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SINNER KO! DOPO LA VITTORIA A MELBOURNE, ALL’AUSTRALIAN OPEN IL GOLDEN BOY DEL TENNIS AZZURRO VIENE BATTUTO AL QUINTO SET DA SHAPOVALOV DOPO QUASI 4 ORE DI GIOCO – LA POLEMICA DI PAOLO BERTOLUCCI PER LA CHIAMATA DEL FISIOTERAPISTA DA PARTE DEL TENNISTA CANADESE (NUMERO 12 DEL MONDO): “UNA CHIAMATA TATTICA PER ROMPERE IL RITMO. QUANDO VERRÀ PROIBITO SARÀ SEMPRE TROPPO TARDI” - GLI ALLENAMENTI CON NADAL E LE FINALI SLAM AL VIDEO: IL MAESTRO PIATTI RACCONTA LA CRESCITA DI JANNIK…
Gaia Piccardi per corriere.it
«L’hai visto, Jannik? Dodici mesi dopo è un giocatore diverso». Riccardo Piatti, nella telefonata notturna da Melbourne, è un coach felice: Jannik Sinner, il giocatore diverso (un anno fa, circa, perdeva al secondo turno dell’Australian Open da Fucsovics), si è appena annesso il secondo titolo della carriera dopo Sofia, l’Atp 250 di Melbourne, vincendo (7-6, 6-4) il derby in finale con Stefano Travaglia. A 19 anni, 5 mesi, 22 giorni.
È il tennista più giovane a conquistare due tornei consecutivi dopo Rafa Nadal (2005), il teenager più verde a fare il bis da Novak Djokovic (2006): cinque match in cinque giorni, 10 ore in campo aggiudicandosi 5 tie break e annullando un match point a Khachanov. Chi temeva che il ragazzo (nuovo n.32) avesse le spalle strette, è servito: «Era stanco, ha giocato anche il doppio, è andato oltre ogni difficoltà: la quarantena, i tamponi, lo stop del torneo a metà settimana per la positività di un dipendente del Grand Hyatt — analizza Piatti —. Va bene. Jannik deve vivere due anni difficili per farsi le ossa. Anzi, gli auguro che siano più duri possibile».
La road map è giusta, finora nulla è stato sbagliato da allievo e mentore. E stanno pagando anchele due settimane di quarantena ad Adelaide alla corte di Rafael Nadal, il campione dei 20 titoli Slam che alla fine della stagione scorsa aveva dato mandato a coach Carlos Moya di telefonare a Piatti: «Riccardo, in Australia Jannik si allenerebbe con Rafa?». Volentieri.
«L’esempio dello spagnolo è stato la miglior lezione per Jannik — racconta Piatti —. Rafa si allena con un’intensità straordinaria ogni giorno, come se non fosse il numero 2 del mondo, come se non avesse vinto niente fin qui. È sempre in spinta, dal primo scambio del palleggio di riscaldamento: ti porta in continuazione a essere scomodo. Il mio mestiere è stato fare in modo che Jannik rimanesse ordinato, tecnicamente e tatticamente.
Due settimane utilissime, come immaginavo». Il decimo match vinto di fila da Sinner, ieri a Melbourne contro un avversario più stanco di lui che ha commesso 66 errori gratuiti, ha messo in mostra anche i frutti del lavoro invernale: «Prima colpiva e basta. Ora Jannik capisce i momenti della partita.
Come cambiano, quali aggiustamenti fare. Lo stop forzato per la pandemia ci ha aiutato: a Montecarlo c’erano tutti i migliori, si è allenato con Wawrinka, Goffin, Zverev, e a lui lavorare con quelli forti serve, perché Jannik è una spugna, impara in ogni istante; anche contro Travaglia è stato costretto a fare qualcosa con cui non ha grande dimestichezza: ha raschiato le energie dal fondo, questi sono i match più importanti per lui».
La campagna australiana continua stamane con la sfida con Denis Shapovalov (ore 10.30 circa, tv Eurosport), il primo turno più affascinante che il primo Slam della stagione potesse apparecchiare: «Partita interessante, siamo entrambi molto giovani, io mi sento carico» fa sapere Jannik, che nell’inverno ha studiato tennis. Racconta Piatti: «Lo invitavo a cena, poi ci si metteva sul divano, davanti alla tv. Gli ho fatto vedere le finali Slam di Djokovic, Federer e Nadal. Non tutte: i momenti in cui quei tre fuoriclasse erano in difficoltà, per mostrargli come si tiravano fuori dai guai. Lui guarda e prende quello che gli serve.
Per me il tennis è quello dei Major: tre set su cinque. Con questa formula sei certo che vinca sempre il migliore. Ecco perché la nuova Coppa Davis non mi piace, non la riconosco: è un’altra Atp Cup, non è più la Davis». Niente panico: quando sarà il momento, quando arriverà la convocazione del c.t. Volandri, Sinner risponderà presente. Ma è presto per parlarne. Shapovalov, n.12 del mondo, è la prossima montagna da scalare.
riccardo piatti
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