L’AUTOGOL DI IBRA – UN BAMBINO LEUCEMICO CON UN MESE DI VITA VA A PARIGI PER INCONTRARLO E LO SVEDESE NON SI FA TROVARE
Stefano Montefiori per "Il Corriere della Sera"
Zlatan Ibrahimovic al centro di un pasticcio umanitario. Il campione del Paris Saint Germain ha fatto parlare di sé un mese fa, quando ha inviato un videomessaggio e una maglietta autografata a Hajrudin Kamenjaš, suo grande tifoso bosniaco, 8 anni, affetto da una grave forma di leucemia, con una speranza di vita di poche settimane.
Giornali e tv parlarono in quell'occasione del gran cuore di Ibrahimovic, che aveva realizzato - o quasi - «l'ultimo sogno» del bambino malato: Hajrudin avrebbe voluto incontrare Ibrahimovic, che però era impegnato in Champions League. «Ricevo questo tipo di richieste tutte le settimane - aveva detto il campione al quotidiano svedese Aftonbladet -. Vediamo quel che posso fare. Quando tutti sono contenti io sono contento».
Il fatto è che la storia di Hajrudin ha commosso molte persone, e il video e la maglietta non sono bastati. Un calciatore della Bosnia (che vuole restare anonimo) ha contattato Thea Rekic, connazionale che ha fondato in Germania l'associazione umanitaria «Light for Tomorrow», per organizzare il viaggio di Hajrudin e della madre a Parigi a stringere la mano all'idolo. Thea Rekic racconta di avere preso accordi con il Paris Saint Germain, che ha assicurato: l'incontro si farà .
Un autista del Psg è andato a prendere Hajrudin all'aeroporto ed è rimasto a disposizione, il bambino ha potuto guardare la partita in tribuna vip, per quattro giorni ha atteso la promessa apparizione di Ibra, che «chiamerà da un momento all'altro», ripetevano imbarazzati gli uomini del Psg. Niente da fare. Hajrudin è tornato in Bosnia. Ha visto la Tour Eiffel, ma non Ibrahimovic.
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