mario capanna milano

MILANO MIA FATTI CAPANNA – LA CITTÀ DELLA “MADUNINA” VISTA DAL SESSANTOTTINO MARIO CAPANNA: “NON HA PIÙ LA VITALITÀ E LA GENEROSITÀ DI UN TEMPO. POI C’È LA BOMBA SPECULATIVA DEL PREZZO DEGLI ALLOGGI, LA GENTE SE PUÒ CERCA CASA FUORI. EPPURE MILANO È UNA DELLE CAPITALI DEL PD. IL PD VINCE SOPRATTUTTO IN CENTRO, A ULTERIORE DIMOSTRAZIONE DEL FATTO CHE DI SINISTRA IN QUEL PARTITO È RIMASTO BEN POCO” – QUANDO IL MOVIMENTO STUDENTESCO “LIBERÒ” PIAZZA SAN BABILA: ORGANIZZAMMO UN RAID CON TRECENTO COMPAGNI CHE…”

mario capanna

Estratto dell’articolo di Andrea Senesi per www.corriere.it

 

San Vittore, San Babila e persino Palazzo Marino. E ovviamente le «sue» università, la Cattolica prima e la Statale poi. Ci sono tante Milano nella Milano di Mario Capanna, il leader del '68 italiano, il capo supremo del Movimento studentesco poi segretario di partito (Democrazia proletaria) e infine parlamentare per varie stagioni prima del buen retiro in Umbria, nella natia Città di Castello […].

 

Che rapporto ha con Milano?

«Essenzialmente di gratitudine. Milano mi ha dato intanto la conoscenza teorica. Studiavo filosofia e ho avuto grandissimi maestri. […] E poi la conoscenza pratica del mondo grazie a un movimento che in quegli anni intendeva davvero cambiare il corso della storia. Le due sfere si fondono in un episodio, in carcere […] Quando nel 1969 fummo arrestati in 14, Geymonat e Dal Pra vollero dare un segnale pubblico entrando a San Vittore per permetterci di sostenere l’esame. I secondini vennero arruolati come pubblico e fecero da testimoni alla effettiva regolarità della prova».

milano duomo

 

[…] Dove viveva in quegli anni?

«Dopo l’espulsione dal collegio della Cattolica mi sono ritrovato praticamente in mezzo alla strada. Vivevo dove capitava. Da amici o compagni che mi ospitavano, essenzialmente. E dalle fidanzate… Molte meno di quanto si creda. Eravamo sempre presi a scrivere mozioni per le assemblee o a preparare cortei… il resto passava in secondo piano».

 

[…] E San Babila, la piazza del nemico?

«Per noi era davvero un luogo intransitabile. Bastava un giornale sbagliato che spuntava dalla tasca o l’eskimo per far scattare l’aggressione delle bande fasciste. Questo fino al maggio del 1970».

Mario-Capanna.

 

Cosa successe allora?

«Decidemmo di “liberare” la piazza. Organizzammo un raid con trecento compagni del nostro servizio d’ordine che sbucarono all’improvviso in piazza dalle scale del metrò. I fascisti conosciuti come i più facinorosi furono anche i più svelti a darsela a gambe».

 

Torna spesso in città?

«Torno per trovare mio figlio che fa l’avvocato, e per qualche rimpatriata. Due volte l’anno ci vediamo per una mangiata in compagnia tra vecchi “combattenti”. L’ultima volta eravamo una quarantina».

beppe sala

 

E le piace Milano ora?

«No. Mi sembra che non abbia più la vitalità e la generosità di un tempo. Poi c’è la bomba speculativa del prezzo degli alloggi, la gente se può cerca casa fuori. Eppure la sinistra vince solo nelle città ormai e Milano è una delle capitali del Pd. Il Pd vince soprattutto in centro, a ulteriore dimostrazione del fatto che di sinistra in quel partito è rimasto ben poco».

 

E del sindaco Sala cosa pensa?

«Che era un bravo manager».

Mario-Capanna.

 

[…] Le manca Milano?

«Mi manca quella Milano».

 

Direbbe ancora che sono stati anni formidabili?

«Altroché. Quando faccio gli incontri con gli studenti lo ripeto sempre: noi ci siamo soprattutto divertiti un casino. Altro che droga o alcol, non c’è paragone».

 

C’è qualcosa di cui si pente? Un piccolo rimorso almeno?

«Il nostro settarismo di allora. Ha tarpato le ali a un movimento che nonostante tutto è stato il più longevo tra i vari '68 del mondo».

LE PEGGIORI CASE IN AFFITTO A MILANO 4Mario-Capanna.LE PEGGIORI CASE IN AFFITTO A MILANO 3GLI STRISCIONI DEGLI STUDENTI A MILANO MARIO CAPANNA

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