ALBERTO SORDI SECRETS – PRIMO CIAK A NARNI PER IL DOCUFILM SULLA VITA PRIVATA DI ALBERTONE, SCRITTO E DIRETTO DA IGOR RIGHETTI, CONDUTTORE E CUGINO DELL'ATTORE – "LE VOCI SULLA SUA AVARIZIA SONO FALSE. QUELLE DICERIE NACQUERO DAL FATTO CHE NEL MOMENTO DELL’APICE DEL SUO SUCCESSO, AI TEMPI DELLA DOLCE VITA, LUI NON PARTECIPAVA MAI AI PARTY VIP PERCHÉ…"
(ANSA) Sono cominciate le riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi dal titolo Alberto Sordi secret, tratto dall'omonimo libro scritto dal giornalista e conduttore Rai Igor Righetti, cugino dell'attore - che ne è anche il regista - e pubblicato da Rubbettino editore, giunto all'undicesima ristampa. Il primo ciak si è tenuto nel centro storico di Narni, in provincia di Terni, dove si sono presentate centinaia di comparse che hanno sovraffollato la cittadina.
Un progetto internazionale, anche in lingua inglese e spagnola, in cui per la prima volta i milioni di fan in tutto il mondo dell'Alberto nazionale scopriranno la vita familiare del grande attore.
Il docufilm si compone di una parte documentaristica con testimonianze inedite di amici e parenti dell'attore tra i quali il regista Pupi Avati, l'annunciatrice e presentatrice tv Rosanna Vaudetti, la nipote di Totò Elena de Curtis, il re dei paparazzi Rino Barillari, la contessa Patrizia de Blanck, Sabrina Sammarini (figlia dell'attrice Anna Longhi), foto di famiglia, video e audio originali.
Questa parte si lega a un'altra dove la narrazione diventa racconto filmico con personaggi vissuti realmente, in cui viene mostrata l'infanzia e l'adolescenza di Alberto Sordi negli Anni Venti e Trenta grazie alle interpretazioni di attori e attrici amati dal grande pubblico come Enzo Salvi, Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Daniela Giordano, Dado Coletti e a tre bambini di età diverse che impersonano l'attore.
Un biopic in cui nulla è fiction, frutto di fantasia, ma in cui invece i dialoghi, le situazioni e i personaggi ripercorrono la vita reale e sconosciuta al pubblico di Alberto Sordi. Del resto è noto come l'attore fosse riservatissimo, non amasse l'ostentazione e la sua vita privata fosse blindata. Con il pubblico, a cui era molto legato e riconoscente - e con i suoi collaboratori - ha condiviso soltanto la sua vita professionale. Un docufilm lontano dai luoghi comuni, ricco di emozioni, aneddoti e curiosità, orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza alcun contributo pubblico.
Partner del progetto sono il ministero della Cultura, il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico di Ostia antica, la Repubblica di San Marino, De Matteis Agroalimentare e Artemisia Lab. La regia e la sceneggiatura sono di Igor Righetti, il direttore della fotografia è Gianni Mammolotti, scenografo e costumista Stefano Giovani, una produzione Cameraworks, prodotto da Massimiliano Filippini. Le riprese, oltre che a Narni, si svolgeranno nei luoghi amati da Alberto Sordi come la capitale, la Toscana, le Marche e la Repubblica di San Marino.
IGOR RIGHETTI
Estratti da ilgiornale.it
(…) Quali sono state le cose dette su suo zio che non erano invece vere?
"Ad esempio il fatto della sua avarizia, cosa assolutamente non vera".
Da dove nasce questa diceria?
"Dal fatto che nel momento dell’apice del suo successo, ai tempi della Dolce vita, periodo in cui i divi si davano alla pazza gioia in via Veneto tra night, ristoranti alla moda e fiumi di champagne, lui non partecipava mai perché la sera studiava il copione e al mattino doveva alzarsi presto per stare sul set. In quel periodo Alberto ha realizzato anche dodici film all’anno, spesso girandoli contemporaneamente, passando da un set a un altro, quindi non aveva tempo da perdere.
Mi raccontò che fu una giornalista, assidua frequentatrice di dei party vip, scrisse che Alberto non frequentava gli incontri mondani, come facevano invece gli altri attori, perché era taccagno e non voleva spendere. Era molto orgoglioso di aver evitato il più possibile di farsi fotografare dai paparazzi a queste feste.
Non ha mai smentito la sua presunta avarizia perché, geniale fino in fondo, divenuto ricco e famoso aveva capito che con quella fama nessuno lo avrebbe importunato. Era oculato e parsimonioso nelle spese, quello sì, ma non taccagno. Non era nato ricco, aveva anche vissuto la fame agli inizi della sua carriera e conosceva bene il valore del denaro. Ha alimentato lui stesso questa leggenda della taccagneria divertendosi a provocare".
In verità si racconta anche che abbia fatto molta beneficenza.
"È vero, ma sempre in silenzio. Ha pagato cure mediche per amici e colleghi in disgrazia, ha adottato a distanza molti bambini poveri, ha fatto tante donazioni a vari orfanotrofi, alla casa del barbone e alla casa dello studente.
Ma anche la beneficenza la faceva senza sbandierarla, non si lasciava fotografare con le gigantografie degli assegni come fanno altri. Ha sempre fatto tutto in estrema riservatezza. Soltanto dopo la sua morte il pubblico è venuto a conoscenza delle sue numerose iniziative".