salvini di maio

UN SOSPETTO AGITA IL M5S: SALVINI HA IN MENTE DI ANDARE AL VOTO PRESTO, A INIZIO 2019 - L’ULTIMA PROVA E’ IL BOTTA E RISPOSTA CON GIUSEPPE CONTE SUL CENSIMENTO DEI ROM: IL PREMIER SI E’ SCHIERATO CON DI MAIO DEFINENDO "INCOSTITUZIONALI" LE SCHEDATURE, IL LEGHISTA CONSIDERA IL “CODICE PENALE PIU’ IMPORTANTE DEL CONTRATTO DI GOVERNO” - IL GOVERNO GIALLO-VERDE STA PORTANTO ACQUA SOLO AL MULINO DELLA LEGA

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

salvini di maio

Tre settimane dopo essersi uniti nel sacro vincolo del governo, nel Movimento prende corpo il sospetto che Salvini stia per tradirli, che stia pensando al voto già per l' inizio dell' anno prossimo. È vero che i grillini per ora non hanno prove da rinfacciare all' alleato. Ma l'ennesimo indizio raccolto - a loro giudizio - è emblematico: sta nel botta e risposta tra il premier e il leader leghista sul censimento dei rom, con il primo che si schiera con Di Maio definendo «incostituzionali» le schedature, e il secondo che considera «il codice penale più importante del contratto di governo».

 

SALVINI DI MAIO

È la prima volta che una maggioranza non riesce a godersi la «luna di miele» con l'opinione pubblica, sebbene il consenso sia evidente nei sondaggi. Il fatto è che la competizione nel rassemblement giallo-verde sta garantendo dividendi solo al capo del Carroccio, che sembra immarcabile per i Cinque Stelle, incapaci di togliergli la palla, di impossessarsi cioè dell' agenda di governo.

 

Può darsi che la difficoltà sia davvero legata alle differenti competenze di Salvini e Di Maio: la campagna «a costo zero» sull' immigrazione - sebbene controversa e pericolosa - ha più presa mediatica rispetto alle soluzioni di problemi economici e sociali. Lo si intuisce anche dai toni giustificazionisti che ieri Di Maio ha usato parlando del caso Ilva: «Non abbiamo i superpoteri».

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO

 

Ma secondo autorevoli esponenti di M5S le difficoltà potrebbero essere legate anche alle tossine politiche liberate dall'inchiesta sullo stadio di Roma. Malgrado lo staff della comunicazione grillina si sia adoperato in questi giorni per orientare l'informazione e assorbire il colpo, iniziano a evidenziarsi delle falle, tanto che tra i Cinque Stelle persino alcuni fedelissimi del leader vedono Di Maio «condizionato» dal gioco interno del Movimento.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

E a quanti hanno voluto sottolineare come Fico abbia smesso il lessico istituzionale da presidente della Camera per iniziare a usare un linguaggio politico, il vicepremier ha risposto conciliante: «Dobbiamo tenere buoni tutti». Nei gruppi preoccupano tanto gli «omissis» contenuti nelle carte dell' inchiesta capitolina - che coprirebbero in modo bipartisan molte personalità di rango del Palazzo - quanto i maldestri tentativi di derubricare i rapporti tenuti dai vertici del Movimento con l' avvocato Lanzalone, il «mister Wolf» della giunta Raggi, figura centrale nell' indagine sullo stadio.

 

CONTE SALVINI DI MAIO

Ieri a Porta a Porta Di Maio ha glissato sulle «tre telefonate al giorno» che avrebbe ricevuto nel tempo da Lanzalone: «Tre volte al giorno non sento nemmeno mia madre». Tuttavia chi frequentava con assiduità il comitato elettorale del candidato premier grillino ha raccontato ad alcuni colleghi in Parlamento che «l' avvocato veniva quasi quotidianamente alla sede: quando arrivava aveva precedenza su tutto e su tutti. E si appartava a discutere con Di Maio».

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

Peraltro nei capannelli in Transatlantico i deputati del Movimento discutono da giorni sulle modalità investigative adottate per l'inchiesta, e sono arrivati alla conclusione che per le indagini sia stato adoperato il virus Trojan, che trasforma un telefonino in una microspia. Ecco dunque quale potrebbe essere l' altro problema di M5S: l'attenzione dedicata al caso giudiziario avrebbe contribuito a togliere energie all' azione politica, con il risultato di lasciare ulteriore spazio al movimentismo di Salvini.

 

Sulla sua leadership, per ora, non tramonta mai il sole: da una parte rivela di aver chiamato Conte e dice che la maggioranza «è granitica»; dall' altra annuncia che lunedì prossimo rivedrà Berlusconi, con cui «c'è unità d' intenti». Il leader della Lega mostra insomma di controllare maggioranza e opposizione, detta i ritmi del governo e «consiglia» a Forza Italia la presidenza del Copasir invece della Vigilanza Rai. Così sta destabilizzando gli alleati di maggioranza e di opposizione.

salvini di maio

 

L' altra sera la riunione dei deputati azzurri è parsa una seduta psicanalitica di gruppo, dove (quasi) tutti hanno lamentato la perdita di contatti con il Cavaliere, definito «stanco della politica». In effetti, non avendo più su di sé l' occhio di bue, che in teatro illumina l' attore protagonista, a Berlusconi non va di fare la comparsa.

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…