Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
La strage di Colorado Springs è il caso «perfetto». In senso tragico. Un gesto terroristico dove emergono tutti i parametri degli omicidi di massa americani: la preparazione, i segnali premonitori, il target specifico, le armi. Anderson Lee Aldrich, 22 anni, per compiere l'azione ha emulato altri sparatori. Ha indossato un corpetto di foggia militare con caricatori e una pistola, ha impugnato un fucile tipo AR 15, è entrato nel locale dove ha poi aperto il fuoco.
Cinque morti, una ventina di feriti. Un raid che poteva avere molte più vittime: l'assassino è stato infatti disarmato da un paio di clienti, uno dei quali l'ha colpito con il calcio della pistola dopo avergliela sottratta. L'equipaggiamento del giovane è la prova della pianificazione, una costante per episodi come questo.
E lo è anche un altro elemento. Nel 2021 un individuo con lo stesso nome era stato fermato dalla polizia dopo che aveva minacciato di morte la madre alludendo all'uso di una bomba rudimentale. Le autorità non hanno confermato se si tratta della stessa persona anche se è probabile che lo sia. Una vicenda conclusasi senza conseguenze serie - nessuna denuncia - ma che doveva indurre a sorvegliare un giovane con evidenti problemi.
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Invece è accaduto esattamente l'opposto perché è rimasto in possesso del fucile: la legge prevede il sequestro nel caso vi siano precedenti inquietanti. È la «red flag» - bandierina rossa - che dovrebbe far scattare il divieto d'acquisto o la confisca. Essendo, però, all'inizio delle indagini dobbiamo aspettare ulteriori dettagli. I report di esperti e Fbi dedicati ai mass shooters statunitensi ripetono all'infinito che spesso i protagonisti lasciano trapelare le loro intenzioni in modo diretto oppure con comportamenti che dovrebbero richiamare l'attenzione.
È avvenuto per il massacro simbolo - quello di Columbine, sempre in Colorado, nel 1999 - si è ripetuto in seguito decine di volte. Anche la violenza tra le pareti di casa è un «lato» ricorrente di chi poi è autore di assalti.
In queste ore gli agenti scandagliano il passato del killer alla ricerca di spunti che possano definire meglio il profilo. Modus operandi e obiettivo trasformano il gesto in un atto di terrore. E, infatti, la procura ha deciso di accusarlo di «crimine d'odio», passo giudiziario che indirizza l'inchiesta in una direzione precisa. Intanto i media hanno scritto che il nonno di Anderson è un ex parlamentare repubblicano della California. Randy Voepel - questo il nome - si fece notare un anno fa quando paragonò l'assalto al Congresso all'inizio della rivolta contro i britannici. Qualcuno ne chiese per questo l'espulsione.
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