PIÙ GENTILE CHE DURO - A 40 ANNI DAL "MUNDIAL" DI SPAGNA PARLA CLAUDIO GENTILE: "C'È ANCORA GENTE CHE CI FERMA PER STRADA E CI RINGRAZIA. ERA L'ITALIA DELLE BR, MA NOI SIAMO STATI CAPACI DI DARE AGLI ITALIANI UNO DEI RICORDI PIÙ BELLI DELLA LORO VITA. BEARZOT VENNE IN STANZA A CHIEDERMI DI MARCARE MARADONA, ACCETTAI MA APPENA USCÌ PENSAI: CLAUDIO, SEI PROPRIO UN DEFICIENTE. LA MAGLIA STRAPPATA A ZICO? ERA DI CARTA VELINA. NON HO PIÙ ALLENATO PERCHÉ NON ACCETTAVO ORDINI. IO CALCIATORE VIOLENTO? UNA STUPIDAGGINE. HO GIOCATO 520 PARTITE E NON SONO MAI STATO ESPULSO PER GIOCO SCORRETTO..." - VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

Maurizio Crosetti per “la Repubblica

 

gentile festeggia il mondiale vinto gentile festeggia il mondiale vinto

Quella di Claudio Gentile è una lunga storia di orgoglio e solitudine, prima nel cuore del gioco e poi quasi ai margini di tutto. L'uomo che fermò Maradona e Zico. Il marcatore spietato. L'allenatore vincente della Under 21 e poi più niente.

 

Com'è andata, Claudio?

«È andata che non accettavo pressioni per convocare in azzurro questo o quell'altro giocatore. Mi odiavano. Però sono sicuro di avere fatto bene, anche se ho pagato con gli interessi».

 

gentile e tardelli gentile e tardelli

Cosa rappresentano per lei i 40 dal Mundial? Nella docu-serie di Sky Original "La partita", disponibile dal 3 luglio, a un certo punto si commuove di brutto.

«C'è ancora gente che ci ferma per strada e ci ringrazia. Era l'Italia delle Br, c'era tanta paura. Una vita difficile. Ma noi siamo stati capaci di dare agli italiani uno dei ricordi più belli della loro vita, qualcosa che va molto oltre lo sport».

 

claudio gentile 2 claudio gentile 2

Ne avevate consapevolezza?

«All'inizio, forse no. Ma sull'aereo di ritorno da Madrid accadde una cosa, il presidente Pertini si avvicinò e ci disse: "Voi non vi rendete conto di cosa avete fatto per l'Italia". Anche lui ci diceva grazie. Forse, davvero la nostra vittoria risollevò il Paese».

 

Pensa che Bearzot sia stato dimenticato?

«Quando escluse il capocannoniere Pruzzo per chiamare Paolo Rossi, che non giocava da due anni, in tanti pensarono: è matto. Anche noi, sono sincero, dopo le quattro partite iniziali in cui Paolo non aveva visto palla, eravamo sorpresi che Bearzot non lo togliesse. Se fossimo stati eliminati con Rossi titolare a zero gol, ci avrebbero massacrati. Ma il nostro cittì sapeva valutare i suoi ragazzi e non aveva nessun dubbio su Paolo».

 

enzo bearzot e paolo rossi enzo bearzot e paolo rossi

Fu lei a passargli il pallone del primo gol della finale contro i tedeschi. Cosa accadde?

«Nel primo tempo non mi ero mosso dalla marcatura di Littbarski che era, con rispetto parlando, un gran cacacazzi. Avevo paura che mi fregasse. Ma nell'intervallo andai da Paolo e gli dissi: se vengo avanti, poi ti faccio il cross basso a girare perché questi sono tutti alti uno e novanta. Andò così. Chiedetelo ai miei compagni, ho i testimoni».

 

claudio gentile marca maradona claudio gentile marca maradona

Ci racconti di Maradona.

«Io dovevo tenere Mario Kempes, non Diego, ma Bearzot venne in camera mia, la prese larga, mi riempì di elogi e poi mi chiese: te la sentiresti di marcare Maradona? Io credevo scherzasse, però risposi: "Mister, dov'è il problema?".

 

gentile su maradona 1 gentile su maradona 1

Quando Bearzot uscì dalla stanza, pensai: Claudio, sei proprio un deficiente. Ma ormai era troppo tardi, avevo detto sì, non me la sentivo di correre dietro al cittì e spiegare che forse non era il caso. Di sicuro, lui non avrebbe apprezzato. Così mi misi a studiare, e decisi che quel genio avrei potuto fermarlo soltanto con l'anticipo».

 

gentile su maradona 2 gentile su maradona 2

Tra Maradona e gli altri calciatori, c'era sempre di mezzo lei.

«Lo impallavo, chiudevo la visuale, così non gli passavano più la palla. Era la mia missione: annullare il creatore del gioco».

 

Ci riuscì anche con Zico, strappandogli quella famosa maglietta.

«Vogliamo dirla tutta? Era di carta velina, un tessuto a nido d'ape che appena lo toccavi si rompeva! Lo sa benissimo anche Zico, che infatti con me non si lamentò mai, così come sa che nella famosa azione della maglia strappata gli era stato fischiato un fuorigioco. Dunque, non esiste al mondo sostenere che fosse rigore: il gioco era fermo».

 

claudio gentile marca zico 1 claudio gentile marca zico 1

Cosa significa marcare?

«È un duello western dove esisti solo tu e l'avversario, è come se tutto quello che c'è intorno sparisse».

 

claudio gentile marca zico 2 claudio gentile marca zico 2

Le pesa essere stato considerato un terzino molto duro?

«Sì, perché è una stupidaggine. Nella mia carriera ho giocato 520 partite e non sono mai stato espulso per gioco scorretto. L'unico rosso lo rimediai per un fallo di mano in una semifinale di Coppa dei Campioni, eppure qualcuno mi ha inserito addirittura al quinto posto nella classifica dei giocatori più violenti di tutti i tempi. Non ha senso».

 

claudio gentile 1 claudio gentile 1

Ripensa spesso al Mundial?

«Non tanto, però sono gli altri a tenere vivo quel ricordo. E con l'anniversario dei 40 anni, figurarsi. I critici e i giornalisti scommettevano contro, sicurissimi che saremmo usciti al primo turno».

 

Zoff/Gentile/Cabrini: le fa effetto essere parte di un verso che tutti conoscono a memoria?

«È molto bello. Noi tre più Scirea, il gigante. In Nazionale cominciammo nel '78, e allora non si veniva chiamati per caso. Credo fossimo la garanzia di Bearzot. Quattro così forti, tutti insieme, io non ne ho visti più».

 

claudio gentile con la maglia della juve claudio gentile con la maglia della juve

Quanta tristezza le ha messo la fine di Maradona?

«Moltissima. Preferisco ricordare soltanto il Diego calciatore: per me, il più grande di tutti i tempi. Come uomo ha molto sofferto, e penso sia andato a cercarsi qualcuna delle sue disgrazie. Ma nessuno ha il diritto di giudicare».

 

È vero che nel 2006 lei doveva diventare cittì della Nazionale dopo Lippi?

«Prima mi chiamò Boniperti, e mi disse che la Juventus aveva scelto me per allenarla in B. "Vengo anche a piedi", risposi, ma per correttezza dovevo prima parlarne in Figc. Lo spiegai ad Albertini che mi chiese di aspettare, perché la Federazione aveva un progetto su di me.

 

diego armando maradona e claudio gentile diego armando maradona e claudio gentile

Quando Boniperti lo seppe, si arrese: "Se ti hanno promesso la Nazionale, vai pure". Ma il commissario Guido Rossi bloccò tutto e io mi bruciai entrambe le possibilità. Forse davo fastidio. Non accettavo ordini».

 

Si è mai pentito?

«Mai! Come allenatore vinsi l'Europeo Under 21 e il bronzo olimpico: dopo di me non hanno più combinato niente. Ci ho messo una croce sopra, mi sono ritirato con i risultati dalla mia parte. È andata così, anche se poteva andare meglio».

CLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILE

 

E adesso, Gentile?

«Vado in bicicletta. Stamattina, 90 chilometri attorno al lago di Lugano».

 

Al calcio ha detto veramente addio?

«Vado a vedere le partite dei bambini, ma a volte mi vergogno per i loro genitori. Siccome pagano la quota della scuola calcio, pretendono che i figli siano sempre titolari. Una pena. La crisi del movimento giovanile è cominciata con la fine degli oratori: io ci giocavo cinque o sei ore al giorno, gratis».

 

CLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILE

Possiamo considerarla la morale della favola?

«La morale della favola è che era meglio prima».

 

claudio gentile claudio gentile

CLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILE

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FAMOLO STRIANO - MENTRE LA COLOSINO SECRETA GLI ATTI, LA MELONI SI LAMENTA COI GIORNALISTI CHE SI OCCUPANO SOLO DI SANGIULIANO, MA NON DEL CASO DOSSIERAGGIO  – PASSANO DUE ORE E CROSETTO, DA CUI È PARTITO TUTTA L’INCHIESTA DI PERUGIA, LETTE LE CARTE DI CANTONE MANDATE ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, CHE HANNO MOLTO DELUSO LA DESTRA E LA MELONA, DICE: NON C’È NESSUN DOSSIERAGGIO, NESSUN MANDANTE, NESSUN RICATTO, NEMMENO MESSAGGI TRA STRIANO E I GIORNALISTI DI ''DOMANI''. “SOLO UNA MELA MARCIA DELL'AISE…”  

DAGOREPORT - DALLA PADELLA ALLA BRACE: CHI E' IL NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA - E DIRE CHE UNA VOLTA, PRIMI ANNI ‘90, IL NEOFASCISTA ALESSANDRO GIULI, UN’AQUILA FASCISTA TATUATA SUL PETTO, MOLLÒ I CAMERATI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ, LIQUIDATI COME MAMMOLETTE, PER FONDARE MERIDIANO ZERO, GRUPPUSCOLO BOMBAROLO DI ESTREMA DESTRA – LO RITROVIAMO ANONIMO GIORNALISTA DI "LIBERO" E "IL FOGLIO" CHE NEL 2018 SI RIVOLGEVA A BANNON AD ATREJU, LODAVA PUTIN DEFINENDOLO ‘UN PATRIOTA’ COME TRUMP – SBARCATE A PALAZZO CHIGI, LE SORELLE MELONI LO SPEDISCONO ALLA PRESIDENZA DEL MUSEO MAXXI DI ROMA, PUR NON DISTINGUENDO LA CORNICE DAL QUADRO – ALLA PRESENTAZIONE IN LIBRERIA DEL SUO LIBELLO, “GRAMSCI È VIVO”, CON ARIANNA MELONI AD APPLAUDIRLO, AVVIENE IL PASSAGGIO DA “ARISTOCRAZIA ARIANA” DI FREDA ALLA NOVELLA “ARISTOCRAZIA ARIANNA” - MA CI VOLEVA MARIA ROSARIA BOCCIA PER FAR DIVENTARE IL SUO SOGNO REALTÀ…

