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Frank Sinatra era "quasi sposato con la mafia" nonostante avesse negato di avere legami con la criminalità organizzata per la maggior parte della sua vita. A rivelarlo è il nuovo libro “Frank Sinatra and the Mafia Murders” secondo cui il cantante aveva rapporti regolari con i mafiosi e “voleva emulare” il famigerato mafioso Bugsy Siegel.
Durante la sua carriera Sinatra, ha sempre parlato di "bugie malvagie" a chi gli faceva notare dei suoi rapporti con i boss. Ma per gli autori Douglas Thompson e Mike Rothmiller, il cantante era così affascinato dai gangster che desiderava persino emulare un famigerato mafioso Bugsy che faceva a pezzi le sue vittime con le asce.
Da sempre si vocifera che la mafia lo abbia aiutato ad avviare la sua carriera investendo 50mila dollari sulla sua immagine. Un investimento che negli anni Sinatra ha dovuto ripagare facendo dei favori.
frank sinatra and the mafia murders
È stato grazie alla mafia che Sinatra ha ottenuto la sua parte nel film del 1953, “Da qui all'eternità”, dopo che un boss della mafia ha detto a un produttore che gli avrebbe messo una "pistola nel culo" se il ruolo fosse andato a qualcun altro.
Secondo il libro, con il supporto e protezione dei boss, la star di Hollywood "credeva di poter farla franca sempre" e imitava il modo in cui parlavano i mafiosi, minacciando persino di uccidere i suoi rivali amorosi.
Si dice anche che Sinatra sia diventato l'intermediario tra i boss e la socialite Judith Exner, che ha affermato di essere l'amante del presidente John F Kennedy e del pericoloso mafioso Sam Giancana allo stesso tempo.
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I registri del governo americano mostrano che Sinatra trasportò 2 milioni di dollari in contanti per conto dei famigerati “Fischetti Brothers” all'Avana, gran parte dei quali in una valigia che stringeva al petto. In effetti Sinatra era un "corriere regolare" per la mafia nonostante lui lo negasse: la sua celebrità gli permetteva di agire indisturbato visto che i doganieri preferivano chiedere un suo autografo piuttosto che aprire il suo bagaglio.
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