VIALE MAZZINI O VIALE DEL TRAMONTO? – IL REGISTA FAENZA LANCIA L’ALLARME SULLA RIFORMA: “NON FA NULLA PER SUPERARE LA LOGICA DEL DUOPOLIO, NON VOGLIAMO MORIRE MEDIARAIZZATI…” – IN UN LIBRO SULLA RAI UN MANIFESTO PER LA SUA RINASCITA

In “FiniRai – I retroscena della riforma e il futuro della televisone”, Faenza condensa un numero sterminato di storie, contraddizioni, sprechi, servilismi, editti bulgari, occasioni mancate all’ombra del cavallo di viale Mazzini…

Condividi questo articolo


Paolo Conti per il “Corriere della Sera

 

In estrema sintesi: non prendeteci in giro, la vera riforma Rai è un’altra cosa, a palazzo Chigi vi state comportando come il Gattopardo, cambiare tutto affinché tutto resti come prima. Il regista Roberto Faenza ha da sempre una forte passione civile, dal 1978 con «Forza Italia», feroce ritratto della Prima Repubblica che gli costò l’esilio dalla Rai fino al 1993. Stavolta si occupa di viale Mazzini con un libro, «FiniRai- I retroscena della riforma e il futuro della televisione», volutamente uscito su www.ilmiolibro.it (si può comprare online sotto forma di ebook o, su richiesta, può essere stampato) per aprire in tempo reale un dibattito mentre Matteo Renzi mette a fuoco la sua proposta di riforma.

Roberto Faenza Roberto Faenza

 

Nel prologo, Franco Battiato chiede una Rai «con programmi innovativi, coraggiosi, che mirino in alto». Nell’introduzione, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella scrivono: «Chi è chiamato a gestire la tv pubblica va scelto senza alcun dubbio con un bando pubblico e l’esame di una commissione indipendente». Faenza da anni studia la Rai e, nel libro, raccoglie una sterminata miniera di storie, contraddizioni, appuntamenti mancati, sprechi , servilismi, editti bulgari totalizzando circa 400 citazioni e mettendo abilmente a fuoco il ritratto di una immensa potenzialità culturale sprecata perché troppo spesso si umilia, accusa Faenza, a megafono del potente di turno.

 

E qui l’autore ricorda come la scadenza vera sia il rinnovo della concessione Stato-Rai nel 2016: «E se un giorno il presidente Mattarella, a nome dello Stato, decidesse che non sussistono i termini della concessione?».

 

Roberto Faenza Roberto Faenza

Faenza fa qui cenno all’approccio renziano per sostenere che «il limite della riforma, così come ci viene presentata, è di non fare nulla per superare la logica del duopolio... non vogliamo morire MediaRaizzati». Cioè soffocati da un duopolio antistorico e nemico della libertà di espressione e del mercato internazionale: «Non può esservi alcuna libertà di opinione né di impresa in un Paese dove l’informazione, l’intrattenimento, il cinema e la fiction sono in mano a un pugno di persone che decidono tutto… non si tratta di proporre politiche neoliberiste ma di battersi per elevare il quantum della nostra libertà».

 

Luigi Gubitosi Luigi Gubitosi

Faenza sogna «nuovi consigli di amministrazione, nuovi assetti proprietari, nuovi dirigenti, nuove finalità, nuovi palinsesti, nuove trasmissioni». E, con elegante autoironia, alla fine si candida a presidente della futura Rai... 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...