IL PIANO DI PRIVATIZZAZIONI DA 20 MILIARDI È FALLITO PRIMA ANCORA DI COMINCIARE – “REUTERS” SMONTA IL PROGETTO DEL GOVERNO DI (S)VENDERE ASSET PER ABBATTERE IL DEBITO PUBBLICO: “È QUASI CERTO CHE NON RAGGIUNGERÀ GLI OBIETTIVI PREFISSATI” – GLI ANALISTI SONO MOLTO SCETTICI: “IL DIAVOLO STA NEI DETTAGLI. LA VENDITA DI UNA QUOTA DEL GOVERNO DOVREBBE PORTARE A UN MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE, DELLA GOVERNANCE E DELLA REDDITIVITÀ DELLA SOCIETÀ STATALE, ALTRIMENTI SI TRADUCE SEMPLICEMENTE NELLA CESSIONE DI UN FLUSSO DI DIVIDENDI FUTURI…”

-

Condividi questo articolo


Angelo Amante e Giuseppe Fonte per Reuters

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

È quasi certo che il piano del governo di contenere il debito raccogliendo circa 20 miliardi di euro in tre anni con la vendita di asset statali non raggiungerà gli obiettivi prefissati, per via dei persistenti ostacoli politici e normativi.

 

È quanto ritengono analisti e funzionari. Lo scorso settembre il governo Meloni ha annunciato l'iniziativa come parte dei tentativi di gestire un debito pubblico che nel 2026 si aggirerà intorno al 140% del prodotto interno lordo.

 

Gli asset destinati alla vendita includono partecipazioni in Poste Italiane e in Ferrovie dello Stato. Nonostante i tentativi dei governi che si sono succeduti di raccogliere fondi significativi, negli ultimi dieci anni le entrate sono state in media inferiori a 1 miliardo di euro all'anno.

 

DEBITO PUBBLICO ITALIANO DEBITO PUBBLICO ITALIANO

Come per i suoi predecessori, l'ambizioso obiettivo di Meloni è complicato dalla necessità di mantenere un equilibrio tra la necessità di raccogliere fondi e il desiderio di Roma di garantire che il controllo di settori chiave rimanga in mani pubbliche. La premier si confronta con una coalizione riluttante ad allentare la presa dello Stato su aziende considerate servizi pubblici fondamentali, hanno detto i funzionari.

 

L'Italia ha già ridimensionato i piani per tagliare la partecipazione in Poste, che è un importante datore di lavoro e tradizionalmente detiene una quantità considerevole di risparmi dei cittadini italiani.

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI - DEF - VIGNETTA DI ELLEKAPPA GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI - DEF - VIGNETTA DI ELLEKAPPA

 

Da novembre, il Tesoro ha raccolto circa 3 miliardi di euro riducendo le partecipazioni in Monte dei Paschi e in Eni. Tuttavia, i funzionari hanno detto che l'obiettivo principale del governo è quello di vendere agli investitori piccole quote delle partecipate dello Stato per migliorare la gestione e la redditività.

 

"Il diavolo sta nei dettagli", ha commentato Fabio Scacciavillani, asset manager della società di consulenza Nextperience. "La vendita di una quota del governo dovrebbe portare a un miglioramento della gestione, della governance e della redditività della società statale, altrimenti si traduce semplicemente nella cessione di un flusso di dividendi futuri per abbassare l'attuale livello di debito pubblico, ma con effetti limitati sulla sua sostenibilità."

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni

Ad aprile, il governo sembrava aver ridimensionato le proprie ambizioni, annunciando nuove proiezioni sul debito che prevedevano la vendita di asset per un valore pari allo 0,7% del Pil, ovvero 16 miliardi di euro, in calo rispetto ai 20 miliardi. Alla richiesta di chiarimenti, il Tesoro non ha fornito altri dettagli.

 

L'ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha detto che senza le cessioni promesse il debito salirebbe a circa il 141% del Pil nel 2026. Un recente rapporto dell'agenzia di rating Scope ha affermato che, senza aggiustamenti fiscali, il rapporto debito/Pil dell'Italia sarebbe il più alto in Europa nel 2028, superiore a quello della Grecia. "Le privatizzazioni sono uno strumento fondamentale di modernizzazione del Paese, in grado di rendere l’Italia più competitiva a livello internazionale," ha detto a Reuters Tullio Ferrante, esponente di Forza Italia e sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

 

Fabio Scacciavillani Fabio Scacciavillani

"Il Governo, con la Nadef, ha espressamente previsto il ricorso ad un programma serio e credibile di privatizzazioni. L’obiettivo è quello di razionalizzare la presenza dello Stato, per ridurla là dove non è necessaria e riaffermarla in altri contesti".

 

MOSTRARE BUONA VOLONTÀ

Francesco Galietti, della società di consulenza sul rischio politico Policy Sonar basata a Roma, ha citato le stime del Tesoro che indicano che il debito totale supererà i 3.000 miliardi di euro l'anno prossimo e ha affermato che qualsiasi vendita non farebbe una grande differenza. Ma l'Italia, terza economia della zona euro, deve mostrare buona volontà nel ridurre l'onere, dato che probabilmente sarà sottoposta a un serrato controllo sulle sue finanze da parte della Ue dopo le elezioni per il parlamento europeo che si terranno questo fine settimana, ha detto Galietti.

 

IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

"Le elezioni segneranno la fine del periodo di grazia concesso a Meloni", ha detto a Reuters. Mentre il ministero dell'Economia sembra fiducioso di poter portare avanti i piani per cedere il controllo di Mps, secondo quanto concordato con Bruxelles, raccogliere più denaro attraverso altri asset sarà difficile, hanno detto i funzionari. Nel caso di Ferrovie dello Stato, Roma deve prendere provvedimenti normativi e legislativi specifici per rendere nota la totalità degli asset del gruppo e consentire la valutazione degli investitori prima di vendere parte della società.

 

Una fonte a conoscenza della discussione ha detto che un'opzione al vaglio propone di offrire al gruppo ferroviario rendimenti garantiti e costanti sugli investimenti prima di una quotazione. Il piano richiederebbe diversi mesi per essere attuato e dovrebbe essere necessaria una riforma dell'autorità nazionale dei trasporti perché si conformi al nuovo sistema. "L'idea è quella di consentire agli investitori privati di entrare in una società interamente controllata dallo Stato", ha detto il sottosegretario Ferrante. "Si tratta naturalmente di operazioni complesse ma strategiche, che consentiranno di incrementare l’efficienza del sistema-Paese."

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI giancarlo giorgetti lorenzo fontana giorgia meloni maurizio leo giancarlo giorgetti lorenzo fontana giorgia meloni maurizio leo giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni meloni giorgetti meloni giorgetti

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...