era rifiutato di posare per una fotografia. «Eh no, Roberto. La foto con la tua gigantografia non la faccio». M.Br.

5 - QUALCUNO HA VISTO MARIO MONTI? ?PARLAMENTO IN CIFRE
A Cura Dell'associazione Openpolis - A tre mesi dalle elezioni politiche ben 16 fra deputati e senatori hanno maturato oltre il 90 per cento di assenze in Parlamento. zero sono i gruppi parlamentari che hanno finora adempiuto ai nuovi obblighi di trasparenza previsti a partire da questa legislatura. Sui siti istituzionali di Camera e Senato, infatti, ogni gruppo parlamentare dovrebbe gestire una propria sezione in cui rendicontare il processo decisionale, la vita politica interna e come vengono spesi i finanziamenti pubblici ricevuti.

6 - LEGHISTI / 1 - AUTOSTRADA DI SPRECHI
Un prestigioso Skybox per vedere le partite del Milan a San Siro. E una fiammante Audi A6 a carico dell'azienda, con apposito lasciapassare per usarla di domenica e permettere a un familiare di guidarla. Nella battaglia di potere al vertice della Milano-Serravalle saltano fuori i benefit pazzi concessi ad alcuni amministratori. Nel mirino del numero uno Marzio Agnoloni, area Pdl, è finito un leghista doc come il vicepresidente Paolo Besozzi. Tutto nasce da quei benefit che il precedente cda aveva concesso a Besozzi e altri.

Il palco per vedere in santa pace la squadra rossonera, costo 28 mila euro per il campionato 2011-2012, doveva servire per tenere i rapporti istituzionali con banchieri e fornitori, ma alle partite ci sono andati soprattutto Besozzi e l'ex ad Federico Giordano, accompagnati da parenti e amici. E l'uso dell'auto blu, nonostante tutte le autorizzazioni del caso, secondo un parere legale chiesto da Agnoloni potrebbe addirittura far temere un procedimento penale. GL. R.

7 - LEGHISTI / 2 - COTA ALL'ASCIUTTO
F.L. - La Lega parla sempre meno piemontese. Nel corso dell'ultimo consiglio federale, non è arrivata la nomina a vice di Maroni per il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. Carica andata ai leader leghisti della Lombardia, Matteo Salvini, e del Veneto, Flavio Tosi. Cota all'asciutto, con una magra consolazione, l'ingresso nel "comitato esecutivo". All'orizzonte del politico novarese si delinea un altro avvicendamento, quello alla segreteria nazionale della Lega Nord Piemonte. In pole position per la successione l'ex senatore Enrico Montani e la presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, compagna di Roberto Calderoli.

8 - GUERRE BERLUSCONIANE - NIENTE ROMANI IN LOMBARDIA
M.Br. - Considerava certa la nomina a coordinatore lombardo del Pdl. E ne andava fiero. Silvio Berlusconi lo aveva rassicurato: «Quel posto sarà tuo». Paolo Romani, che l'incarico lo aveva già ricoperto dal 1999 al 2004, non ha fatto i conti però con Mario Mantovani, attuale coordinatore regionale e vicepresidente in Regione Lombardia. Così il Cavaliere è ritornato sui suoi passi e ha riconfermato Mantovani.

Smacco non da poco per Romani che poteva contare su un'amicizia di lunga data con Paolo Berlusconi. Ma anche il Carroccio non avrebbe gradito un cambio della guardia al vertice del Pdl per evitare, soprattutto, contraccolpi e conflittualità visto l'incarico di Mantovani in Regione. Per Romani dunque si potrebbe aprire la strada a una nomina di prestigio, a mò di consolazione, in qualche ente lombardo come ad esempio la presidenza di Fondazione Fiera Milano o l'incarico ben retribuito di amministratore delegato di Fiera Congressi appena lasciato da Maurizio Lupi.

9 - RENZI - MATTEO EXTRALUSSO
È il vertice più importante sul mondo del lusso a 360 gradi: l'Ft Business of Luxury Summit organizzato dal "Financial Times" nella suggestiva cornice del Palais Liechtenstein di Vienna, dal 2 al 4 giugno, ha incluso tra i suoi relatori anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Con un occhio alla recessione globale e l'altro ai big del lusso, Renzi sarà l'unico politico italiano presente alle tavole rotonde che avranno come protagonisti, tra gli altri, Alexis Babeau, amministratore delegato Kering e braccio destro di François Pinault; Claus Dietrich Lahrs, ceo Hugo Boss; Christophe Navarre, ad Moet Hennessy; Markus Langes Swarovski, membro del consiglio esecutivo dell'omonimo gruppo austriaco.A. Mat.

10 - SILVIO PERDE LA MUMMIA
B.C. - Alfredo lascia Silvio. Dopo vent'anni dedicati a Berlusconi, Alfredo Pizzotti non lavorerà più a Palazzo Grazioli, dove ha assistito il Cavaliere come maggiordomo. Nato a Marino, ha servito l'ex premier e i suoi ospiti: ministri, capi di Stato, showgirl. Venne anche inserito da Niccolò Ghedini tra i 28 testimoni delle indagini su Ruby con la scorta e il medico curante del Cavaliere. Ma ora "la Mummia", come lo chiamavano le ragazze delle "cene eleganti" di Silvio, ha deciso di andarsene. Tra le ragioni, il rapporto con Mariarosaria Rossi, la senatrice che ha preso in mano la gestione di palazzo Grazioli.

11 - PRIVILEGI DI MONTECITORIO - OFFENSIVA A 5 STELLE
P.D.N. - A proposito dei vizietti della Casta, ne spuntano sempre di nuovi. L'ultimo è quello scoperto dai parlamentari del Movimento 5 Stelle della Camera. Si tratta della polizza sulla vita stipulata con una convenzione dai vertici di Montecitorio con Ina Assitalia e Fondiaria Sai e che, in caso di morte dei deputati in carica, paga agli eredi cifre che vanno dai 258 mila euro previsti per gli eletti con oltre 66 anni di età fino agli oltre 516 mila euro per i più giovani con età inferiore ai 40 anni.

Costo complessivo per la Camera, circa un milione di euro. «È un privilegio intollerabile, un servizio non necessario che va assolutamente cancellato», denuncia il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio che, insieme ad altri due colleghi del M5S, i segretari d'aula Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino, ha chiesto con una lettera alla presidente Laura Boldrini di mettere la questione all'ordine del giorno del prossimo ufficio di presidenza. Per la precisione, risultano assicurati 630 deputati, 496 uomini e 134 donne. Le polizze dei primi costano 747.545 euro, quelle delle seconde 72.467 euro.

12 - CHIAMPARINO FUORI RUOLO
Sergio Chiamparino sta pensando se tornare in politica, candidandosi alla segreteria del Pd. Intanto, da presidente della Compagnia di San Paolo, inizia a perdere pezzi. A meno di un mese dall'elezione nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Berta, già collaboratore dell'ex sindaco di Torino, ha infatti rassegnato le dimissioni. «Motivi personali», la versione ufficiale.

Secondo qualcuno, invece, a pesare sulla decisione sarebbe stato il curriculum di Berta, laureato in lettere, storico e oggi docente associato del dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico in Bocconi. «La vera ragione non è stata dichiarata», conferma un membro dell'organo presieduto da Giovanni Bazoli, «certo il suo profilo, per quanto di alto livello, non è vicinissimo a quel tipo di ruolo». F.L.

 

 

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