UN'ORGIA DI POLEMICHE - DAGO-REPORTAGE DA BERGAMOSEX, TRA I BELLI IMPOSSIBILI SCULACCIATI DA MALENA, IL NEGOZIO DI SCARPE "BRASILIANAL", UN PAIO DI GEISHE CHE LEGAVANO UN PUPAZZO DI CONIGLIO E UNA MISTRESS CON AL GUINZAGLIO UNO SCHIAVO IN VERSIONE TASCABILE - CHI HA SCAGLIATO L'ANATEMA CONTRO L'EDIZIONE-COVID DEL FESTIVAL DELL'HARD? NUZZI, GLI ARCHITETTI E OVVIAMENTE IL PRETE. ECCO PERCHÉ

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Niccolò Fantini per Dagospia

 

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Si è chiusa la tre giorni di Bergamosex: kermesse erotica in salsa lumbard, giunta alla quindicesima edizione e ideata da Corrado Fumagalli, imprenditore bergamasco da trent'anni nel business dell'hard. L'erotica sagra si è tenuta nell'ultimo weekend di agosto negli spazi allestiti presso la discoteca Bolgia di Osio Sopra (BG), che è affacciata sull'uscita Dalmine dell'autostrada A4 ed è chiusa dal 23 febbraio a causa dell'emergenza Covid.

 

Bergamosex ha proposto un fine settimana di spettacoli, con circa 50 artiste: spogliarelliste, sexystar, qualche performer e (poche) pornostar. Ma nell'estate 2020 la manifestazione è stata declinata in versione Coronavirus: spazi all'esterno, bollini e distanziamento, ingressi prenotati, mascherine e gel sanificante. Prima del via ci sono stati alcuni incontri tra gli organizzatori e le autorità, tra cui: la Prefettura di Bergamo, il comitato per l'ordine e la sicurezza, l'azienda per la tutela della salute della Provincia di Bergamo e il sindaco di Osio Sopra, che hanno verificato l'applicazione delle norme anticontagio e lo svolgimento della manifestazione nel rispetto delle leggi e della normativa, soprattutto per ciò che concerne un evento pubblico con spettacoli di artisti sul palco. Ciononostante, non si è lesinato sulle polemiche.

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L'apripista a elargire clamore nazionale alla vicenda è stato Gianluigi Nuzzi: il conduttore di Quarto Grado ha posto l'accento sulle pagine de La Stampa di lunedì 24 agosto, circa l'opportunità di svolgere il pepato evento in provincia di Bergamo. Nella visione immaginata, un motivo di timore erano ipotetiche orde di allupati, pronti ad assembrarsi al Bergamosex, col rischio di far collassare il sistema nell'intera zona geografica: «Sia dentro gli spazi, sia fuori, in quegli esercizi commerciali (dalle pensioni alle pizzerie, dai bar ai fast food, dalle stazioni ai parcheggi) che saranno presi d’assalto.» Una visione e un'affluenza di pubblico in linea col devastante concerto dei Pink Floyd in piazza S. Marco a Venezia.

 

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Dopo il giornalista e volto Mediaset, si sono scatenati nelle critiche anche gli architetti bergamaschi, con una nota firmata da 2 uomini e 8 donne: «Non possiamo condividere che il paesaggio urbano, su cui a titolo completamente gratuito veniamo chiamati a dare consulenze professionali in commissioni comunali e provinciali, venga invaso da cartelli promozionali che utilizzano un linguaggio discriminante e lesivo della libertà e del rispetto del corpo femminile». Un comunicato che è quasi un'ammissione: il paesaggio, nell'area urbana limitrofa al Bergamosex, è incantevole quanto il mondo di Ken Shiro dopo l'apocalisse nucleare. Cemento, inferriate e capannoni.

 

Tuttavia è doveroso convenire che la pubblicità del Bergamosex è un'offesa, ma è rivolta al gusto estetico. E più per le cacofoniche e imbarazzanti scelte grafiche, con caratteri e cromie che fanno a cazzotti, che per il vero nodo della discussione: un’immagine bondage che reclamizza l'attività di tale Davide La Greca, in cui è rappresentata una performer arrotolata come un insaccato.

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Come informa Rosanna Scardi sulle pagine bergamasche del Corriere della Sera: trattasi di un esperto, anche consulente di alcune procure, della disciplina shibari, che è un'antica arte giapponese composta da corde, nodi e legature. Con un vestito nipponico e le ciabatte di Sampei il pescatore, il cultore della materia precisa, che: «...sono legati anche gli uomini, lavoriamo molto sulla parità». La gender equality bondage, ora sappiamo che esiste.

 

Chiude la lista di polemiche Don Gianpaolo Carrara, fondatore della onlus Gedama che si occupa di donne vittime dello sfruttamento. Sempre sul Corriere della Sera, il prete tuona contro il BergamoSex: «una bolgia dantesca». Che, detta così, pare quasi lo slogan della manifestazione: non ditelo a quelli che hanno fatto i cartelloni! «Smettiamola con pornostar, ciclone, bellezze mozzafiato....» arringa il prete, con toni che ai cinefili suonano come un dejavu dell'omelia di Renato Pozzetto agli anziani, nella pellicola "Testa o Croce" di Nanni Loy: «...basta fare i gay, basta fare i punk...»

