Anna Guaita per “il Messaggero”
Una piccola banda di giovani ha messo in scacco il gigante dei micromessaggi, Twitter. Alla testa del gruppo che ha preso il controllo di 136 account di politici, uomini d' affari, leader di Silicon Valley e personaggi dello spettacolo c' era Graham Ivan Clark, un ragazzo di 17 anni originario della Florida, noto nel mondo degli hacker come Kirk.
Graham, appena diplomato al liceo, è stato definito dagli investigatori «un tipo non comune». Ed è facile capire perché. Probabilmente, se il giovane non avesse arruolato tre altri complici, decisamente meno svegli di lui, avrebbe potuto fare molti più danni.
LA PAURA
In questa stagione elettorale, a meno di tre mesi dalle elezioni presidenziali, quando già si temono ritardi, caos e interferenze straniere, lo spettro di quello che sarebbe potuto succedere se Clark avesse avuto malevoli progetti politici fa impallidire gli investigatori.
account twitter di barack obama hackerato
Il procuratore Andrew Warren ha ammesso: «Poteva destabilizzare i mercati finanziari americani e mondiali...Poteva mettere a rischio la diplomazia mondiale». Ma Clark voleva solo racimolare una bella cifra in bitcoin e aveva ottenuto anche il supporto del 19enne hacker britannico Mason Sheppard e del 22enne Nima Fazeli della Florida, e sono stati loro a commettere un errore diciamo da principianti, che ha fortunatamente permesso all' Fbi di rintracciare i loro passi.
Sheppard e Fazeli avevano usato le loro vere patenti per registrarsi a due portali di exchange di criptovalute nei quali hanno trasferito il bottino dell' hackeraggio. Del gruppo faceva parte anche un 15nne, di cui però gli inquirenti non fanno il nome essendo minorenne.
le chat di graham ivan clark con gli altri membri della banda degli hacker
Clark invece verrà processato come adulto, perché la Florida lo permette già a questa giovane età per chi si sia macchiato di particolari colpe finanziarie. E questo era l' interesse della piccola banda: arricchirsi ai danni di famosi clienti di Twitter. La manovra è cominciata con Clark che ha ottenuto la complicità degli altri hacker promettendo loro che una volta penetrati dentro Twitter avrebbe loro garantito degli handles di loro scelta.
arresto di graham ivan clark kirk
Sheppard voleva @anxious e Faceli chiedeva @Foreign. I due giovani fanno parte infatti di una comunità ossessionata con gli handles molto brevi, considerati un imbattibile status symbol. E' comunque toccato a Clark poi di creare uno spoof di una linea telefonica interna di Twitter, che ha poi usato personalmente per chiamare il servizio di assistenza tecnica, fingersi un impiegato della società e ottenere le credenziali per aver accesso al pannello amministrativo.
LE CELEBRITÀ
Da qui in poi, Clark ha potuto intromettersi negli account di Barack Obama, Joe Biden, Michael Bloomberg, oltre che del Ceo di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Microsoft Bill Gates, il creatore della Tesla Elon Musk, e le star Kanye West e la moglie Kim Kardashian. I suoi tweets sotto questi nomi eccellenti proponevano al pubblico di inviare 1000 dollari in bitcoin, che sarebbero stati restituiti raddoppiati.
A caderci non sono stati poi tanti, se si considera che messi insieme questi vip hanno centinaia di milioni di followers, ma il gruppetto ha comunque raccolto oltre 100 mila dollari, riversati appunto nel portale di exchange di microvalute.
Adesso Clark è stato incriminato di 30 accuse di reato, incluso truffa, furto di identità, uso fraudolento di informazioni personali, attacco hacker, e rischia varie decine di anni di carcere. I suoi due complici, Sheppard e Fazeli, rischiano invece cinque anni di carcere.
I genitori dei tre giovani si sono detti sicuri della loro innocenza: «Si tratta di un errore dice il padre di Fazeli -. Sono sicuro al 100 per cento che mio figlio è innocente. E' un bravo ragazzo, molto onesto, molto intelligente e molto leale». Intanto Twitter riconosce che alcuni suoi dipendenti erano stati ingannati e si impegna a «rendere i controlli più sofisticati»
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