Antonio Signorini per "Il Giornale"
È la fine di quelle «piccole forme di flessibilità» che, soprattutto in tempi di Covid, possono servire a famiglie e imprese «per far fronte ai pagamenti di utenze o altri adempimenti, come gli stipendi e contributi previdenziali, rate di finanziamenti e mutui». A segnalare uno degli effetti delle nuove norme dettate dall'Eba, l'autorità bancaria europea, è il centro studi di Unimpresa. Da gennaio, in caso di conti in rosso, anche per piccole somme, gli addebiti automatici non saranno più consentiti.
Se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi, le banche potranno fermare il pagamento di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti. Alle banche il compito di bloccare il trasferimento e cancellare il relativo Rid. È un effetto delle stesse regole che prevedono anche la classificazione di non performing loans (Npl) anche per pagamenti in ritardo di tre mesi su somme a partire da soli 100 euro. Il nuovo quadro regolatorio, «non è stato sufficientemente spiegato dalle banche» ed è «preoccupante», commenta il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino.
Impossibili anche «piccoli sconfinamenti», e quindi quella flessibilità che in questa fase è fondamentale. Il rischio è che la misura comporti una «fortissima stretta al credito, conseguenza inevitabile delle segnalazioni alla centrale rischi e della riclassificazione degli affidamenti della clientela in caso di piccoli arretrati». Chi ha il conto in rosso rischia di risultare moroso rispetto a contributi Inps, bollette delle utenze o, nel caso di piccole imprese in temporanea crisi di liquidità, dai lavoratori dipendenti. Esiste un margine di discrezionalità.
«Qualche banca - segnala Unimpresa - sembra orientata, almeno in una prima fase dell'applicazione delle nuove regole, a mantenere una linea più morbida, specie nei clienti conosciuti». Il rischio che le nuove regole dell'Eba penalizzino comunque la liquidità delle aziende nel momento meno opportuno. Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli, ha più volte segnalato le difficoltà che le nuove norme potrebbero determinare: «Un meccanismo micidiale».
In una intervista ad Avvenire, Patuelli aveva in particolare preso di mira il calendar provisioning «che sancisce i tempi di deterioramento dei crediti non rimborsati per tempo, e al nuovo concetto di default che toccherà chi ha un debito arretrato di 90 giorni, anche per soli 100 euro, 500 per le aziende». Regole che per il presidente dell'Associazione delle banche italiane «andrebbero fermate».
Il caso segnalato da Unimpresa è uno degli effetti delle nuove norme Bce e Ue che rischiano di limitare la liquidità. Anche Confedercontribuenti aveva denunciato «l'insostenibilità delle nuove disposizioni europee» che «finiscono per mettere in difficoltà gli stessi istituti di credito», oltre alle imprese, gli artigiani e commercianti e le famiglie, alle prese con difficoltà accentuate dagli effetti della pandemia.