Monica Ricci Sargentini per www.corriere.it
hamzah bin husein con la moglie basmah bani ahmad
È tornata finalmente libera la principessa saudita Basma bint Saud al Saud, la più giovane dei 115 figli di re Saud che era stato rimosso dal trono lo stesso anno della sua nascita, nel 1964. La donna era stata arrestata nel 2019 insieme alla figlia Suhoud al-Sharif mentre stava per recarsi in Svizzera dove si sarebbe sottoposta a cure mediche.
Nei suoi confronti non era mai stata presentata alcuna accusa specifica ma in molti avevano letto la sua detenzione come l’ennesimo «attacco» a una componente della famiglia reale che il principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs) voleva rendere sempre più marginale.
Sicuramente Basma è sempre stata un personaggio «alieno» dalla monarchia saudita. Suo padre, che ha visto solo due volte, è morto quando lei aveva cinque anni ed è cresciuta prima a Beirut, poi in Gran Bretagna dove ha avuto un’educazione internazionale.
Imprenditrice, è stata la prima componente della famiglia reale ad apparire sulla copertina di una rivista in Arabia Saudita, ha fondato una catena di ristoranti, un gruppo editoriale e nel 2016 ha scritto un libro, The Fourth way law, in cui elenca le quattro condizioni fondamentali per costruire una società equa: sicurezza, libertà, istruzione e uguaglianza.
RANIA, BASMAH, HAMZAH, ABDALLAH II E NOOR DI GIORDANIA
Un personaggio scomodo, insomma, che, aveva deciso di tornare a vivere in Arabia Saudita nel 2016 continuando a scrivere articoli molto critici sulle condizioni di vita dei sauditi e in particolare delle donne. La principessa si era anche espressa duramente contro la repressione del dissenso messa in atto dal principe ereditario.
Le sue parole avevano irritato la famiglia reale tanto che i funzionari sauditi avevano cominciato a censurare i suoi articoli, come lei stessa aveva dichiarato al britannico The Independent.
A un anno dall’arresto, nell’aprile del 2020, Basma era riuscita incredibilmente a lanciare un appello dalla prigione al re Salman e a Mbs utilizzando il suo account Twitter: «Sono reclusa in maniera arbitraria nella prigione di Al-Ha’ir, senza accuse penali o di altra natura. La mia salute si sta deteriorando a un punto che potrebbe portarmi alla morte».
A dare la notizia del rilascio delle due donne è stata, sabato, l’ong saudita Alqst, con sede a Londra, che ha ricordato come durante il periodo di detenzione alla principessa «sono state negate le cure mediche di cui aveva bisogno». Ora madre e figlia hanno fatto ritorno a Gedda ma Basma, ha fatto sapere il suo avvocato Henri Estramant, soffre di problemi di salute, tra cui l’osteoporosi, e dovrà sottoporsi a urgenti cure mediche. «Il rilascio è segno che la famiglia reale sta tentando di modernizzarsi — ha spiegato l’avvocato Estramant —, per loro è importante non avere persone detenute arbitrariamente».
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Di oppositori in carcere, però, ce ne sono ancora troppi.
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