1. 'FAMIGLIA NETANYAHU VUOLE USARE IL BUNKER IN CASO DI ATTACCO'
(ANSA) - Secondo fonti dell'ambiente del primo ministro israeliano, nell'ambito della preparazione per i previsti attacchi da parte dell'Iran e di Hezbollah, la moglie e il figlio di Netanyahu, Sarah e Yair, sarebbero interessati ad entrare nel bunker fortificato e protetto e starebbero valutando la possibilità di trascorrervi la notte se e quando inizierà l'attacco iraniano.
Le indiscrezioni sono state riferite da media israeliani. Il complesso di bunker sotterranei di Gerusalemme è destinato a ospitare le più alte autorità del Paese in caso di attacco. L'ufficio del primo ministro ha smentito: "Notizie false. Non è mai successo e non è mai esistito".
2. VITA DA BUNKER
Estratto dell’articolo di Nello Del Gatto per “la Stampa”
«Ricordiamo a tutti coloro che ne avessero bisogno, che il miklat del nostro palazzo, al civico 3, è a disposizione». Questo messaggio è stato inviato da Ronen, il mio padrone di casa a Gerusalemme, a tutti gli abitanti della nostra strada. Lo stesso, qualche giorno fa, mi aveva chiesto di liberare dalle bici dei figli e dal vino importato, lo spazio sotto il palazzo, il miklat, il bunker.
BUNKER ANTI ATOMICO DI GERUSALEMME - NETANYAHU
[…] Le case di nuova costruzione […] hanno all'interno dell'appartamento una "safe room". Mura blindate, porta blindata con chiusura dall'interno e dall'esterno, finestre piombate, filtri e split per aria condizionata e riscaldamento con filtri. Non grande, spesso destinata a magazzino in tempi di pace o in stanza aggiuntiva, per ospiti occasionali. […]
Gli israeliani hanno […] investito molto nei miklat. Ma non tutte le case possono contare su una propria safe room, sia perché considerate luoghi sicuri, perché più lontani dalla Striscia, o perché sono case piccole o più vecchie. E allora, quando compri o affitti casa, devi informarti su dove sia il miklat più vicino. Normalmente sono presenti come bunker sotterranei nei parchi pubblici, o nei sotterranei dei palazzi, ce ne sono negli alberghi o nei luoghi di aggregazione come palestre, campi sportivi o piscine anche non professionali. Li trovi in aeroporto, nei supermercati. […]
[…] Ventidue secondi. Se vivi ad Ashkelon, ad Ashdod o in qualsiasi città nei pressi della striscia di Gaza, è questo il tempo, dal suono delle sirene che hai per raggiungere il più vicino miklat. Ventidue secondi che possono decidere della tua vita.
Certo, il grande scudo Iron Dome è pronto ad intercettare i razzi che arrivano da Gaza, lo ha fatto anche con quelli di aprile che arrivavano dall'Iran e dal Libano, ma, come ha detto lo stesso portavoce dell'esercito, capita che qualche razzo sfugga. Se vivi a Tel Aviv, il tempo di reazione, da quando suonano le sirene che annunciano l'attacco da Gaza, è di un minuto e mezzo. Qualche secondo in più per Gerusalemme.
Quando vivi in queste città con le sirene ci convivi. Suonano per segnare l'inizio delle cerimonie, come il minuto di silenzio per le vittime della Shoah e altre, per sottolineare momenti importanti in giorni particolari. A scuola ti fanno fare le esercitazioni. Ma quando suona la sirena per i razzi, è tutto diverso. E cominci a contare i secondi.
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