LA SFILATA IN MANETTE, I GIORNALISTI "CICISBEI DELLE PROCURE" E LA SCIATTERIA DEI PM: L’ORRORE GIUDIZIARIO DI ENZO TORTORA RACCONTATO IN UN LIBRO DAL SUO AVVOCATO RAFFAELE DELLA VALLE – “CI FU UN TEMPO IN CUI, INOPINATAMENTE, IN UN TRIBUNALE ITALIANO, VENNE RIPRISTINATA, L’INQUISIZIONE DI MANZONIANA MEMORIA” – VITTORIO FELTRI: "NONOSTANTE L’EVIDENTE FALSITÀ DI TUTTO QUANTO ANDAVA IN ONDA, NESSUNO SI ACCORSE DI TANTE STRANEZZE. NÉ I PM, NÉ I GIUDICI E NEPPURE UNA PARTE DELL’AVVOCATURA…"

-

Condividi questo articolo


Estratto dell'articolo di Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

enzo tortora raffaele della valle enzo tortora raffaele della valle

Il lettore dirà: ma allora è una fissazione. Ancora Enzo Tortora? La mia risposta è che finché avrò la forza di tenere un martello tra le mani, che in questo caso è metafora della macchina per scrivere o dei suoi attuali surrogati cibernetici, lo picchierò come fa il batacchio sulla campana per ricordare la sua tremenda vicenda e rendere edotti i distratti che il sistema capace di stritolare un uomo perbene è ancora lì, intatto.

 

Una macchina che si avvale di magistrati negligenti e bisognosi di fama in perfetta sincronia svizzera – nel senso dell’orologio – con la cricca di giornalisti cicisbei delle procure e – nel caso di Tortora – invidiosi di un collega mille volte più bravo di loro.

 

enzo tortora raffaele della valle cover enzo tortora raffaele della valle cover

L’occasione di riparlarne sta in un libro che consiglio vivamente. Lo ha scritto, sottoponendosi alle domande del preciso e capace Francesco Kostner, Raffaele della Valle (Quando l’Italia perse la faccia L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora, Pellegrini editore, pagine 160, € 15. Prefazione di Salvo Andò. Posfazione di Santo Emanuele Mungari).

 

Raffaele è stato il primo difensore di Tortora, identificato con il suo cliente al punto di soffrire quanto Enzo, una lacerazione del cuore e della mente che non gli ha tolto la lucidità del grande avvocato, come del resto fu magnifica la squadra dei legali del giornalista e conduttore televisivo (comprendeva, oltre al penalista monzese, Alberto Dall’Ora e Antonio Coppola).

 

IL LAVORO DA CRONISTA

Lo dico a ragion veduta. Ho seguito il processo a Napoli. 

 

(...) I pubblici ministeri scovarono sull’agenda di un camorrista (tale Giuseppe Puca) il nome Tortora seguito da un numero. Mi dissi: provo. Dalla camera di hotel afferrai così la cornetta: mi rispose sgraziatamente e minacciosamente un “Tortona” napoletano. Mi stramaledisse, non era il fottutissimo Enzo. Erano così predisposti a incastrare Tortora, che interpretarono a comodo loro e delle loro tesi scombinate, la grafia di Puca. Incredibile? Normale.

 

ENZO TORTORA CON LE FIGLIE GAIA E SILVIA ENZO TORTORA CON LE FIGLIE GAIA E SILVIA

Nessuno aveva verificato nelle stanze dei giudici o della polizia giudiziaria la circostanza che demoliva l’accusa, e soprattutto documentava il pregiudizio di colpevolezza che in primo grado seppellì Tortora con una condanna a dieci annidi carcere. Ricordo lo sbiancare del volto di Raffaele, quando si udì la parola “Condanna!”.

 

Stupore assoluto anche nel sottoscritto. Ma non è questo lo scampolo di memoria più amaro: la proclamazione della sentenza suscitò mugugni di soddisfazione in troppi cronisti che facevano sfacciatamente il tifo per i camorristi accusatori.

 

Ci sono fatti che non si possono cancellare, e pesano ancora. Mi consola appena il rivedere, a pag. 122 del volumetto, la fotografia di della Valle in lacrime dopo la sentenza di assoluzione. (Chiarisco: non rivendico una superiorità morale rispetto ai gazzettieri, segugi da Procura, amanti della briscola e dell’azzardo: il fatto è che detesto quei passatempi, e li fuggo come la peste. Sono superiore nei passatempi, tutto lì).

Il colloquio ha due fasi.

