giorgio mule maria cecilia guerra

“ONOREVOLE, GUARDI CHE IO CI TENGO AL MIO SESSO” – SIMPATICO BATTIBECCO ALLA CAMERA: LA DEPUTATA DEL PD, MARIA CECILIA GUERRA, SI RIVOLGE AL PRESIDENTE DI TURNO, GIORGIO MULÈ, CON UN “SIGNORA PRESIDENTE”, CHE SCATENA L’ANIMO SICILIANO DEL FORZISTA, COSTRETTO A PRECISARE VIRILMENTE – POI LA GUERRA HA PROVATO A SPIEGARE: “SE LE DONNE VENGONO CHIAMATE CON IL TERMINE DEPUTATO, ALLORA I DEPUTATI DEVONO ESSERE CHIAMATI CON IL SOSTANTIVO FEMMINILE…” - VIDEO

 

CAMERA, GUERRA (PD) CHIAMA MULE' "SIGNORA": ALTRI CHIAMANO DONNE AL MASCHILE, POSSO ANCH'IO

giorgio mule 2

(9Colonne) - "Grazie signora presidente". Così, rivolta al femminile al presidente di turno uomo, Giorgio Mulè, inizia il proprio intervento su un emendamento alla manovra la deputata del Partito democratico Cecilia Guerra. Sorpreso, Mulè replica "avrei qualcosa da ridire, non si può rivolgere a me come signora, la mia identità quella è…".

 

Guerra allora spiega: "in questa aula l'onorevole Marco Perissa ha parlato della segreteria del mio partito", Elly Schlein, "chiamandola al maschile, segretario, ritenendo che questa era una scelta che a lui competeva. Se a lui compete rivolgersi a una donna con un appellativo maschile, a me è concesso rivolgermi a lei con un appellativo femminile. A meno che lei non richiami anche l'onorevole Perissa e tutti gli altri che si rivolgono a noi donne al maschile. Perché se lei tiene al suo genere - conclude la deputata ed ex viceministra - io tengo al mio".

 

GUERRA DEI SESSI ALLA CAMERA

Dal canale Youtube “videocamera camera”

 

maria cecilia guerra 5

"Signora Presidente!" l'appellativo femminile fa scattare il presidente Mulè che presiede: "on. Guerra- precisa virilmente-  guardi che io ci tengo al mio sesso". Il battibecco tra il forzista e la deputata Guerra del Pd nasce dall'utilizzo del maschile 'deputato' anche quando si tratta di deputate.

 

Consuetudine invalsa soprattutto tra i Fratelli d'Italia anzi le Sorelle d'Italia che a ogni piè sospinto disconoscono la declinazione di genere della funzione parlamentare.  La soluzione la propone la depuata Guerra: "Se le donne vengono chiamate con il termine deputato, allora i deputati devono essere chiamati con il sostantivo femminile", conclude tra gli applausi dei colleghi e delle colleghe del Pd e di tutta l'opposizione.

 

Campo largo sulla guerra dei sessi che alla Camera comincia a prendere corpo dopo la lettera dell'ex presidente Laura Boldrini sulla necessità di chiamare declinando i generi maschili e femminili i deputati e le deputate.  In questa legislautra è abbastanza facile. Non c'è alcun transgender. Almeno dichiarato.

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