GIALLOROSSI ALLA PUMMAROLA: SOLO A NAPOLI 5 STELLE E PD TROVANO L’INTESA - L'EX MINISTRO GAETANO MANFREDI ACCETTA L'INVESTITURA DI CANDIDATO SINDACO. LA MOSSA NECESSARIA PER CONVINCERLO - NONOSTANTE A ROMA E TORINO NON SIA STATO POSSIBILE L’ACCORDO, LETTA VEDE IL BICCHIERE MEZZO PIENO SU QUELL'ALLEANZA CHE FINORA È ESISTITA SOLO NEI DESIDERATA DI CONTE, BETTINI E ENRICHETTO…

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Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE

Almeno a Napoli l'accordo c'è, Pd, M5s e Leu riescono siglare l'intesa per correre insieme alle comunali del prossimo autunno e ottengono anche il sì dell'ex ministro Gaetano Manfredi, che accetta l'investitura di candidato sindaco.

 

«Una bellissima giornata per Napoli», festeggia Enrico Letta. «Abbiamo messo a punto un patto importante, e sono contento di averlo fatto con Conte e Speranza». Un accordo in extremis - dopo le rotture a Roma, Torino e Milano - che tiene viva la prospettiva di un'alleanza anche alle prossime politiche, condizione necessaria - secondo il leader Pd - perché il centrosinistra possa giocarsela con il centrodestra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Anche ieri, in segreteria Pd, Francesco Boccia lo ha ripetuto: la linea è quella di in-vestire sull'alleanza con M5s, nella speranza che Conte riesca a trasformare una volta per tutta il Movimento da forza del "valla" a soggetto politico di governo.

giuseppe conte gaetano manfredi giuseppe conte gaetano manfredi

 

«Intanto - ha spiegato - il centrosinistra sarà unito ovunque, a differenza di quanto accaduto nel 2016», quando il Pd lo guidava Matteo Renzi. E anche con M5s, ha aggiunto Boccia, «in due città capoluogo di regio-ne su sei (Bologna, oltre a Napoli, ndr) ci sarà l'alleanza sin dal primo turno, così come nel 50% dei comuni capoluogo di provincia».

 

enrico letta giuseppe conte enrico letta giuseppe conte

Certo, a Roma e Torino non è stato possibile, ma - ha insistito l'ex ministro e stretto collaboratore di Letta - pesavano le scorie degli ultimi anni, quando M5s ha governato le due città e il Pd è stato all'opposizione. Letta e Boccia, insomma, vedono il bicchiere mezzo pieno, anche se l'accordo non è stato semplice nemmeno a Napoli. Per convincere Manfredi è stato necessario mettere nero su bianco un "patto" che desse garanzie al candidato sulla sostenibilità del debito del comune. Di fatto, è stato assicurato l'impegno di Pd, M5s e Leu a spingere per una «gestione commissariale del debito sulla falsa riga di quella in essere dal 2008 per Roma».

 

enrico letta giuseppe conte 1 enrico letta giuseppe conte 1

E poi: «L'estensione all'intero triennio 2021-2023 e l'incremento da 500 milioni ad almeno 1 miliardo annuo della dota-zione del Fondo per il sostegno all'equilibrio di bilancio degli enti locali». Infine, «un piano straordinario per l'assunzione e la riqualificazione di personale da parte de-gli enti locali, con particola-re riferimento a figure professionali dotate di qualifica-zione specifica». La scommessa del Pd è che Napoli diventi un po' il laboratorio di quell'alleanza che finora è esistita solo in Parlamento.

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

 

Conte usa parole confortanti: «Questo patto non è una mediazione al ribasso, non è un compromesso. E' la convinzione di aver imbocca-to la strada giusta, è la dimostrazione che ciò che serve non è cedere a frettolose soluzioni e fusioni a freddo, ma partire dall'analisi dei problemi e da qui trovare le soluzioni». Sembra appunto una richiesta di tempo al Pd che preme per strutturare meglio l'alleanza.

 

Ma nella segreteria democratica, ieri, è tornato sul tavolo anche il ruolo delle donne. candidati sindaci nelle principali città sono uomini, di nuovo si ripropone il tema che era esploso lo scorso in-verno quando a rappresentare il Pd al governo andarono tre uomini. Il tema è stato sollevato da diverse esponenti della segreteria: Susanna Cenni, Lia Quartapelle, Sandra Zampa, raccontano. Boccia ha precisato: «Nei 112 comuni sopra i 15mila abitanti che andranno al voto in ottobre al momento il 40% delle candidate sindaco sarà don-na». Nessuna, però, nelle grandi città.

 

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