 

La prima, divorante, è il racconto del caso Tortora, che tutti credono di conoscere, ma non è così. La copertina per scelta cosciente propone la fotografia più famosa, documenta l’immortalità di uno scempio. Tortora tra i carabinieri, inerme, in manette, dato in pasto ai precare i carnefici, penso a certi quadri raffiguranti la decapitazione di Giovanni Battista del Caravaggio, o il martirio di santa Cecilia ritratto da Guido Reni.

bettino craxi enzo tortora e pippo baudo bettino craxi enzo tortora e pippo baudo

 

LE STRANEZZE

Dice della Valle: «La “sciatteria”, il pressapochismo, l’inosservanza delle norme processuali la fanno da padrone, tanto che, alla fine, si potrebbe concludere che ci fu un tempo (gli anni dal giugno 1983 all’estate 1986) in cui, inopinatamente, in un Tribunale Italiano, venne ripristinata, ovviamente con il consenso di una larga parte di opinione pubblica, l’inquisizione di manzoniana memoria. Di più.

 

A leggere i verbali dei “quattro dell’Ave Maria”, ossia Pandico, Barra, Melluso, Margutti, nonché di altri ancora, e quello del cosiddetto confronto in dibattimento Melluso/Tortora, ci si accorge di essere, nella migliore delle ipotesi, in presenza di discorsi alla fratelli De Rege, noti comici degli anni ’30-’40 del secolo scorso, il cui repertorio venne ripreso tempo dopo dalla celebre coppia Walter Chiari e Carlo Campanini in una loro rappresentazione televisiva dal titolo “Vieni avanti cretino”.

 

Enzo Tortora Enzo Tortora

Eppure, nessuno, nonostante l’evidente falsità di tutto quanto andava in onda, nessuno ripeto si accorse di tante stranezze. Non si accorsero di nulla i Pm, altrettanto fecero i Giudici del Tribunale di Napoli, la più parte dei giornalisti compiacenti e, incredibile dictu, neppure una parte dell’avvocatura, la quale si guardò bene dal dare “un’occhiata” all’originale e personale sistema in uso sulla nomina del difensore di ufficio». Il problema è che – secondo Raffaele – non si è deciso a scardinare il sistema dell’ingiustizia ancora vigente e a ricostruire su fondamenta solide il palazzo della Giustizia.

 

enzo tortora e vittorio feltri enzo tortora e vittorio feltri

P.S. Ho ritrovato una citazione, che non commento. La traggo dal Processo di Franz Kafka. Il protagonista del romanzo, Josef K. durante la prima udienza dice: «Quello che mi è successo è sì un caso isolato, e come tale non molto importante, perché io non lo prendo molto sul serio, ma è il segno di un provvedimento che viene applicato verso parecchi altri. Io mi batto per costoro, non per me». Raffaele della Valle suona la campana per tutti.

enzo tortora e LA MOGLIE francesca scopelliti enzo tortora e LA MOGLIE francesca scopelliti enzo tortora enzo tortora enzo tortora enzo tortora enzo tortora e francesca scopelliti enzo tortora e francesca scopelliti enzo tortora portobello enzo tortora portobello enzo tortora enzo tortora enzo tortora a portobello enzo tortora a portobello enzo tortora enzo tortora enzo tortora 3 enzo tortora 3 Enzo Tortora con le figlie Silvia a sinistra e Gaia Enzo Tortora con le figlie Silvia a sinistra e Gaia SILVIA E ENZO TORTORA SILVIA E ENZO TORTORA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...

DAGO-SPIFFERA: SUSSURRI & RUMORS – CHI SE LO PAPPA "IL FOGLIO"? LOTITO E' INTERESSATO MA MAINETTI L'AVREBBE PROPOSTO ANCHE A CAIRO - COSA DIRANNO A PONTIDA ORBAN E WILDERS: LANCERANNO BORDATE ALLA MELONI SU MIGRANTI, UCRAINA E RUSSIA? - LA SANTANCHE' RINVIATA A GIUDIZIO SI DIMETTE O NO? LA SORA GIORGIA HA SEMPRE FATTO CAPIRE CHE LA "PITONESSA" DEVE SLOGGIARE SE FINISCE A PROCESSO. MA OCCHIO: IL DESTINO DELLA "SANTA" INFLUENZERA' ANCHE QUELLO DI SALVINI SUL CASO OPEN ARMS (SE SI DIMETTE LEI PER UN RINVIO A GIUDIZIO, COME PUO' RESTARE AL SUO POSTO IL LEGHISTA CON UNA CONDANNA IN PRIMO GRADO?) - BOCCHINO "INSEGUE" LE MELONI - LE INGENUITA' DEI FRATELLI ELKANN