obama drone vignetta

UNA “TALPA” DOPO L’ALTRA - DOPO SNOWDEN, NEGLI USA SCOPPIA LA “WIKILEAKS DEI DRONI” - UNA NUOVA GOLA PROFONDA SPUTTANA I SEGRETI DEL PROGRAMMA AEREO CONTRO IL TERRORISMO - VIENE FUORI CHE IL 90% DEI MORTI, FRA IL 2012 E IL 2013, NON ERA UN VERO OBIETTIVO

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

dronidroni

 

C'è un nuovo Snowden, e sta rivelando i segreti del programma americano per usare i droni contro il terrorismo. Informazioni imbarazzanti, come quella secondo cui l' intelligence usata per individuare gli obiettivi è scarsa, al punto che quasi il 90% delle vittime degli attacchi lanciati nella zona nord orientale dell' Afghanistan fra il 2012 e il 2013 non erano i target prescelti. Errori, in altre parole.


I documenti sono stati pubblicati dal sito Intercept, fondato da Glenn Greenwald, cioé l' ex giornalista del Guardian che aveva raccolto le confidenze di Edward Snowden. L'ex agente della National Security Agency, però, è in esilio a Mosca, e non sarebbe la misteriosa fonte anonima di queste nuove rivelazioni. I «leaks» arriverebbero invece da un altro membro della comunità dell' intelligence, che giudica sbagliato il programma dei droni e ritiene necessario farlo conoscere al pubblico.

drone usadrone usa


Le carte di Intercept, fra cui lo studio condotto nel 2013 dall' Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Task Force, sono molto dettagliate. Rivelano la catena di comando; le regioni delle operazioni, in cui è coinvolta anche l' Italia; i meccanismi per l' individuazione degli obietti e gli attacchi; i risultati.


Il programma è diviso fra Cia e Pentagono, e questo provoca frequenti attriti. Gli obiettivi vengono individuati dall' intelligence, che raccoglie le informazioni su schede come le figurine del baseball. Questi target poi finiscono sulla scrivania dal presidente Obama, che impiega in media 58 giorni per autorizzarli o negarli. Se la sua riposta è positiva, gli operatori dei droni hanno 60 giorni per colpire gli obiettivi.

obama drone vignettaobama drone vignetta


I target vengono cercati soprattutto attraverso la «sigint», cioé l'intelligence raccolta con la sorveglianza elettronica di telefoni e computer. Questo processo si chiama «find, fix, finish». Le SIM card dei terroristi vengono collegate con dei codici ai droni, che da quel momento in poi li seguono passo passo, come è successo col cittadino britannico Bilal el-Berjawi, ucciso in Somalia dopo aver chiamato la moglie che aveva appena partorito. «I target - ha detto la fonte a Intercept - sono considerate persone senza umanità e senza diritti».


Gli attacchi in Africa e nello Yemen, gestiti dalla task force TF 48-4, partono dalle navi e da tre basi, una a Gibuti, una in Etiopia ad Arba Minch, e una in Kenya. Quelli in Afghanistan invece decollano dalle basi locali. Una cartina pubblicata da Intercept mostra anche il raggio d' azione per il transito dalle basi Nato/Usa, e si vede Sigonella, da dove partono le missioni per la sorveglianza su Libia, Algeria e Tunisia.
 

DRONI jpegDRONI jpeg

Tra il 2011 e il 2015 in Somalia e Yemen sono avvenuti 178 attacchi, di cui 56 nel biennio 2011-2012 che hanno fatto 293 morti. La contabilità in Afghanistan è più alta. Durante l' operazione Haymaker, lanciata fra il gennaio del 2012 e il febbraio del 2013, i raid hanno ucciso oltre 200 persone, ma solo 35 erano i terroristi davvero presi di mira.

 

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI