Stefano Baldolini per repubblica.it - Estratti
Prendono di mira gli avversari e critici, sostengono sia satira e sberleffo, i giovani di Atreju sul profilo social della kermesse di Fratelli d’Italia organizzata da Gioventù nazionale. Una serie di card postate su Instagram dalla ‘cantera’ della premier Meloni, caratterizzati da forte personalizzazione, estrema ripetitività del messaggio, che funziona sempre, come diceva un celebre esperto di propaganda di inizio Novecento, e una buona dose di politicamente scorretto.
Satira o uso intimidatorio dei social? Oscilla pericolosamente tra questi due poli la campagna per le Europee di Atreju. “Non andremo a Piazzapulita, ma a Piazza del Popolo con Giorgia”. Una delle ultime card in ordine di tempo, che con il controverso linguaggio della pubblicità negativa intende promuovere la chiusura romana della premier.
Un’altra, nemmeno delle più efficaci in verità, raffigura un combo Saviano-Gruber-Floris-Oliviero Toscani. Tutti invitati da una ragazzina (che ricorda la recente pubblicità Esselunga, quella della pesca...) a prendersi un Valium. A calmarsi, si immagina, dopo l’imminente nuovo trionfo dell’amata leader alle prossime elezioni. Tralasciando i commenti, che riescono a essere più grevi della card, non proprio un capolavoro di eleganza.
LA CARD DELLA PAGINA DI ATREJU SU PIERO FASSINO
Non deve essere certo il rispetto dell’avversario, il proposito degli scapigliati seguaci del ragazzino narrato da Tolkien. Anzi, mettere alla berlina l’avversario e individuare la differenza antropologica e politica sembra essere proprio il vero obiettivo della campagna.
Così, ecco lo schema tripartito: 1) la foto del “nemico” 2) la frase “Anche se lei/lui ci rimane male” 3) l’invito: “Tu scrivi Giorgia”. Semplice e molto efficace, specialmente se il casting degli avversari di sinistra prevede personaggi celebri, intellettuali, della tv e della politica: da Fabio Fazio a Luciana Littizzetto, (ovviamente) da Elly Schlein ad Antonio Scurati.
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Fino al post che avrebbe dovuto far scompisciare dalle risate e che invece suona come l’ennesimo avvertimento alla libera informazione: “Fai piangere la redazione di Repubblica, scrivi Giorgia”.
Una campagna che ha sollevato già parecchie perplessità, e che per ora non ha una firma chiara, ma con estrema chiarezza tradisce una propensione dei giovani di FdI a raccontarsi ancora come frangia movimentista e satirica. Tentazione pericolosa, se si è il primo partito del Paese, e a Palazzo Chigi.