“NESSUNO PUÒ ESSERE SICURO CHE CI SIA UNA VOLONTÀ COMUNE IN EUROPA DI FERMARE I CRIMINI DI GUERRA DELLA RUSSIA” - ZELENSKY STRIGLIA L’EUROPA A CUI CHIEDE DI RINUNCIARE AL GAS RUSSO: “SOLO COSI’ SI PUO’ FERMARE L’AGGRESSIONE DI MOSCA” - ZELENSKY HA DECISO DI NON OSPITARE A KIEV IL PRESIDENTE TEDESCO, STEINMEIER, A CAUSA DEL COMPORTAMENTO, ASSUNTO NEL PASSATO DALLA GERMANIA, NEI CONFRONTI DELLA RUSSIA - IL VIAGGIO, PROGETTATO INSIEME AI POLACCHI E AI PRESIDENTI DELLE REPUBBLICHE BALTICHE, VOLEVA PORTARE UN SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ EUROPEA IN UCRAINA…

-

Condividi questo articolo


Francesca Sforza per “la Stampa”

 

putin zelensky putin zelensky

Se il Donbass sarà la madre di tutte le battaglie, il gas sarà il padre della vittoria russa. Di questo è convinta, ormai da giorni, la leadership ucraina, che continua ad avvertire l'Occidente di quanto sia necessario, nella fase attuale, recidere il principale canale di rifornimento di Mosca, quello energetico.

 

«Non c'è ancora chiarezza in Europa sulla questione del gas russo, di conseguenza nessuno può essere sicuro che ci sia una volontà comune in Europa di fermare i crimini di guerra della Russia», ha detto ieri il presidente ucraino Zelensky in videoconferenza con il parlamento lituano.

 

ZELENSKY ERDOGAN PUTIN ZELENSKY ERDOGAN PUTIN

Nel ringraziare Vilnius per essere stata tra le prime capitali a rifornire l'Ucraina di armi e a interrompere le commesse di gas provenienti da Mosca, Zelensky ha poi aggiunto: «Il popolo lituano sa come nessun altro che cosa significhi la distruzione della libertà e quanto costi ricostruire l'indipendenza: è questo il tipo di leadership di cui l'Europa ha bisogno».

 

GASDOTTI RUSSI GASDOTTI RUSSI

A Bruxelles si lavora a ritmo serrato per approvare un ulteriore pacchetto di sanzioni energetiche; obiettivo della Commissione è ridurre di due terzi le importazioni russe nel 2022 rivolgendosi ad altri fornitori (Norvegia, Algeria, Azerbaijan), e anche questo, se non si ridurranno drasticamente i consumi, non sarà sufficiente. Ma l'Ucraina - questo è il problema principale - non ha molto tempo: l'amministrazione Zelensky prevede che nel corso della settimana le truppe russe lanceranno un'offensiva decisiva nel nord e nel sud del Donbass. Secondo fonti dei servizi ucraini, il comando russo è in piena preparazione delle operazioni: il trasferimento di rinforzi nell'area dove si dovrebbe svolgere lo scontro sarebbe già in corso, e la difesa ucraina sta mettendo in campo tutte le sue forze per respingere l'attacco.

 

vladimir putin volodymyr zelensky vladimir putin volodymyr zelensky

In quella che gli esperti chiamano una "borderization war", una guerra per la ridefinizione dei confini ucraini (che con tutta probabilità si svolgerà nei termini di una tradizionale guerra d'attrito), i numeri non sono confortanti: si parla di 150 mila unità russe schierate, contro solo 20 mila ucraine.

 

Il tempo stringe - l'orizzonte per la Russia è il 9 maggio, giorno in cui si celebra la vittoria della Seconda Guerra Mondiale - l'Ucraina ha bisogno di armi, l'Europa ne è consapevole e a livello di capi di Stato maggiore c'è la volontà di autorizzare il prima possibile l'invio di rifornimenti militari secondo le indicazioni ucraine, considerate «coerenti» con le previsioni militari e di intelligence.

VLADIMIR PUTIN VLADIMIR PUTIN

 

Si sta facendo largo, infatti, l'idea che solo attraverso il combinato disposto di un ingente trasferimento di armi (in particolare mezzi corazzati per il trasporto truppe, carri armati, sistemi di lancio, sistemi missilistici anti-nave) e di una strenua resistenza ucraina si possa portare Mosca a sedersi di nuovo al tavolo delle trattative.

 

Dopo che ieri il presidente russo Putin ha descritto i negoziati di pace come «arrivati a un punto morto», il consigliere di Zelensky Mikhailo Podolyak si è affrettato a precisare che no, a livello di sottogruppi di lavoro, le trattative tra le due delegazioni continuano. Ma la maggior parte degli osservatori - turchi compresi - scuotono la testa: quando si combatte non si tratta, e adesso non si tratta. «Abbiamo dato una chance alla diplomazia, e continuiamo a crederci - ha detto il consigliere del presidente turco Ibrahim Kalin - ma non mi aspetto alcuna ripresa dei colloqui nella prossima settimana. Forse in quelle successive...»

frank walter steinmeir vladimir putin frank walter steinmeir vladimir putin

 

In Europa continuano gli scambi bilaterali tra i vari leader, alla ricerca di soluzioni su come fronteggiare la crisi energetica, e a Berlino è stata presa con un certo sconcerto la decisione di Zelensky di non ospitare il presidente della Repubblica Steinmeier a Kiev, a causa del comportamento, assunto nel passato dalla Germania, nei confronti della Russia. Il viaggio, progettato insieme ai polacchi e ai presidenti delle repubbliche baltiche, voleva portare un segno della solidarietà europea in terra ucraina.

 

frank walter steinmeir vladimir putin frank walter steinmeir vladimir putin

Si farà, ma senza la Germania. «Con tutta la comprensione per la situazione dell'Ucraina - si leggeva ieri in un commento della Frankfurter Allgemeine Zeitung - un simile affronto non è una decisione intelligente». Il rischio, dunque, è che la scelta di Zelensky possa avere qualche ripercussione proprio in un momento in cui Berlino si sta caricando di nuovi oneri militari e si trova, più di altri paesi europei, in prima linea sul fronte energetico.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...