“IL BACIO NON MI È SEMBRATO FORZATO, HO PENSATO CHE FOSSERO TUTTI E TRE BRILLI” – PARLA IL TASSISTA SUPERTESTIMONE NELLA INCHIESTA SULLA PRESUNTA VIOLENZA DEI DUE GIORNALISTI SARA GIUDICE E NELLO TROCCHIA NEI CONFRONTI DI UNA COLLEGA: “LA RAGAZZA ERA UBRIACHELLA COME GLI ALTRI DUE DEL RESTO. NON HO PERCEPITO PERICOLO ALTRIMENTI AVREI AGITO DI CONSEGUENZA..."

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Andrea Ossino e Giuseppe Scarpa per "La Repubblica"

 

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Nell’abitacolo del suo taxi, la notte del 30 gennaio, si sarebbe consumata una violenza sessuale di gruppo. Così sostiene la giornalista che ha denunciato Nello Trocchia, cronista del Domani, e la compagna Sara Giudice, fino alla scorsa stagione in forza a Piazzapulita su La7 e ora in procinto di lavorare in Rai. Dunque il tassista Patrizio Feliziani è diventato il supertestimone della vicenda finita sotto la lente della procura.

 

Un passo indietro. La presunta vittima ritiene di essere stata abusata nel sedile posteriore di un’auto bianca – una serie di baci e alcuni palpeggiamenti - da parte dei due colleghi, coppia nella vita privata. Sette minuti il tempo stimato del tragitto nel cuore di Roma. Dal pub a Trastevere dove Sara Giudice aveva organizzato il suo compleanno sino a casa dei due giornalisti.

 

Per la procura – come per gli avvocati di Giudice e Trocchia - la versione offerta dal tassista su quella serata scagiona la coppia di cronisti finiti sotto indagine. Al contrario, per l’avvocato della collega che ha denunciato la coppia, Alessandro Silveri Gentiloni, le dichiarazioni del tassista meriterebbero di essere lette in modo diverso rispetto a come ha fatto la procura.

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Sta di fatto che l’inchiesta non è ancora conclusa. Infatti, sarà il gip a dicembre a mettere la parola fine. Il gip potrebbe accettare l’archiviazione presentata dalla procura, oppure potrebbe richiedere approfondimenti di indagine e anche, infine, stabilire un’imputazione coatta spendendo a processo Trocchia e Giudice.

 

Ma perché il racconto del tassista è centrale? Cosa ha detto alla polizia? Qui riportiamo il racconto di quella serata che l’autista ha consegnato alla Squadra Mobile il 7 febbraio 2023: “Li ho recuperati a Trastevere di fronte al Treefalk's Pub. Lui (Trocchia, ndr) lo ricordo perché l'ho visto in televisione, c'era poi una donna e una ragazza. Ho percepito una differenza di età tra l'uomo, la donna e quella che mi è sembrata essere più giovane che definisco una ragazza. La donna più grande era seduta dietro il mio sedile credo fosse la moglie dell'uomo. Gli altri due non ricordo come fossero posizionati, ma erano accanto a quella che mi è sembrata essere appunto la moglie dell'uomo”.

 

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Il tassista continua: “Li ho portati dove mi avevano indicato. Hanno parlato poco in macchina, l'uomo ha chiesto a quella che era la moglie se poteva baciare la ragazza e la moglie ha acconsentito. Dallo specchietto retrovisore ho visto che si sono baciati. Il bacio non mi è sembrato forzato, ho pensato che fossero matti tutti e tre come tutti quelli che incontro di notte. L'uomo ha chiesto a quella che io penso sia la moglie se la ragazza poteva andare a casa loro. A quel punto la ragazza ha risposto che avrebbe fatto quello che decideva lei, cioè la moglie dell’uomo”.