DAGOREPORT - MENTRE L’ITALIA SI SOLLAZZAVA COL SECCHIELLO E LA PALETTA, LO SCORSO 5 AGOSTO ANDAVA IN SCENA UN'APOCALISSE DI CUORI INFRANTI, STARRING SANGIULIANO COSTRETTO DALLA MELONI A VOLARE IN MISSIONE IN EGITTO. QUANDO ATTERRA A IL CAIRO AL FIANCO DI ''GENNY IL CALDO'' NON TRONEGGIA LA BOCCIA-RIDENS MA LA MOGLIE FEDERICA - L’IRA DELLA BAMBOLONA DI POMPEI, A CUI IL BOMBOLO AVEVA BUFALEGGIATO DI UN MATRIMONIO FINITO-LOGORATO-DAL-TEMPO-CRUDELE, AVREBBE RAGGIUNTO LO STADIO DELL’ERUZIONE VESUVIANA (UNA FERITA APPARE SULLA FRONTE DI GENNY: “INCIDENTE DOMESTICO” O CONSEGUENZA DI UNA BRUTALE SCENATA DELLA POSSESSIVA POPPEA DI POMPEI?) - TERRORIZZATO DALLA MOGLIE, MINACCIATO DALL’AMANTE, ASSEDIATO DA “ALTRE DONNE” (SONO TRE, DI CUI DUE DELLO SPETTACOLO), PER LA SERIE: ‘’OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE’’, MA ANCHE PER EVITARE ALTRE ZOCCOLATE IN TESTA, 'O MINISTRO FINITO NEL PALLONE DELL'IMPERO DEI SENSI SI PREMURA DI NON FAR PUBBLICARE IMMAGINI DELLA MISSIONE D'EGITTO DOVE LUI ROTOLA COME UNA BOCCIA AL FIANCO DELLA CONSORTE (LA COMMEDIA ALL’ITALIANA È VIVA E HA OCCUPATO PALAZZO CHIGI) -VIDEO

DAGOREPORT – FOSSI STATO IN GENNARO SANGIULIANO CI AVREI PENSATO DUE VOLTE PRIMA DI LASCIARE LA DIREZIONE DI UN TELEGIORNALE PER DIVENTARE MINISTRO DELLA CULTURA - DA VELTRONI A MELANDRI, DA URBANI A BONDI, DA BRAY FINO AL “PAVONE ESTENSE” FRANCESCHINI: HANNO FATTO PIÙ O MENO TUTTI LA STESSA FINE: SONO SCOMPARSI - IN ITALIA LA STORIA CULTURALE SOVRASTA OGNI MINISTRO SINO A SFINIRLO, SOFFOCARLO: È UN EVEREST CHE FATICHI A OSSERVARE PER LA SUA ALTEZZA. NON PUOI FARCELA, NON PUOI GESTIRLO: PUOI SOLO EVITARE DI FARE DANNI...

IL DAGO-SCOOP DEL 26 AGOSTO CHE HA SCOPERCHIATO IL CASO DELLA POMPEIANA "NON CONSIGLIERA" E CHE OGGI HA SPEDITO SANGIULIANO AI GIARDINETTI FACENDO FARE UNA FOTONICA FIGURA DI MERDA AL GOVERNO MELONI - CHI È, E SOPRATTUTTO CHI SI CREDE DI ESSERE, LA BIONDISSIMA 41ENNE, NATIVA DI POMPEI, MARIA ROSARIA BOCCIA, CHE ANNUNCIA SU INSTRAGRAM LA SUA ''NOMINA A CONSIGLIERE PER I GRANDI EVENTI DEL MINISTRO DELLA CULTURA''? E PERCHÉ DOPO AVER SOTTOLINEATO: ‘’IO E IL MINISTRO SIAMO LEGATI DA UNA STIMA E DA UN SANO SENTIMENTO CHIAMATO "BENE" CHE RESTERÀ ANCHE QUANDO NON AVREMO RAPPORTI LAVORATIVI”; POI AGGIUNGE: ‘’PENSO SIA IL CASO DI SMETTERLA CON QUESTO INUTILE ACCANIMENTO. BASTA ATTACCHI GRATUITI!” - OHIBÒ, CHI HA MAI ATTACCATO L'IMPEGNO CULTURALE DELLA "BOCCIA DI POMPEI" AL FIANCO DI "GENNY DEL GOLFO" (CHE LEI IMMORTALA, FOTO E VIDEO, SU INSTAGRAM)? - CONTATTATO DA DAGOSPIA, IL PORTAVOCE DI SANGIULIANO TRASFORMA LA BOCCIA IN UN ‘FIASCO’: “E’ UNA NOTIZIA FALSA: MARIA ROSARIA BOCCIA NON È MAI STATA NOMINATA CONSIGLIERE DEL MINISTRO" - VIDEO