SE JOE BIDEN DOVESSE RITIRARSI CHE FINE FAREBBE IL TESORETTO DI ALMENO CENTO MILIONI LEGATO ALLA SUA CORSA ALLA CASA BIANCA? TUTTI PENSANO CHE I SOLDI FINIRANNO AUTOMATICAMENTE NELLE TASCHE DI KAMALA HARRIS, MA NON È COSÌ SCONTATO - PER L'AVVOCATO CHARLIE SPIES, EX CONSULENTE DEL COMITATO NAZIONALE REPUBBLICANO, BIDEN POTREBBE DESTINARE NON PIÙ DI 2MILA DOLLARI ALLA VICEPRESIDENTE – IL MOTIVO? I SOLDI NON...
Estratto dell’articolo di Sara Miglionico per "Il Messaggero"
C'è un tesoretto di almeno cento milioni di dollari, se non addirittura un pacchetto completo da 240 milioni, dietro le titubanze di Biden. […]
Sostiene l'avvocato Charlie Spies, ex consulente del Comitato nazionale repubblicano, che se Biden dovesse ritirarsi dalla gara prima di essere ufficialmente nominato dalla Convention democratica di agosto, potrebbe destinare non più di 2mila dollari, dei quasi cento a sua diretta disposizione, alla candidata alternativa preferita al clan Biden, la vicepresidente Kamala Harris.
joe biden con kamala harris festa del 4 luglio
Tre settimane di attesa, prima della scelta, incidono pesantemente sulla campagna elettorale, se non addirittura sul nome del candidato dem alla Casa Bianca.
Ed è così che nel retrobottega della politica il nodo vero dell'incertezza dello staff presidenziale potrebbe riguardare proprio le complicate o mancanti regole sul finanziamento delle elezioni.
Scrive il Washington Post, dopo inchieste del Wall Street Journal e altri media americani, che se Biden dovesse ritirarsi oggi, i finanziamenti raccolti verrebbero considerati "in eccesso" e potrebbero confluire nelle casse del Comitato nazionale democratico (Cnd) oppure in un Comitato indipendente, ma non è sicuro che possa farlo senza incorrere in limiti alla facoltà di donare i soldi rimanenti (il grosso del tesoro) al candidato di sua scelta.
Alcuni avvocati ed esperti di area democratica spiegano in forma anonima al WP che i soldi andrebbero in realtà a Kamala Harris, perché il suo nome è nel ticket "Biden-Harris" e la sua firma è anche sui documenti. Ma la battaglia diventa legale, perché i giuristi repubblicani ne contestano la possibilità.
joe biden con kamala harris festa del 4 luglio
Il problema, secondo il Washington Post, dipende a sua volta da una questione politica di fondo, ossia la decisione del Cnd di affidarsi a un nome, uno solo, alternativo a quello di Biden, o a una rosa di nomi tra cui dovrà pronunciare la Convention democratica di agosto, fra meno di un mese.
kamala harris joe biden antony blinken
In ballo ci sono, in realtà, ben più di 100 milioni, se è vero che già lo scorso maggio i diversi comitati pro-Biden avevano raccolto o detenevano fondi per 240 milioni di dollari, con la previsione di arrivare a un plafond di ben 700 milioni.
Dopo il duello fallimentare del primo match televisivo con Trump, Biden aveva immediatamente perso il sostegno di potenziali donatori che avevano annunciato il congelamento di almeno 90 milioni di dollari già in cammino verso le casse democratiche pro-Biden. Ma ora il problema che si pone è anche più serio, perché riguarda i fondi già messi da parte e pronti a essere spesi.
Facendo i conti in tasca ai democratici pro-Biden, risulta che 91.6 milioni sono i dollari appannaggio del Comitato per Biden presidente e Harris vicepresidente. Custoditi in banca.
Quei soldi, in realtà, apparterrebbero tanto a Biden che alla Harris. […] Ci sono poi i 65.2 milioni di dollari che il Partito Dem aveva incassato e depositato nel suo "cestino di guerra" alla fine di maggio per Biden Presidente. In teoria, però, quei fondi sono destinati al candidato democratico, non a una persona in particolare, almeno fino alla nomination ufficiale. Ecco, quindi, tre diversi pacchetti raccolti localmente e da singoli parlamentari, sempre per le presidenziali: i 41.1 milioni di dollari di Biden Victory Fund, i 19.4 di Biden Action Fund e il milione e 600mila euro del Democratic Grassroots Victory Fund.
In questo caso, non è escluso che se Biden dovesse gettare la spugna, i soldi debbano essere restituiti ai donors, i donatori, a meno che non vengano volontariamente dirottati sul candidato prescelto ad agosto. Infine, ecco il super Pac centrato su Future Forward, con la sua dote di 92.4 milioni di dollari a maggio, che potrebbero in teoria confluire lsu nuovi cavalli in corsa.
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