IL BEN-HUR DEL 1959, TRA SPIONI E PRINCIPESSE – UN DOSSIER SVELA L’IMPEGNO DI POLITICI, DIPLOMATICI E SERVIZI SEGRETI PER POTENZIARE L’IMMAGINE DI CINECITTÀ COME "HOLLYWOOD SUL TEVERE", NELLA SECONDA METÀ DEGLI ANNI CINQUANTA, A PARTIRE DAL KOLOSSAL CON CHARLTON HESTON  - LE RIVELAZIONI NEL PODCAST “BEN-HUR, UN ALTRO FILM”  REALIZZATO DAL GIORNALISTA MICHELE BOVI E LO SCRITTORE PASQUALE PANELLA... - VIDEO

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Estratto dell’intervento di Michele Bovi da https://benhurunaltrofilm.it/

 

La mia vita nella CIA di William Colby e Peter Forbath, Ugo Mursia editore, Milano 1981. La mia vita nella CIA di William Colby e Peter Forbath, Ugo Mursia editore, Milano 1981.

Nel suo libro di memorie “La mia vita nella CIA”, l’ex direttore dell’agenzia William Colby che fece l’agente segreto a Roma per tutti gli anni Cinquanta, racconta di come fosse facile nel periodo della Dolce vita infiltrare agenti con la copertura di aspiranti attori del cinema. Alcuni attori dichiaratamente sospettati di aver avuto ruoli nell’intelligence compaiono anche in Ben-Hur di William Wyler, realizzato a Cinecittà tra il 1958 e il 1959. Aveva lavorato per l’intelligence Ferdy Mayne che interpreta il comandante della nave che mette in salvo il protagonista Ben-Hur e il console Quinto Arrio.

 

Mayne era nato in Germania da famiglia ebrea. Nel 1932 i genitori per proteggerlo dai nazisti lo avevano mandato a studiare in Inghilterra. All’inizio della guerra fu reclutato nel servizio segreto del Regno Unito. Lo racconta nel libro “La guerra di una ragazza” Joan Miller assistente personale di Maxwell Knight, all’epoca dirigente del controspionaggio britannico. Il primo film in cui nel dopoguerra Ferdy Mayne recitò fu Una notte con te diretto da Terence Young, il regista dei primi film dell’agente 007 James Bond.

 

La principessa Dorothy De Poliolo e il principe Hubert Gillis De Poliolo, Roma 1957 (Archivio Bovi). La principessa Dorothy De Poliolo e il principe Hubert Gillis De Poliolo, Roma 1957 (Archivio Bovi).

Un altro attore del cast di Ben-Hur sospettato di spionaggio finì nel mirino delle autorità italiane di sicurezza, che ne chiesero l’espulsione dal nostro Paese. Si chamava Hubert Gillis De Poliolo marito di una delle protagoniste degli anni d’oro della Dolce vita: la pittrice Dorothy Schoulemann De Poliolo. Lui principe, lei di conseguenza principessa. Lui di origine belga con passaporto portoghese; lei americana, dopo essersi aggiudicata il titolo di Miss Florida, aveva cominciato giovanissima a girare il mondo. Hubert e Dorothy si erano conosciuti a Cuba e sposati poco dopo. Dal 1957 vivevano a Roma in un appartamento in zona Parioli. Il principe era titolare di un’agenzia di collocamento per lo spettacolo. Di lui scrisse il Corriere della sera: “Aveva anche una notevole mole di rapporti cinematografici con l’estero, particolarmente con la Turchia e altri Paesi orientali”.

 

Lei dipingeva ritratti: ne aveva fatto uno a Richard Nixon all’epoca vicepresidente degli Stati Uniti.

Charlton Heston assieme all’addestratore Pietro Marra durante le prove della corsa delle quadrighe, Cinecitta 1958 (Archivio Marra). Charlton Heston assieme all’addestratore Pietro Marra durante le prove della corsa delle quadrighe, Cinecitta 1958 (Archivio Marra).