 

Quindi sulle condizioni dei tre a bordo del taxi: “Tra tutti e tre la ragazza, probabilmente era quella che nel parlare faceva più fatica nel senso che sbiascicava. Tutti sono scesi, io ho aspettato un secondo in più perché ho creduto fosse una situazione un po' strana e poi ho riportato la ragazza a casa perché è risalita dopo trenta secondi sul taxi. Quella mi è sembrata una situazione particolare, ma non ho percepito pericolo altrimenti avrei agito di conseguenza”.

SARA GIUDICE SARA GIUDICE

 

Il taxi stazione davanti casa di Trocchia e Giudice ancora per qualche istante. “La ragazza è risalita sul taxi, accanto a me, ci divideva comunque un sedile, mi ha detto che era un po' scossa per quello che era successo, poiché non si aspettava questo atteggiamento da parte dei suoi colleghi, perché erano colleghi suoi, così mi ha detto. La ragazza era "ubriachella" come tutti e tre, del resto, e un po' scossa perché tremava. Quando l'ho riaccompagnata le ho detto di stare tranquilla perché non le sarei saltato addosso come quell'altro, ma che l'avrei solo riaccompagnata a casa”.

 

Le domande della polizia continuano. E il tassista risponde: “La ragazza in quel momento non mi ha raccontato niente di ciò che era avvenuto nel taxi, mi ha detto solo che non si sarebbe aspettata quello che era accaduto.Sono arrivato sotto casa della ragazza e abbiamo fumato una sigaretta all'interno del taxi e, dopo aver fumato, lei mi ha chiesto il mio numero telefonico che io le ho dato. Lei ha chiamato il suo ragazzo per telefono e gli ha chiesto di scendere per raggiungerla, dopodiché è scesa dal taxi e ho visto che camminava normalmente”.

 

SARA GIUDICE E SILVIO BERLUSCONI SARA GIUDICE E SILVIO BERLUSCONI

Davanti agli investigatori, il tassista è chiamato a riavvolgere più volte il nastro alla ricerca di dettagli: “Rispetto a quando i tre passeggeri sono saliti sul mio taxi dal pub a Trastevere, posso dire che li ho visti camminare poco, ma ho percepito che erano brilli quando erano all'interno della vettura, perché ridevano, scherzavano, la ragazza più giovane mi ha detto "hai visto chi stai portando stasera a casa?", io non ho neanche risposto, non vedevo l'ora che scendessero dal taxi perché erano su di giri”.

 

Quindi il finale, le chiamate dopo la vicenda finita in procura: “La prima volta (che la ragazza lo chiama dopo il passaggio in taxi, ndr), lei mi chiama per ringraziarmi di averla riaccompagnata a casa. Io le ho detto che era il mio lavoro e di stare tranquilla. Qualche giorno dopo c’è stata un'altra telefonata da parte sua.

 

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Io le ho raccontato quanto sto dicendo oggi, e che ero dispiaciuto perché, se quella sera le era successo qualcosa di grave non me ne ero accorto, altrimenti mi sarei comportato diversamente. Ho avuto l'impressione che stesse registrando la conversazione tant’è che glielo ho anche chiesto, mi faceva tremila domande e io continuavo a dirle che la sera che la avevo accompagnata con l'uomo e la donna avevo visto che si baciavano e null'altro”.

 

Il conducente continua: “Lei probabilmente pensa che sia stata violentata o cose del genere, ma io sinceramente quella notte durante la corsa non ho provato questa sensazione, altrimenti, ripeto, sarei intervenuto. E ho avuto l'impressione che, se si stessero baciando, sarebbero voluti andare a casa tutti insieme per terminare la serata”.

 

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Quindi l’ultimo dettaglio: “C’è un altro particolare rispetto a questa vicenda. La centrale il primo febbraio mi ha chiamato perché era stato smarrito un cappello nel mio taxi. Ho controllato e ho trovato un cappello arancione, in terra nel lato posteriore del taxi, ho richiamato il 3370 che mi ha chiesto se potessero dare il mio numero al cliente richiedente, io ho acconsentito e il cliente poi mi ha effettivamente ricontattato, così ci siamo organizzati per la per la restituzione”.

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