 

Così è riferito sulle pagine dei quotidiani. Ma nel mondo reale il Bergamosex è stato tutt'altro. E Dagospia c'era.

 

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All'ingresso c'è il controllo della temperatura, si indossa la mascherina e si riceve l'indicazione di seguire i bollini di distanziamento a terra: è questo il benvenuto. Ed è offerto da un ragazzo africano che, per stazza da armadio a due ante e personale soprannome, è un clone del rapper Notorious B.I.G. Ma è solo la prima avanguardia dell'esercito di una ventina di bodyguard che controllano, in modo rigoroso e al limite del molesto, che tutti abbiano indosso la mascherina e stiano rispettando le regole e il distanziamento.

 

Alla guida degli squadroni della persuasione, c'è il brillante direttore artistico del Bolgia, Giordano Vecchi, che vigila e dirige le attività, muovendosi senza tregua tra gli stand e gli spazi allestiti. Che sono praticamente tutti nella nuova area esterna e, insieme al numero di addetti costantemente al lavoro, testimoniano investimenti economici e volontà di ripresa. Tra questi spazi c'è l'area ristoro: una tensostruttura con panche, tavoli in legno e bollini segnaletici per il distanziamento, dove si può mangiare: salamella, patatine fritte e il resto del menu delle fiere di paese. In pratica è un gazebo in stile Pontida, ma con i perizoma al posto degli elmi con le corna.

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Il pubblico presente sembra nell'ordine delle decine, forse un centinaio, di visitatori. Il canonico utente della manifestazione bergamasca: compagnie di amici, per lo più maschi, qualche coppia, anche soggetti in avanti con l'età. I selfie distanziati a un metro, lasciano passare un velo di infinita tristezza negli sguardi che spuntano dalle mascherine. Ma potrebbe andare peggio: potrebbe piovere. E infatti piove.

 

Al riparo sotto al tendone c'è Eveline Dellai, che è tra le poche attrici hard internazionali ad esibirsi quest'anno a Bergamosex. La sorridente pornostar è nata 28 anni fa a Villamontagna (TN), vive in Repubblica Ceca e lavora con le più importanti produzioni cinematografiche europee e americane a tripla x, incluso il noto attore, regista e produttore italiano Rocco Siffredi, che lei chiama: «lo zio». La bionda attrice di pellicole a luci rosse, è nota alle cronache per aver lavorato anche in coppia con la sorella gemella, che l'anno scorso ha abbandonato il mondo del Porno. Sabato sera e in costume fashion, Eveline Dellai è stata anche protagonista di un'incomprensione o un diverbio sul palco: dopo che si è spenta la colonna sonora, non ha portato a termine il proprio spettacolo. Show interruptus.

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Ma la diva che ha animato attivamente Bergamosex è Malena. La solare pornostar e volto amato dal pubblico TV, non si è esibita in spettacolari performance sul palco, dove ha invece lavorato in qualità di co-conduttrice. Milena Mastromarino, in arte Malena, ha introdotto gli spettacoli in scaletta, ha intervistato gli artisti e ha gestito il pubblico, durante le 3 giornate della manifestazione. Per l'attrice 37enne di Gioia del Colle (BA), non si tratta della prima esperienza professionale nel ruolo di conduttrice: già nel 2018, sul canale Discovery DMAX, era alla guida della giornata speciale dedicata a San Valentino, mentre nel 2019 a Parigi ha condotto l'episodio pilota in italiano di un noto format televisivo francese di inchieste scandalose. E ora, nel 2020, la conduzione dal vivo e sul palco durante la tre giorni di kermesse erotica bergamasca. Bene, brava, bis.

 

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Nel susseguirsi di troppi spogliarelli identici e noiosamente ripetitivi, si sono fatti notare: l'American Trio, che è un gruppo di valchirie sopra il metro e ottanta, con il tipico accento slavo del Wisconsin. Le tre hanno interpretato un trenino dell'amore all'americana, al ritmo del riff di Unbelievable del 1991 e con l'aggiunta di: cappello texano, sgambatissimi slip a vita alta e bandiera a stelle e strisce. Le sfitinzie e i paninari non muoiono mai. Ma anche un'altra spogliarellista era partita bene con un'accattivante impostazione burlesque e musica Charleston, che è poi degenerata nel canonico strip-tease con sottofondo di rock metallaro. Musica che inspiegabilmente sembra essere l'unica opzione contemplata dalle spogliarelliste, oltre a una martellante tecno hardcore da 120bpm.

 

Invece, circa la colorita fauna umana presente tra gli stand, si segnalano: i belli impossibili, un insieme di grotteschi e goliardici ragazzi in costume. Belli forse dentro, ma brutti fuori e sculacciati da Malena in favore di obiettivo. E inoltre: un negozio di calzature e moda "brasilianal", un paio di geishe che legavano un pupazzo di coniglio e una mistress con al guinzaglio uno schiavo in versione tascabile: simile a "lo storpio" di Pulp Fiction, però in formato mignon.

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A Bergamosex si sono dunque toccati picchi altissimi, con cui si potrebbe ambire al Pulitzer del Trash. E infatti erano presenti le telecamere Mediaset, che hanno ripreso la kermesse in vista della prima puntata, domenica 13 settembre su Canale 5, con cui debutta la nuova stagione di Live Non è la D’Urso. L'anonimato è uno dei vantaggi dell'indossare la mascherina.

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