LE GERMANIE SONO ANCORA DUE: QUELLA OCCIDENTALE INORRIDISCE DI FRONTE AI NEO-NAZI, QUELLA ORIENTALE LI VOTA – CORTEI E MANIFESTAZIONI NEI PRINCIPALI (E PIÙ RICCHI) CENTRI TEDESCHI, A PARTIRE DA BERLINO, CONTRO LE SVASTICHELLE DI AFD E IL LORO PIANO PER LA “REMIGRAZIONE” DEGLI STRANIERI. SOLO NELLA CAPITALE C’ERANO 350MILA PERSONE. MA NEI LANDER DELL’EST I NEO-NAZI FANNO MANBASSA DI VOTI: IN SASSONIA, TURINGIA E BRANDEBURGO, DOVE SI VOTA QUEST’ANNO, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA È SOPRA IL 30%

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1. GERMANIA, OLTRE UN MILIONE E MEZZO IN PIAZZA IL FINE SETTIMANA CONTRO L’ESTREMA DESTRA DI AFD

Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

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«Tutta Berlino odia l’Afd» grida la voce un po’ stridula dal palco, e dalla folla radunata davanti al Bundestag si alza un boato. [...] «Non ci dividiamo» supplica la vocina al microfono. Ed è anche il senso delle parole di Frank-Walter Steinmeier.

 

Dopo una settimana di staffetta di cortei in decine di città tedesche contro la minaccia bruna - le stime parlano di oltre 1,5 milioni di persone solo nel weekend - è intervenuto il presidente della Repubblica, esortando i suoi concittadini a «dimostrare che uniti siamo più forti», a formare «un’alleanza dei democratici».

 

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A Berlino sono «incredibili» 350mila ad aver sfilato ieri, scivolando un po’ incerti sulle lastre di ghiaccio tra il parlamento e la cancelleria: è la capa dei Fridays for Future , Luisa Neubauer, a twittare la stima quando è già buio. […]

 

È il senso dei tedeschi per la storia. La notizia di incontri segreti tra i nazionalisti dell’Afd - gli alleati in Europa di Matteo Salvini - ed esponenti neonazisti ha scatenato da otto giorni cortei pacifici in decine di città tedesche, nonostante le temperature polari. Ieri a Monaco erano attese 25mila persone, la polizia ha sciolto la manifestazione «per motivi di sicurezza » quando ne erano già arrivate dieci volte tanti.

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[...] si manifesta anche a Lipsia, a Cottbus, a Colonia e altrove e persino nella sassone Piena, governata da poco daun sindaco dell’Afd. È una costante, in questa «rivolta delle persone perbene», come hanno titolato in molti. Non vogliono più assistere inermi all’ascesa dei nazionalisti, hanno imparato dalla storia che bisogna reagire ai primi segnali di eversione.

 

In questi giorni sono in piazza tutti, sindaci della Spd e verdi, governatori Cdu, consiglieri Fdp, sindacalisti di ogni colore e persino il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, avvistato sabato a Francoforte, «contento» del «segnale forte per la democrazia». L’intero l’arco costituzionale sta sfilando compatto contro l’ascesa dei nazionalisti. Senza distinguo, senza se e senza ma.

 

2. GERMANIA, ONDA DEMOCRATICA

Estratto dell’articolo di Uski Audino per “La Stampa”

 

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Il sonno della ragione genera mostri ma una parte della Germania è ben sveglia e le manifestazioni di questi ultimi giorni sono lì a dimostrarlo. Oltre un milione di persone sono scese in piazza in questo fine settimana contro l'estremismo di destra, dicono gli organizzatori.

 

Nessuno prende più a ridere i deliri nazionalisti di Alternative für Deutschland dopo le rivelazioni dell'incontro di Potsdam di novembre, dove esponenti vicini alla leadership di Afd ragionavano di come far "remigrare", cioè espellere, non solo i migranti senza prospettive di asilo ma anche i cittadini tedeschi di origine migratoria.

 

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Circa un quarto della popolazione tedesca - dice uno studio del Bpb - è composta da stranieri e da cittadini di origine non tedesca - tra cui italiani, turchi, portoghesi e greci arrivati a partire dagli Anni 60 come Gastarbeiter (lavoratori ospiti). "Remigrare" 20 milioni di persone dunque? La riunione di Potsdam ha reso evidente anche un altro aspetto. Il volto presentabile dell'Afd non è così distante dal volto più radicale del partito, quello vicino al movimento identitario, che punta a «ripulire le strade del Paese» e parla di «una Germania che deve tornare ad essere più tedesca», come ha detto Thorsten Weiss dell'Afd berlinese. Tutti aspetti che con la democrazia hanno poco in comune.

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Ed è per la paura che gli incubi possano diventare realtà a breve - con un Afd che viaggia al livello federale al 22% (ultimo sondaggio Insa) - che l'altra Germania scende in piazza. Con slogan diversi, ma in sostanza uguali - «proteggere la democrazia, combattere l'Afd» - decine di città si sono auto organizzate in manifestazioni spontanee via via più numerose.

 

«Niente birra per i nazisti» si leggeva, insieme a slogan più impegnati. Venerdì erano 80.000 ad Amburgo, 16.000 ad Halle, 25.000 a Colonia, 40.000 a Dresda, 10.000 a Lipsia e poi ancora ieri 100.000 a Monaco e altrettanti a Berlino, 35.000 a Brema, Francoforte ed Hannover e 20.000 a Stoccarda e Karlsruhe. Raduni partecipati come non accadeva dall'89, riportano i media.

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In più casi, ad Amburgo prima e a Monaco poi, gli eventi sono stati sciolti dalla polizia per una partecipazione molto oltre le attese.  […] Ma nel magico mondo dell'Afd, dove si vagheggia di un'Europa delle nazioni, possibilmente pure, non c'è spazio per la realtà. È per questo che all'indomani dell'incontro di Potsdam si è riacceso il dibattito sull'ipotesi di bandire l'Afd, così come negli Anni 50 era stato messo fuori legge l'Srp, che si richiamava allo Nsdap, il partito nazionalsocialista.

 

Secondo l'articolo 21 paragrafo 2 della Costituzione i presupposti ci sarebbero. I partiti «che per il loro comportamento o scopi compromettono il libero ordine democratico o minacciano l'esistenza della Repubblica» non devono avere la possibilità di essere eletti democraticamente. Ora la discussione è se ci sia anche l'opportunità politica per passare dalle parole ai fatti.

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