le vele di scampia a napoli 1

CE LO FACCIAMO UN CAMORRA TOUR? - LE VELE DI SCAMPIA, UNA VOLTA SIMBOLO DEL DEGRADO, SONO DIVENTATE PRIMA UN SET CON “GOMORRA” E ORA UN'ATTRAZIONE TURISTICA - CREATE PER ESSERE UN ESEMPIO DI EDILIZIA POPOLARE, SONO L'EMBLEMA DELL'EGEMONIA CAMORRISTICA: ADESSO LE AGENZIE ORGANIZZANO TOUR DI QUATTRO ORE AL PREZZO DI 60 EURO - GLI ABITANTI SONO INDISPETTITI: “SIAMO STUFI DI ESSERE TRATTATI COME UN SAFARI FOTOGRAFICO...”

Paola Pellai per “Libero Quotidiano

 

una vista aerea della demolizione delle vele di scampia

Troppo facile andare a Scampia a farsi parare due calci di rigore su un campo da calcio con le righe bianche verniciate a lucido. Ancora più facile fingersi tennista in completo gessato, come ha fatto Giuseppe Conte nel suo tour elettorale. Scampia, periferia nord di Napoli, non si identifica in tutto ciò e neppure nell'omonima fermata metropolitana con installazione sonora "firmata" e un design da Guggenheim Museum.

 

Scampia è la vergogna di quelle Vele che ancora disegnano un paesaggio di lamiere, degrado, inciviltà. Sono le nostre favelas, qui ci si intossica di cemento, amianto, fumo, infiltrazioni. Qui tutto è rotto, sporco, pericolante.

 

le vele di scampia a napoli 3

Il campo da calcio non ha l'erba, non ci sono reti alle porte arrugginite, mancano le linee regolamentari: è uno spazio di terra rinsecchita e sterpaglia. Qui cammini nella paura e nel ventre di ruggine, infiltrazioni e amianto.

 

Molte persone si sono ammalate di tumore e in troppe sono morte. Vedi l'acqua scendere dai muri già impregnati di umidità, trovi gli scheletri di appartamenti arsi dalle fiamme, annusi l'insalubre presenza dell'amianto e ogni pertugio è pieno di spazzatura e rifiuti.

 

le vele di scampia a napoli 2

Qui si vive nell'anonimato, addensati senza controlli in gironi infernali, con numeri simili a pallottolieri impazziti. Ma sai per certo che in quelle scatole di latta vivono tanti bambini, te ne accorgi dalla sfilata baby di magliette, calzini, bavaglini, tute sui balconi.

 

Non esistono citofoni e neppure cassette delle lettere. C'è chi scrive il proprio nome (mai il cognome) sulla porta in lamiera, talvolta c'è pure un numero di cellulare. Ci sono fili e cavi elettrici che penzolano ovunque e che passano da un ballatoio all’altro.

 

le vele di scampia a napoli 4

Altri, insieme a lunghi tubi, sono a terra ed è facile inciamparci. Gli allacciamenti sono fai da te, se qualcosa va storto o vuoi fare un dispetto al tuo nemico, saltarein aria o appiccare un incendio è un attimo. L'ultima volta è successo a giugno, con un rogo domato dai vigili del fuoco e una colonna di fumo avvistata a chilometri di distanza

 

LA SFILATA DEI POLITICI

Si vive alla giornata in una delle aeree a maggior tasso di disoccupazione in Italia. Se t'infili nei dedali bui e intricati dei piani sotterranei ti accorgi in fretta che l'arte dell'arrangiarsi diventa per molti la sopravvivenza.

 

le vele di scampia a napoli 5

C'è chi lava auto, chi le aggiusta, chi ha aperto un bar e chi vende generi alimentari. Chi abita qui invecchia nell'umidità, nella precarietà, nel pericolo. Questo è il luogo delle aspettative tradite e della vergognosa processione dei candidati politici che in campagna elettorale arrivano barattando finte promesse con i voti, ingolositi dalle 41 mila presenze, ma è una cifra al ribasso.

 

le vele di scampia a napoli 6

La verità è che qui lo Stato non esiste, ne sta al di fuori e vogliono tenerlo al di fuori. Le originarie sette Vele di Scampia sono state costruite su un'area di 115 ettari tra il 1962 e il 1975 su progetto dell'architetto Francesco De Salvo. Un intervento di edilizia economica popolare a forma triangolare che, ispirandosi alle Unités d'habitation di Le Corbusier, doveva favorire l'integrazione, grazie ad ampi spazi verdi con percorsi pedonali, aree giochi, centri scolastici, commerciali e religiosi.

