“FUORI I RUSSI DAL SAN CARLO” – MOMENTI DI TENSIONE PRIMA DI “STAY WITH UKRAINE", LO SPETTACOLO DI SOLIDARIETÀ AL SAN CARLO DI NAPOLI: SULLO STESSO PALCO SI SONO ESIBITI BALLERINI UCRAINI E RUSSI, MA LA SCELTA HA FATTO STORCERE IL NASO AL CONSOLE KOVALENKO CHE HA SCRITTO UNA LETTERA DI FUOCO AL SINDACO MANFREDI ED È SCESO IN STRADA A MOSTRARE LE FOTO DI BUCHA – DAVANTI AL TEATRO SI È RACCOLTO UN GRUPPO DI MANIFESTANTI, MA ALLA FINE…

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Conchita Sannino per “la Repubblica”

 

stay with ukraine al san carlo di napoli 1 stay with ukraine al san carlo di napoli 1

«La guerra non potrà mai sopprimere la cultura». Né un conflitto può stabilire, è sottinteso, chi far entrare in scena, e chi lasciare fuori. Così, ieri sera, al teatro San Carlo, nonostante il clima teso, la protesta aperta da Kiev e perfino le «minacce» giunte sui cellulari di alcuni ballerini ucraini, un lungo applauso ha salutato l'inizio dello spettacolo Stay with Ukraine: la serata dedicata alle grandi étoile cui hanno partecipato anche ballerini che erano fuggiti dalle loro città bombardate, insieme a colleghi russi e italiani.

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Tutto per un progetto di fundraising in favore del popolo sotto attacco. Una serata in cui ha vinto «la solidarietà verso un Paese invaso e devastato», come sottolinea il sovrintendente del lirico, Stéphane Lissner, ma in cui ha prevalso anche la linea della fermezza fissata con il sindaco Gaetano Manfredi, che riveste anche il ruolo di presidente del Consiglio di indirizzo del lirico.

 

Sulla scena, Olga Smirnova, russa, una delle più grandi star della danza che si era dimessa dal Bolshoi di Mosca dopo aver denunciato l'invasione dell'Ucraina, e Anastasia Gurskaya prima ballerina dell'Opera di Kiev, anche lei scappata dal massacro cominciato il 24 febbraio nei territori di guerra.

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Nel cast speciale, anche Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko, la coppia d'oro della danza de La Scala. Eppure, qualunque ipotesi di abbraccio anche ideale su quel palco aveva provocato l'opposizione del console ucraino a Napoli, Kovalenko, la cui lettera era arrivata al sindaco Manfredi in contemporanea con il messaggio che il ministro della Cultura ucraina aveva intanto inviato ai vertici del San Carlo.

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Un clima di tensione che per tutta la domenica aveva aleggiato sull'organizzazione e le prove: fino a quando Lissner aveva deciso di cambiare il titolo della manifestazione. Da "Balletto per la Pace" a "Stay with Ukraine", nel solco dello slogan voluto dalla presidente Von der Leyen per la campagna globale di solidarietà e funraising in favore degli ucraini.

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«Noi comprendiamo - spiega Lissner a Repubblica - e siamo profondamente vicini alle sofferenze della nazione invasa. Ma un'istituzione culturale non può che favorire l'incontro tra artisti, alcuni dei quali sono russi coraggiosamente schierati contro questa guerra».

Un segno di sensibilità che non è bastato.

«Chiediamo di fermare tutti gli eventi culturali e sportivi cui partecipano i russi», si era spinto ancora ieri mattina il console Kovalenko a Napoli, presentandosi ai cronisti, ai piedi dei suoi uffici, e mostrando le foto del massacro dei civili a Bucha. «Nessun abbraccio, nessuna parola di pace è possibile finché non finisce la guerra».

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Così fuori del San Carlo, fino alle 21, un sit-in di poche decine di ucraini, sotto i colori gialloblu, issava cartelli e protestava contro il teatro. Dentro, Lissner e Manfredi a ricordare ancora: «Noi stiamo dalla parte dell'Ucraina: non possono esserci dubbi su questo. È un'iniziativa pensata e realizzata per raccogliere fondi in favore delle vittime della guerra voluta dalla Russia». E il sovrintendente ha sottolineato, tra l'altro: «Voglio ringraziare il coraggio di questi artisti. Quelli russi hanno anche corso dei rischi per essere qui con noi.

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E ho sentito che gli ucraini hanno ricevuto anche messaggi intimidatori». Poco prima che si alzasse il sipario, anche i poliziotti della Digos tra gli stucchi dorati del foyer, hanno verificato il tenore di quelle minacce. Ma i danzatori ucraini destinatari di quei messaggi - «Non dovete avere contatti con i russi, è un crimine abbracciarsi con loro», dicevano quei whatsapp - hanno però fatto sapere che non intendevano sporgere denuncia. Gran finale con i colori della bandiera ucraina: un messaggio voluto dall'organizzatore Alessio Carbone, già primo ballerino dell'Opera di Parigi.

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