Lui interpretò in Ben-Hur il ruolo di un ufficiale romano. Lei recitò in L’avventura di Michelangelo Antonioni, assieme a Monica Vitti e alle amiche nobildonne Esmeralda Ruspoli e Angela Tomasi di Lampedusa. Quella partecipazione lasciò il segno. Il procuratore della repubblica di Milano Carmelo Spagnuolo nell’ottobre del 1960 fece sequestrare il film per una scena interpretata da Dorothy De Poliolo con l’attore Gabriele Ferzetti, ritenuta dal magistrato offensiva della morale pubblica.

 

Il principe Hubert Gillis De Poliolo era spesso all’estero. La principessa Dorothy era sempre sui giornali: figura di spicco delle cronache mondane. Non c’era salotto aristocratico con vista rotocalco che non ospitasse la principessa Dorothy De Poliolo. Faceva parte del cosiddetto “bel mondo romano” che comprendeva l’ex imperatrice di Persia Soraya, i principi Raimondo e Filippo Orsini, la principessa Doris Pignatelli, il principe Memé Borghese, il duca Serra di Cassano, e di volta in volta ospiti come i duchi di Windsor, la principessa Grace di Monaco, ma anche il fisico statunitense Robert Oppenheimer, il filosofo britannico Aldous Huxley, gli attori Peter Ustinov, Fernandel, Brigitte Bardot, Marilyn Monroe.

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Dorothy De Poliolo, originaria dell’Illinois come il protagonista di Ben-Hur Charlton Heston, riuscì a utilizzare un cocchio della spettacolare corsa delle quadrighe di Ben-Hur appena ultimate quelle riprese, mentre il resto del film era ancora in lavorazione.

 

Accadde nel dicembre del 1958. Il derby cittadino di calcio si era chiuso con la vittoria della Roma per 3 a 1 e la principessa, tifosa della Lazio, dovette pagare il pegno di una scommessa fatta con il pittore Antonio Privitera, romanista. A bordo del cocchio usato nel film da Messala i due attraversarono la capitale, dal Campidoglio a Porta Pinciana. Privitera vestito da auriga, Dorothy  

 

Dorothy De Poliolo e la scommessa della biga nel ritratto di Walter Molino per La Domenica del Corriere, 4 gennaio 1959. Dorothy De Poliolo e la scommessa della biga nel ritratto di Walter Molino per La Domenica del Corriere, 4 gennaio 1959.

De Poliolo da schiava comunque armata di tela e pennello.

Della scommessa scrissero tutti i giornali del mondo. La Domenica del Corriere dedicò il retro copertina alla nobile schiava affidando alle matite colorate di Walter Molino la descrizione dell’episodio.

 

Nonostante il principe Hubert fosse tra gli interpreti di Ben-Hur e la principessa Dorothy avesse così clamorosamente promosso il film, la coppia Gillis De Poliolo non fu invitata alla serata di gala per la prima proiezione il 6 ottobre del 1960 al cinema Capitol di Roma. Colpa di un infortunio in odore di spionaggio. Esattamente 8 mesi prima l’ufficio stranieri della Questura di Roma aveva chiesto l’espulsione di entrambi dall’Italia. Il provvedimento era stato tuttavia sospeso nel giro di 24 ore dal nostro ministero degli Esteri con la motivazione “in attesa di ulteriori accertamenti”. In realtà nulla fu più ulteriormente accertato, ma il pregiudizio rimase, rafforzato da un identico provvedimento di espulsione adottato poco dopo dal governo francese nei confronti di Hubert Gillis De Poliolo. Il principe-centurione in odore di spionaggio era tollerato a Roma. Ma non a Parigi.

michele bovi michele bovi giulio andreotti sul set di ben hur giulio andreotti sul set di ben hur haya harareet con charlton heston alla prima di ben hur haya harareet con charlton heston alla prima di ben hur haya harareet in ben hur haya harareet in ben hur

 

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