SPROFONDO ROSSA - A BARCELLONA VOLANO LE MERCEDES, PASSO INDIETRO FERRARI - VETTEL CHIUDE TERZO (A 45 SECONDI DA ROSBERG) - ARRIVABENE: “NON INIZIAMO COI SOLITI CASINI MA ORA UN BEL BAGNO DI UMILTA’”

Marco Mensurati per “la Repubblica”

 

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LA Ferrari si sveglia dal suo sogno di rimonta e scopre che la realtà è ancora un incubo. Dopo un anno di polemiche, spargimenti di sangue e insulti, dopo due team principal defenestrati sulla via Emilia insieme a una mezza dozzina di ingegneri, dopo l’esposizione al pubblico ludibrio del vecchio presidente e la cacciata con ignominia del “miglior pilota del mondo”, dopo tutto questo, le Mercedes sono ancora poco più di un miraggio d’argento in fondo al rettilineo, a un minuto di distanza. Un ritardo più ferroviario che automobilistico.

 

Visto da qui, da questo pomeriggio spagnolo, da questo podio scontato triste e solitario preso a Barcellona più per mancanza di concorrenti che per merito, la vittoria di Sepang è poco più di una parentesi d’oro in una stagione che adesso si complica parecchio.

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Dopo aver passato una settimana a parlare del grande “ step evolutivo” che la rossa avrebbe portato qui a Montmelò, alla prova della pista è finita che la Ferrari ha fatto un passo indietro mentre Mercedes e Williams l’hanno fatto in avanti generando quello che senza dubbio è il primo momento difficile dell’era Marchionne-Arrivabene- Vettel.

 

A voler essere ottimisti si potrebbe dire che dati i presupposti da cui nasceva questa stagione è già un mezzo miracolo che questo sia arrivato alla quinta gara e non molto prima. A voler essere pessimisti, invece, si potrebbe obiettare che sembra l’inizio di una valanga. Ma il timone della nave in questo momento lo stringe in pugno (uno solo, ché l’altro è ingessato) Maurizio Arrivabene, un tipo che non ha nessuna voglia di essere ottimista o pessimista, ma solo brescianamente realista e pragmatico. «Per carità del cielo non cominciamo con i soliti casini» dice. «Non mettiamoci a dare colpe, o a inventarci scuse. La colpa di qualsiasi cosa succeda è solo mia, sono qui per assumermi le responsabilità e lasciar lavorare in pace la squadra».

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Un modo come un altro per dire che non è il momento dei processi, ma del lavoro: «Questa gara» dice ancora Arrivabene, «suggerisce a tutti, a me per primo, un bel bagno di umiltà. Adesso abbiamo la fortuna di avere una sessione di test su questo circuito e la sfrutteremo per cercare di capire che cosa è successo». Di capire soprattutto se il risultato di ieri sia il frutto di un’idiosincrasia della Sf15-t nei confronti del circuito di Montmelò, come oggettivamente non si sospettava dopo i test d’inverno, oppure di problemi connessi più che altro al famoso “pacchetto di sviluppi”. Nel primo caso sarebbe un problema piuttosto grosso. Il circuito di Barcellona è considerato da sempre uno dei più “veritieri” del Circus.

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C’è una statistica che lo spiega benissimo: negli ultimi cinque anni per quattro volte il risultato del primo pilota della Ferrari al Gp di Spagna è stato anche il risultato finale del team nel mondiale. Nel secondo caso la situazione sarebbe meno grave: «A patto» spiega ancora Arrivabene, «che si abbia l’onestà di rivedere tutto il lavoro svolto ed essere pronti ad ammettere di aver fatto qualche minchiata e a tornare indietro. L’impressione è che le novità portate qui abbiano quasi tutte funzionato e anche con margini ampi di miglioramento». Quasi tutte, però. «Qualcosa che non ha funzionato secondo me c’è stato. Però potremo essere più precisi solamente nei prossimi giorni».

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Certo è che di tempo per capire e per intervenire non c’è n’è molto. Nel giro di un mese ci saranno Montecarlo e Montreal, due circuiti che, vista come è andata qui in Spagna, non sembrano proprio una passeggiata e in due gare la Mercedes potrebbe già essere sparita dalla linea dell’orizzonte.

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