 

le vele di scampia a napoli 7

Il modello architettonico è quello di due blocchi a gradoni - ciascuno alto al massimo 14 piani - separati da un vuoto centrale e collegati da scale, ascensori e ballatoi volti proprio a favorire le relazioni tra gli abitanti.

 

Quella favola progettuale si limitò ad immensi agglomerati di cemento finiti presto in mano alla camorra, che li trasformò nel più importante supermercato europeo della droga. Quello che doveva essere un modello si trasformò in un ghetto, complice il terremoto dell'Irpinia del 1980 che portò molte famiglie senza tetto ad occupare anche abusivamente gli alloggi.

 

le vele di scampia a napoli 1

Ad aggravare la situazione la totale assenza dello Stato: il primo commissariato di Polizia fu insediato nel 1987. Troppo tardi, mafia e delinquenza lì avevano già trovato alloggio. La camorra "dava lavoro" e l'illusione della ricchezza, le auto di grossa cilindrata dei boss erano il traguardo da inseguire: i bambini facevano le vedette sui ballatoi, i ragazzi erano i pusher e famiglie intere custodivano droga, soldi e armi in casa o nei garage.

 

COME ALLO ZOO

gomorra

In seguito la guerra alla camorra e gli arresti eccellenti hanno mobilitato cooperative e associazioni, difendendo «le tante persone oneste che abitano le Vele». Eppure per tutti questo resta il regno di Gomorra, raccontato da Roberto Saviano e trasformato in fiction televisiva.

 

La fantasia napoletana ha fatto di una piaga un business inventando i "Gomorra Tour", organizzati da diverse agenzie per "esplorare il quartiere con i suoi caratteristici edifici degradati" che hanno "fatto da sfondo alle storie dei personaggi della serie televisiva”.

 

gomorra la stagione finale 8

Si passeggia, talvolta si raggiungono Forcella e Secondigliano, magari con una colazione o un brunch di specialità napoletane su una terrazza panoramica: il tour dura 4 ore, costa dai 60 ai 75 euro ed è fortemente "sconsigliato a donne in gravidanza e cardiopatici”.

 

Chi abita nelle Vele non ne può più di tour e serie tv, così a lettere cubitali scrivono che non sono Gomorra e neppure uno zoo. «Siamo stufi di essere trattati come un safari fotografico - mi racconta Pina -. Vengono qui fanno selfie, fotografano tutto e tutti come se fossimo leoni e giraffe in gabbia. Abbiamo il diritto di vivere e di essere rispettati».

gomorra

 

Quattro Vele sono già state abbattute (nel 1997, 2000, 2003 e 2020), altre due (la Vela Rossa e quella Gialla) seguiranno la stessa sorte mentre l'ultima (quella Celeste) verrà riqualificata, ospitando gli uffici della Città Metropolitana. Tutto ciò ha un costo, 26 milioni di soldi pubblici che si spingeranno fino ad un piano di fattibilità complessiva da 120 milioni, comprensivo di abbattimenti, ricostruzioni, riqualificazioni, servizi e un polo universitario.

 

gomorra la stagione finale 2

Si fa e si disfa, si costruisce e si abbatte: è il gioco degli appalti. Ho girato a lungo all'interno delle Vele, tutti mi hanno salutato, qualcuno mi ha sorriso. Ho visto la dignità della miseria in buchi "truccati" da appartamenti, una camera da letto sotto una tettoia all'aperto, un bimbo che spingeva un monopattino tra l'immondizia, un'anziana con due sacchi di spesa che saliva arrancando i tremolanti e infiniti gradini tra un piano e l'altro. Una ricerca universitaria condotta tra i giovani ha sottolineato che l'80% ritiene che a Scampia la camorra sia più presente della Chiesa (8%) e persino dello Stato (5%).

 

scampia scritte contro gomorra

Il 51% di loro ha contatti con chi si droga e il 44% ammette che la criminalità è una scorciatoia per avere tutto e subito, soprattutto oggetti "firmati". «In questo quartiere non c'è nulla - spiega Tony, 14 anni -, o scappi o ti schieri con la camorra o lotti per cambiare le cose, ma perché farlo? Per noi lo Stato non trova neppure il tempo di toglierci l'immondizia. Io non porto rispetto a chi non me ne porta».

scampia scritte contro gomorra 2scampia scritte contro gomorra 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?