COSA È SUCCESSO DOPO L’ANNUNCIO DELLE RESTRIZIONI A TIKTOK? UNA BEATA MAZZA! – IL SOCIAL È RIMASTO INVARIATO E NON SONO SCATTATE VERIFICHE PER CONTROLLARE L'ETÀ DEGLI UTENTI - IL PROVVEDIMENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY È IMMEDIATAMENTE ESECUTIVO, MA LA SOCIETÀ DEVE AVERE IL TEMPO DI ADEGUARSI – IN CASO DI MANCATO RICORSO IN TRIBUNALE E DI INOSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI PER IL SOCIAL CINESE POTREBBERO SCATTARE SANZIONI MILIONARIE…

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Michela Allegri per “Il Messaggero”

 

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Il giorno dopo l'annuncio delle restrizioni, nulla è cambiato: l'accesso a TikTok è rimasto invariato, non sono scattate verifiche serrate per controllare l'effettiva età anagrafica degli utenti. C'è una spiegazione: il provvedimento del Garante della Privacy è immediatamente esecutivo, ma non verrà applicato prima di qualche giorno, perché la società deve avere il tempo di studiare la situazione e adeguarsi. Non è nemmeno detto che le direttive dell'Authority vengano recepite: i gestori della piattaforma social potrebbero anche decidere di fare ricorso contro la decisione dell'autorità di controllo, e in quel caso a decidere sulla controversia sarebbe il Tribunale ordinario.

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E nel frattempo? TikTok, nel ricorso, potrebbe chiedere la sospensiva del provvedimento del Garante nell'attesa della sentenza, e anche in questo caso la decisione spetterebbe al giudice. Se la richiesta di sospensiva venisse accolta, non cambierebbe nulla fino alla conclusione del giudizio.

 

Tutto questo, comunque, non dovrebbe succedere: il social preferito dai più giovani ha infatti comunicato di avere ricevuto l'informativa del Garante e di essere al lavoro: «La privacy e la sicurezza sono una priorità assoluta per TikTok e lavoriamo costantemente per rafforzare le nostre policy, i nostri processi e le nostre tecnologie per proteggere tutta la nostra community e i nostri utenti più giovani in particolare», ha detto in una nota un portavoce dell'azienda. In caso di mancato ricorso e di inosservanza delle prescrizioni, d'altronde, per il social cinese potrebbero esserci conseguenze pesanti: non solamente un'inchiesta penale, ma anche sanzioni milionarie.

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LE DENUNCE Intanto, dopo il caso della bambina di Palermo morta a 10 anni probabilmente mentre stava partecipando a una sfida sul social network - sul punto sono però in corso indagini della procura di Palermo -, quella delle challenge estreme via web si conferma un'emergenza globale. Ieri un diciassettenne, in Pakistan, è morto travolto da un treno mentre stava realizzando un video da postare proprio su TikTok. E potrebbe essere legata all'utilizzo della piattaforma cinese anche la scomparsa, dal 14 gennaio, di una 16enne di Regello (Firenze).

 

ANTONELLA LA BAMBINA DI 10 ANNI MORTA PER UNA CHALLENGE SU TIKTOK ANTONELLA LA BAMBINA DI 10 ANNI MORTA PER UNA CHALLENGE SU TIKTOK

I genitori sostengono sia fuggita con una coetanea, a sua volta sparita dalla provincia di Pisa, conosciuta proprio sul social network e che in passato sarebbe stata accusata di aver bullizzato un giovane disabile costringendolo a spogliarsi su Instagram. Sul caso TikTok sono intervenuti anche il mondo politico e diverse associazioni: l'obiettivo comune è studiare interventi per tutelare i più piccoli. La ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, in un post su Facebook ha ricordato che «lo strumento tecnologico per verificare l'età dei giovani sulle piattaforme esiste e tra tecnici si chiama age verification. Il mondo di internet e è e deve essere uno spazio di libertà.

 

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Ma non della libertà di permettere che siano danneggiati soggetti deboli, come i minori». In molti, inoltre, chiedono misure più stringenti, come ad esempio l'utilizzo dello Spid per la verifica dell'identità degli iscritti. Consumerismo No Profit, associazione dei consumatori specializzata in tecnologia, tramite i propri esperti, per esempio, ha redatto una proposta di legge che introduce l'obbligo di condizionare sia l'iscrizione che l'interazione sui social network da parte dei minori di anni 14 all'autorizzazione dei genitori, identificati a mezzo identità digitale: per iscriversi, chattare e pubblicare contenuti sulle piattaforme sarà indispensabile ricorrere, appunto, allo Spid. Ma questa soluzione viene considerata difficilmente applicabile dagli esperti.

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