IL CINEMA DEI GIUSTI - OGGI ESCE “BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER”, KOLOSSAL MARVEL DIRETTO DA RYAN COOGLER - DOPO LA TRAGICA MORTE DUE ANNI FA DI CHADWICH BOSEMAN, AL QUALE IL FILM È DEDICATO, TORNIAMO A WAKANDA DOVE IL POTERE È SOLO DELLE DONNE CHE INDOSSANO ABITI DA PRIMA ALLA SCALA CHE NEMMENO LADY MORATTI E NATALIA ASPESI - IL FILM MI È PIACIUTO, MA HO RAPIDAMENTE SCORDATO LA STORIA. CHE NON È IL MASSIMO… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia  

 

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Wakanda! Wakanda! Fermi tutti! Oggi esce “Black Panther: Wakanda Forever”, kolossal Marvel diretto da Ryan Coogler e, probabilmente, non ci sarà spazio per Pirandello, Caravaggio, Dante e Colibrì vari. Anzi. Andiamo direttamente tutti a Wakanda dove il potere è solo delle donne, ovviamente nere, proprio africane e non particolarmente etero, e dove, se non ci si mena di brutto con piroette favolose, regine e principesse indossano abiti incredibili da prima alla Scala che nemmeno Lady Moratti e Natalia Aspesi si possono permettere.

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Devo dire che Angela Bassett, regina di Wakanda, dopo la tragica morte di Black Panther, cioè la “vera” morte due anni anni fa di Chadwich Boseman, al quale il film è dedicato, si muove con una grazia che ho raramente visto in questi film della Marvel. E non le sono meno tutte le ragazze di Wakanda, dalla Okoye di Danai Gurira alla Ayo dell’ugandese Florence Kasumba, dalla Nakio della keniana Lupita Nyong’o alla Aneka della anglo-ghanese Michael Coel, che il pubblico conosce bene come protagonista di “I May Destroy You”, fino alla Shuri della guyanese Letitia Wright, che è un po’ la protagonista di questo secondo capitolo.

 

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Infatti è quella che deve capire come uscire dalla guerra con il popolo acquatico modello Avatar che parla l’azteco (almeno credo…), capitanato dal terribile Tenoc Huerta che si muove con le alette ai piedi tipo Mercurio, e che protegge strenuamente il suo “vibranio”, minerale che si trova solo a Wakanda e laggiù, in fondo all’oceano, dalle mire dei popoli della superficie. Cioè dell'Occidente. Solo che l’esercito degli uomini pesci mezzo aztechi è imbattibile e solo il ritorno di Black Panther può sistemare le cose.

 

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Confesso che l’ho visto attentamente questo Black Panther 2, mi è pure piaciuto, ma ho rapidamente scordato la storia. Che non è il massimo. Ma le coreografie degli scontri con le guerriere pelatone wakandiane, tipo servizio d’ordine della Meloni, sono fantastiche, da grande musical. Per non parlare della diversità dell'origine africana di tutte le ragazze protagoniste, Ghana, Kenya, Guyana... Magari Ryan Coogler voleva fare qualcosa di simile con gli aztechi mezzo pesci del fondo del mare, tutti interpretati da veri messicani.

 

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Certo. Buttarla tutta al femminile lasciando l’unico momento di mascolinità coatta al M’Baku di Winston Duke, magari è una scelta discutibile, che rende un po’ troppo monotematica la storia, non ci sono neanche complicità lesbo apparenti (solo un accenno se non sbaglio) o gelosie mortali delle donne raccontate dai maschi, ma tutto questo trasforma il film da kolossal Marvel miliardario in una sorta di cartone animato con queste ragazze africane truccate e vestite meravigliosamente.

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Uno spettacolo inaspettato, almeno per me. No. Tutta la parte Avatar o da parco a tema in fondo al mar tipo La Sirenetta, francamente, mi lascia un po’ indifferente, come la figura del re Namor di Tenoch Huerta e dei suoi problemi di proteggere il vibranio. Ma bastano i numeri di Florence Kasumba e Michaela Coel a tirarmi su. Da oggi in sala.

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