SE NE VANNO SEMPRE I MIGLIORI - QUANDO QABOOS BIN SAID DIVENNE SULTANO DELL’OMAN, NEL 1970, IL PAESE  AVEVA DUE SCUOLE E DIECI CHILOMETRI DI STRADE. LA SCHIAVITÙ ERA DIFFUSA; NON C'ERA ELETTRICITÀ, ERA PROIBITA LA RADIO E PER PORTARE GLI OCCHIALI SERVIVA UN PERMESSO - ALLA SUA PORTE LASCIA UN PICCOLO IMPERO DEL TURISMO IN ESPANSIONE - LA SUA FORZA? RESTARE EQUIDISTANTE DAI CONFLITTI FRA SCIITI E SUNNITI NELLA REGIONE…

-

Condividi questo articolo


QABOOS BIN SAID AL SAID QABOOS BIN SAID AL SAID

Irene Soave per “il Corriere della Sera”

 

Quando senza spargimenti di sangue Qaboos bin Said detronizzò il padre Said, sultano dell' Oman, mandandolo per sempre in esilio in due stanze all' hotel Dorchester di Londra, il Paese di cui prendeva le redini aveva in tutto due scuole e dieci chilometri di strade. La schiavitù era diffusa; non c' era elettricità, era proibita la radio e pure per portare gli occhiali serviva un permesso del sultano. Era il 1970 e Qaboos aveva 29 anni.

 

QABOOS BIN SAID AL SAID QABOOS BIN SAID AL SAID

Ieri è morto dopo un lustro di malattia, forse un cancro al colon. Il Paese che lascia nelle mani del suo successore, il cugino Haitham bin Tariq al-Said, ha ospedali, autostrade, porti, stadi e persino un' orchestra sinfonica, costruiti coi proventi del petrolio, che Qaboos ha nazionalizzato. È un piccolo impero del turismo in espansione: per il 2020, il governo punterebbe a 5 milioni di turisti l' anno (nel 2019 ci sono stati anche circa 50 mila italiani: tra loro l' ex ministra Maria Elena Boschi, che ci ha trascorso il Capodanno).

 

Ma soprattutto ha un ruolo strategico nella Penisola Araba: il Sultanato, grande come la Polonia e vicino allo stretto di Hormuz, nei 50 anni di neutralità di Qaboos si è ritagliato un ruolo di «Svizzera del Medio Oriente», cioè di mediatore moderato della regione. Lo stesso accordo sul nucleare del 2015 fra gli Usa di Obama e l' Iran è nato qui: nelle ville del sultano sulla costa della capitale Muscat si erano svolti i colloqui preliminari.

 

LA REGINA ELISABETTA E IL SULTANO QABOOS BIN SAID AL SAID LA REGINA ELISABETTA E IL SULTANO QABOOS BIN SAID AL SAID

Qaboos studiò in Gran Bretagna all' Accademia Militare di Sandhurst; nel 1965 il padre lo fece rientrare in patria, e forse capendo di avere allevato un delfino lo rinchiuse nel sontuoso palazzo di Salalah, a mille chilometri dalla capitale. Amici da Londra gli inviavano musicassette: dentro, al posto della musica, c' erano le istruzioni dei servizi segreti inglesi per rovesciare Said.

Qaboos bin Said al Said Qaboos bin Said al Said

 

Grazie anche alla corrente ibadita dell' Islam che vige in Oman, Qaboos riuscì a mantenersi equidistante dai conflitti fra sciiti e sunniti nella regione; tra le sue imprese diplomatiche ci sono la pace fra Iran-Iraq, di cui fu pontiere, la liberazione di tre americani incarcerati in Iran, i rapporti eccellenti con Iran e Israele e infine l' accordo sul nucleare del 2015.

 

Nel 2011 delle primavere arabe resisté alla chiamata alle armi dei sunniti per sedare una rivolta sciita in Bahrein, e più avanti dei sauditi che lo volevano attivo in Yemen; in compenso accontentò i manifestanti scesi in piazza in Oman, che brandivano cartelli con lo slogan «Qaboos aiutaci!», con un sussidio di disoccupazione e un rimpasto di governo.

 

QABOOS BIN SAID AL SAID QABOOS BIN SAID AL SAID

Con tutto ciò, Qaboos è stato un sultano autoritario, che pur avendo scritto la prima Costituzione nel 1996, e concesso il suffragio universale, aveva assunto i ministeri di Difesa, Finanze, Esteri e il comando delle Forze Armate. La stampa in Oman non è libera; ma tra i sudditi è stato amatissimo, e la frase «C' è ancora bisogno di te» è rimbalzata ieri migliaia di volte sui social. La sua vita privata fu invece enigmatica. Aveva sposato una cugina nel 1976; separati già dalla settimana delle nozze, in tre anni divorziarono.

 

Lui non si risposò mai, alimentando dicerie di omosessualità - ma in Oman i gay sono fuorilegge, e «dare scandalo» costa fino a tre anni di reclusione - e non ebbe figli.

Quando il Sultano muore, 50 maschi della famiglia scelgono il successore; se non ci riescono in tre giorni, aprono una lettera lasciata da lui, che indica un nome. Ieri la famiglia ha deliberato: sale al trono il cugino Haitham, ex ministro della Cultura. Ha già promesso: «Seguiremo la linea pacifica e neutrale di Qaboos». Il Golfo sta a guardare.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?